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Visita di Papa Francesco a Molfetta. Il Pontefice userà il pastorale in legno di don Tonino e porrà una rosa d’oro sulla statua della Madonna dei Martiri. I particolari della S. Messa. La commozione e la gratitudine del Vescovo Cornacchia
Don Rubini e mons. Cornacchia
17 aprile 2018

MOLFETTA – Dopo l’annuncio dell’udienza papale del 1° dicembre a Roma delle comunità diocesane di Molfetta e Alessano con i rispettivi pastori, il vescovo di Molfetta, mons. Domenico Cornacchia, nel corso della conferenza stampa di questa mattina ha ricordato il giorno in cui timidamente consegnò a Papa Francesco la lettera di invito per l’anniversario del dies natalis di don Tonino Bello.

Oggi, ancora incredulo don Mimmo esprime commozione, gratitudine, ammirazione e riconoscenza per la Provvidenza che ha esaudito questo desiderio di tutti. Lo ha detto questa mattina alla conferenza stampa, tenutasi al Museo Diocesano per raccontare gli ultimi dettagli organizzativi dello storico evento di venerdì 20 aprile: in 20 secoli non era mai avvenuto che un Pontefice venisse in questa città ed è significativo che lo faccia per rendere omaggio alla nostra terra, al luogo dove il Servo di Dio ha vissuto e compiuto la sua missione pastorale.

Mons. Cornacchia ha paragonato la visita di Bergoglio alla mamma che tira fuori le cose più belle nel giorno di festa, per sentirsi amata dai figli. Ecco noi in questi giorni attendiamo mamma e papà per festeggiare con loro questo scambio di sentimenti. Il Papa oggi ci regala una gioia che deve crescere. La visita del Papa è un dono, ma anche un impegno della collettività ad andare avanti sui passi di don Tonino per guardare con lui ai poveri, agli ultimi, come lui ha saputo dare speranza anche a chi aveva un cuore ferito.

Infine ha ringraziato tutti coloro che hanno reso possibile questo grande evento di gioia, di partecipazione, di fede, superando tante difficoltà, comprese le Poste Italiane che hanno voluto celebrare questo giorno rendendolo storico con un francobollo, che porta la data indelebile del 20 aprile.

Don Pietro Rubini, direttore dell’Ufficio liturgico e del museo diocesano, ha fornito altri particolari sul cerimoniale della visita del Santo Padre a cominciare dai paramenti sacri in stile sobrio com’è nel suo costume, che indosserà per l’occasione, dal calice e alla patena realizzati ad hoc, che saranno poi conservati nel Museo diocesano a perenne ricordo di questa storica giornata.

Papa Francesco userà il pastorale in legno di don Tonino con in cima il ramo di ulivo e il suo stemma episcopale, conservato in Cattedrale, simbolo del bastone che conduce il gregge. Ma Bergoglio sottolineerà anche il profondo amore che l’amato vescovo scomparso aveva per l’Eucarestia e per la Vergine ponendo una rosa d’oro, realizzata con una parte degli ex voto conservati dai Frati minori nella Basilica della Madonna dei Martiri, proprio sulla statua della Madre di Dio, compatrona della Diocesi, a cui il Servo di Dio era devoto, realizzata dal Verzella che sarà collocata sull’altare.

Il palco del Papa sarà a forma circolare per favorire la partecipazione corale dei 62 vescovi concelebranti, mentre sullo sfondo ci sarà una croce di acciaio alta 3 metri che riproduce il pettorale che don Tonino portava sempre con sé. Accanto all’altare ci sarà anche la cattedra in legno della Concattedrale di Ruvo di Puglia. L’altare e l’ambone, realizzati da due giovani molfettesi, saranno accanto al leggio e al cero pasquale, simbolo di Cristo risorto. Anche i vescovi concelebranti indosseranno il pettorale di don Tonino, che ognuno di loro ha acquistato per l’occasione. Non mancherà un albero di ulivo, simbolo di pace. Il servizio liturgico sarà affidato ai seminaristi delle due diocesi di Molfetta e Ugento.

La prima lettura sarà assegnata a rappresentanti della diocesi, mentre i doni dell’offertorio saranno portati da nuclei familiari poveri, in lutto, malattia o destinatari di grazie. A tutti i fedeli verrà distribuito un libretto, sulla cui copertina sono raffigurati particolari dei portali romanici della cattedrali della Diocesi e che contiene i canti e i testi liturgici utili a seguire la celebrazione eucaristica.

Don Rubini ha voluto raccontare anche un aneddoto che vede protagonista una bambina che, in braccio al padre al momento della comunione, chiede: “Com’è l’ostia, è buona?”. E don Tonino pronto risponde: “Certo è buona come la parola di Gesù, la sua amicizia, la sua croce”.

La Messa sarà accompagnata da 92 cantori del coro diocesano e dei giovani delle parrocchie, con 22 professori d’orchestra, mentre nella processione finale sarà intonato il canto “Dammi Signore un’ala di riserva”.

Al Pontefice, infine varranno donate le due opere vincitrici del concorso “Un dono per Papa Francesco”.

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