MOLFETTA - Carissimi, affidiamo alla stampa, nonché al senso civico di tanti cittadini, il nostro profondo sentimento di dolore per gli ultimi episodi di violenza successi nei giorni della festa patronale a Molfetta, e fatti subito circolare nei social. Ci riferiamo alla scazzottata di due uomini che si insultano con parole pesanti proprio sulla barca che ospitava l’effigie della Madonna dei Martiri, e la gomitata a un giovane musicista della banda intento a fare il suo dovere.
Riteniamo intanto che diffondere queste immagini che rasentano uno stile mafioso, sia già pericoloso perché fortemente diseducativo: mettendole alla mercé di tutti, si consegnano di fatto alla fragilità psicologica dei nostri ragazzi, inducendoli implicitamente ad emularne il contenuto violento.
Stiamo assistendo ad una deriva sociale e morale senza precedenti che pare non allarmi più nessuno, visto che la reazione più dura che riusciamo ad esprimere dinanzi a questi fatti si limita ad una innocua stretta di spalle. Che altro non è che un dichiarato segno di resa.
Da anni le nostre feste religiose si accompagnano purtroppo a episodi di delinquenza, senza che qualcuno ne stigmatizzi l’accaduto, lasciando erroneamente credere che si possa inneggiare alla Madonna o ai santi mentre si insulta e/o si picchia chi ci procura un qualche fastidio o, peggio ancora, si fa traffico di droga sotto gli occhi di tutti.
Non è così! Si tratta di comportamenti intollerabili, che rivelano un malessere sociale molto grave e che non può vederci spettatori inermi. A turbarci oltre misura è il fatto increscioso che si approfitti delle nostre manifestazioni religiose per “regolare conti” in sospeso, accendere risse, far circolare droga, senza che riusciamo a fare nulla che argini significativamente questi fenomeni di criminalità.
Se siamo arrivati a denunciare questa situazione è perché conosciamo realtà ecclesiali in cui una proficua collaborazione e sinergia tra clero, istituzioni e forze dell’ordine, è riuscita a portare risultati soddisfacenti e lo svolgimento più sereno delle feste patronali.
Certo, non siamo così ingenui da pensare che il disappunto che qui esprimiamo sia sufficiente a fermare questo crescente e inarrestabile fenomeno delinquenziale! Il nostro vuole essere piuttosto un appello forte e accorato alla parte buona e sana della Città, che crediamo ancora più ampia di quella malata, a non arrendersi dinanzi a questi fatti di malavita.
Auspichiamo vivamente, pertanto, che non si arrivi, da parte di nessuno, ad assumere una postura educativa e sociale improntata ad assuefazione o ad atteggiamenti di ineluttabilità.
Il Clero cittadino di Molfetta