Viabilità a Molfetta, il vice sindaco Bepi Maralfa: ora tolleranza zero
MOLFETTA - Il vice sindaco di Molfetta, Bepi Maralfa (foto), promette tolleranza zero sulla situazione della viabilità a Molfetta: «Se dodicimila multe in un anno, per violazioni al Codice della Strada, non bastano ai cittadini per far mutare giudizio e renderli soddisfatti della situazione della viabilità qui a Molfetta, vuol dire che passeremo ad un indirizzo politico all'insegna della "TOLLERANZA ZERO". Così tutti impariamo le regole del vivere civile – scrive Maralfa -.
La sicurezza è un valore aggiunto per una comunità, le regole si rispettano e le ambulanze devono poter passare dalle stradine strette per soccorrere persone in stato di bisogno. Un intervento sanitario può salvare una vita. E se è vero che una quarantina di agenti di polizia locale sono assolutamente insufficienti per presidiare 58 km quadrati di territorio e "regolare" 60 mila abitanti, vuol dire che con quei pochi Agenti duplicheremo gli sforzi: i Cittadini ne avvertono il bisogno e meritano risposte adeguate».
Il problema è nella difficoltà di regolare quello che è stato tollerato per anni. Non è facile, ci vorrebbe un esercito di vigili urbani che non ci sono. Ancora più difficile è educare la popolazione, anch’essa abituata per anni a credere che tutto era consentito, da parte di alcuni politici che scambiavano consenso con “tolleranza zero”, intesa nell’accezione contraria: ognuno faccia i propri comodi, a cominciare da chi doveva dare l’esempio e parcheggiava sui marciapiedi e sui passi carrabili. L’esempio viene dall’alto, non dimentichiamolo e l’esempio che è stato offerto in passato è quanto di più riprovevole si sia visto dal dopoguerra ad oggi: mai si era arrivati a quel degrado civile, che la propaganda dell’epoca e quella attuale dei lacchè a libro paga, continua a propinare agli ingenui, agli utili idioti e a qualche “sciocco interessato”
La verità fa male, soprattutto ai servi di quei padroni sempre pronti a compensarli con prebende e loro ad accettare questa servitù, come insegnava il grande Indro Montanelli: «La servitù, in molti casi, non è una violenza dei padroni, ma una tentazione dei servi» e dei miserabili mercenari, aggiungiamo noi, di quella gente senza spina dorsale, pronta a vendersi per un piatto di lenticchie.
C’è ancora molta strada da fare e ci vorranno anni per cambiare la tendenza avviata in passato: tutti vogliono fare il proprio comodo, senza regole e senza essere disturbati da chi deve gestire una città, che faticosamente sta cambiando la propria immagine in meglio, dopo essere stata per anni sulle prime pagine di tutti i giornali italiani e in primo piano su tutti i media nazionali: non dimentichiamolo!
Mettere delle regole è impopolare, ma è l’unica strada da percorrere per far ritornare Molfetta ad essere una città non più rappresentata da zozzoni e servi, utili e sciocchi da buttare nella spazzatura alla prima occasione, ma da persone con una propria dignità e la schiena dritta, che non hanno interessi di parte, ma pensano solo al bene comune. Indietro non si può tornare: ci sarebbe solo la barbarie.
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