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Venerdì De Castro e Divella a Molfetta presentano i candidati alla provincia del PD Sallustio e Amato Assemblea pubblica alle 19.30 all'altezza del liceo classico con l'ex ministro per le politiche agricole, capolista del PD alle elezioni europee nella circoscrizione del mezzogiorno e il presidente della provincia. Si parlerà anche di temi ambientali ed energetici
20 maggio 2009

MOLFETTA-Entra nel vivo la campagna elettorale del Partito democratico. Venerdì 22 maggio alle 19.30 all'altezza del Liceo Classico si parlerà di Molfetta protagonista nella provincia e in Europa, con Paolo de Castro, capolista pugliese del PD alle elezioni europee nella circoscrizione del mezzogiorno, Vincenzo Divella, Presidente della provincia di Bari che punta alla riconferma, Guglielmo Minervini, assessore alla Trasparenza e cittadinanza attiva della Regione Puglia e naturalmente con i due candidati democratici: Nino Sallustio per il collegio di levante e Tommaso Amato per quello di Ponente. Con Paolo de Castro Molfetta non potrà trascurare i temi ambientali e energetici. L'ex ministro per le agricole, alimentari e forestali è stato ed è uno dei maggiori protagonisti delle politiche nazionali ed europee per il sistema agroalimentare e i territori rurali, tra queste Agenda 2000. Ora che la maggioranza al Senato ha dato il via libera all'articolo 14 del disegno di legge sullo sviluppo e l'energia che, di fatto, apre la strada al ritorno in Italia al nucleare, individuando la Puglia come uno dei possibili siti, si rafforza l'impegno dei candidati del Partito democratico che puntano a soluzioni alternative. “Occorrono stanziamenti straordinari per le energie rinnovabili, che proponiamo di realizzare a cominciare dagli impianti fotovoltaici su tutti gli immobili pubblici, dalle scuole agli edifici provinciali – spiega Nino Sallustio - sui quali si procederà ad interventi massicci tendenti alla totale autonomia energetica. Poi si dovrà incentivare anche la sostituzione dei veicoli inquinanti con veicoli a basso impatto, auto elettriche, metano o GPL”. “La dimensione provinciale – incalza Tommaso Amato - si rivela ideale per la penetrazione e la declinazione delle politiche ambientali su area vasta, offrendo opportunità di coordinamento e progettazione condivisa con i Comuni e gli altri attori del territorio. Per questo nel nostro programma puntiamo alla istituzione di uno specifico settore provinciale per l'energia e l'ambiente per monitorare, raccogliere dati e produrre rapporti e campagne informative per garantire il feed back delle azioni attuate”.
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Quando la rinnoviamo questa classe dirigente? Prima, seconda e terza Repubblica: cambiare tutto per non cambiare niente. Vado a rileggermi la premessa di un libro del 1975, scritto dal giornalista politico Guido Quaranta: - Onorevoli Colleghi - "Chiacchieroni, perditempo, lestofanti, ladri, inetti, buffoni. Sono solo alcuni degli epiteti che di solito la gente gli affibia quando parla di senatori e deputati, sul treno, dal barbiere, al bar, nei salotti. La moglie di un parlamentare piemontese mi confida che, quando va a fare la spesa, sente dire peste e corna dei colleghi del marito. Il figlio di un onorevole meridionale mi ha raccontato che alcuni compagni di liceo, e anche qualche insegnante, fanno altrettanto. I giornali gli riservano una particolare attenzione quando si prendono a botte alla Camera o al Senato. Il cinema li utilizza come macchiette ridicole o personaggi poco puliti. Basta andare in un cabaret per vedere come i leaders di un partito, o i membri del governo, siano messi, ogni sera alla berlina. Dei parlamentari si dice più male che bene. C'è che li accusa di avere stipendi favolosi e di godere privilegi straordinari. Molti affermano che non mantengono le promesse e gli impegni assunti durante la campagna elettorale. Altri li accusano di litigare sempre tra di loro senza combinare nulla di buono, alle spalle del Paese che lavora. Tanti sono convinti che, appena approdati a Roma, loro unica occupazione sia quella di imbastire intrallazzi, al riparo da ogni guaio, grazie all'immunità da cui sono protetti. Parecchi, poi, non gli perdonano di non aver avuto soddisfazione al piacere, alla raccomandazione, all'aiuto che gli erano stati pressantemente richiesti. Alcuni motivi di malcontento sono legittimi e purtroppo giustificati. Ma la disaffezione degli elettori ha origini storiche più profonde, legate al distacco, vecchio di secoli, tra il cittadino e il potere pubblico sentito come straniero e vessatorio. Il fascismo ha incancrenito questa piega e trent'anni di vita democratica non sono stati ancora sufficienti a creare un clima nuovo, anche perchè sono stati commessi molti errori ed è mancata un'efficace educazione civica, almeno delle nuove generazioni, cresciute con la Repubblica. Chi accusa pare dimenticare che il Parlamento è lo specchio del Paese. E chi pretende uomini perfetti trascura un particolare importante: siamo noi ad eleggerli e, quindi, la responsabilità è anche nostra. Lo storico Gaetano Salvemini scriveva che il 10% della classe politica italiana è il meglio del Paese, il 10% la feccia e il restante 80 è come il Paese. Sono un giornalista parlamentare da 16 anni, ho avvicinato e conosco molti deputati e senatori: condivido l'affermazione di Salvemini." 1975 - 2009: E' cambiato tutto e non è cambiato niente.

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