Una gestione fatta di ricorsi al Tar (a spese dei cittadini)
Se volessimo riassumere il bilancio di questi primi mesi della seconda amministrazione di centrodestra del sindaco Antonio Azzollini (come ben sappiamo la prima è stata volutamente sciolta dal senatore azzurro per partecipare alle elezioni politiche delle scorsa primavera), sembrerebbe che la maggior parte delle attività si sono svolte tra TAR e Consiglio di Stato (a spese dei cittadini). Tutti ricordano i ricorsi del sindaco (alcuni prima vinti e poi persi, altri ancora sospesi), contro le aperture domenicali dell'Ipercoop, contro la sentenza del TAR che sollecitava l'inserimento di donne in Giunta, fino a giungere al balletto giudiziario degli ultimi tempi, in merito alla costruzione della foresteria della Capitaneria di porto, con reiterate sospensioni dei lavori intimate dal sindaco, seguite da sblocchi ordinati dal Tar su istanza del ministero delle Infrastrutture. Questo modo di condurre le vicende amministrative della città sembrerebbe evidenziare l'inutilità del Consiglio Comunale, un tempo massima espressione del confronto e del dibattito democratico della città, oggi ridotto a ritrovo di vecchi amici che si incontrano, ormai, solo il venerdì sera, al termine di una settimana che li ha visti impegnati nei propri lavori privati, che aspettano la mezzanotte, per poi andare a mangiare una pizza tutti assieme. Se poi aggiungessimo che il Consiglio Comunale può diventare un teatro per scheck ridicol-comici (è nota la spettacolare sfuriata del sindaco Azzollini contro i consiglieri del PD, diffusa su YouTube, per il mancato inserimento di donne in Giunta), allora bisognerebbe iniziare a pensare ad una nuova destinazione d'uso dell'aula consigliare. La politica nelle aule di tribunale La politica fatta nelle aule del Tribunale ha coinvolto anche l'opposizione. Sempre grazie ai ricorsi al TAR, Francesco Mangiarano (UDC) è riuscito ad ottenere l'ambito scranno di Palazzo Giovene ai danni di Michele di Molfetta (PD) che, prontamente, ha fatto ricorso al Consiglio di Stato; sarà che il consiglio comunale è anche un luogo divertente, ma chissà perché tanta ostinazione per un ruolo marginale in opposizione. Speriamo che, con il nuovo anno, l'opposizione non si occupi solo di questi aspetti marginali, anche se contrastare l'«armata di Azzollini» sta diventando impossibile, non solo per una opposizione esigua da un punto di vista numerico, ma anche perché frammentata. In consiglio comunale ognuno va per la proprio strada, i Socialisti, l'UDC e gli altri partiti centristi sembrano attendere le elezioni provinciali per ricollocarsi sul carro del vincente (l'ultima volta non hanno azzeccato, ndr), la Sinistra Arcobaleno è in attesa di una ulteriore scissione (si tratta delle ultime rappresentanze esistenti da tutelare come categoria in via di estinzione), ed infine il PD, molto sfilacciato al suo interno, che cerca di rilanciare con le risorse umane ed economiche disponibili un concreto progetto di opposizione; ma ultimamente in città sta diventando difficile fare anche opposizione, perché il gruppo azzolliniano, con i suoi tentacoli, ha occupato anche quei spazi. L'ossessione della caserma della capitaneria Un episodio esemplare è la vicenda della costruzione della nuova capitaneria di porto dove il sindaco fa opposizione a se stesso. È ormai chiaro che la Nuova Punta Perotti – così come la definisce il sen. Azzollini – non è altro che un pasticcio creato dallo stesso sindaco che, all'epoca, contribuì ad autorizzare la costruzione della foresteria lì dove oggi è in realizzazione, con il timore che un eventuale diniego potesse bloccare la costruzione della sua più grande ossessione: il nuovo porto commerciale. La sua propaganda populista, con la città tappezzata di manifesti (da accertare la risonanza mediatica presso i cittadini, ndr), somiglia sempre più al suo leader nazionale Silvio Berlusconi che, quando le cose vanno male, scarica le colpe sulla Sinistra; allo stesso modo, per la vicenda in questione, il sindaco Azzollini ha anche accusato l'opposizione di presunti accordi con il Provveditorato alle Opere Pubbliche, che ostacolerebbe l'arretramento dei cantieri. Cosa si nasconde in questa ostinata volontà di arretrare di qualche metro la costruzione della foresteria? Non crediamo nella necessità di vedere la Basilica della Madonna dei Martiri; il sindaco ha dichiarato che andrà avanti, anche a livello personale e “costi quel che costi”, ma per ora a pagare sono solo gli ignari cittadini, che continuano a sobbarcarsi la nuova, ed ormai fissa, voce di bilancio del Comune di Molfetta: ricorsi al TAR. Gli straordinari per pulire la città I paralleli del nostro sindaco con il presidente del Consiglio Berlusconi continuano anche sull'argomento pulizia della città. Seguendo la campagna mediatica del premier, in merito ai rifiuti di Napoli, il sen. Azzollini, assieme al suo fedelissimo Francesco Nappi (presidente ASM), si sono inventati l'operazione “tabula rasa” a colpi di straordinari da pagare al personale (sempre a spese dei cittadini). Un carosello di mezzi delle pulizie cappeggiati da una volante dei vigili urbani, tutti con i lampeggianti accessi, solo il sabato e per precise zone della città, fanno una pulizia straordinaria. I cittadini si affacciano ai balconi richiamati dai rumori delle macchine e dai lampeggianti a rimangono abbagliati dall'iniziativa, come se fosse qualcosa di davvero eccezionale, quando una pulizia costante e giornaliera della città sarebbe necessaria ed un diritto di cittadini che pagano le tasse. Intanto tra gli scogli del lungomare, nonostante l'assenza della movida estiva, rimangono lattine e bottiglie (frutto anche dell'inciviltà di alcuni molfettesi, ndr) che si andranno a sommare a quelle della prossima stagione estiva. vA proposito di lungomare volevamo far notare all'amministrazione e all'indaffarato sindaco che le panchine integre, ormai, si possono contare sulle dita di una mano, alcune sono rimaste solo con una doga, per altre ci vorrebbe una bella fantasia artistica per chiamarle panchine (è rimasto solo un piedistallo). Il lungomare abbandonato a se stesso Ma è tutto il lungomare che richiede un restayling: alcune parti del muretto sono divelte, per molti tratti l'originaria pietra bianca è coperta da scritte vandaliche, sui marciapiedi ci sono continue sconnessioni ed inizia a crescere una non gradevole erbetta. Chissà se per il nuovo anno il sindaco ci farà qualche sorpresa, considerando la bonifica di questa estate della spiaggia “la Bussola” il lungomare potrebbe essere tra le sue priorità. Per ora il chiodo fisso del sindaco rimane lo spostamento di qualche metro della capitaneria di porto, ma spostarsi di qualche centimetro dalle sue diverse poltrone neanche per immaginazione.
Autore: Roberto Spadavecchia