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Un tesseramento gonfiato per la Margherita anche a Molfetta Lo denuncia lo stesso coordinatore cittadino Cosimo Altomare
09 novembre 2006

MOLFETTA - Anche a Molfetta scoppia il caso del “tesseramento gonfiato” all'interno della Margherita. I dirigenti locali, impegnati a programmare il prossimo congresso cittadino, hanno scoperto che sono ben 374 gli iscritti molfettesi. E non è una buona notizia, visto che la maggior parte nessuno li ha mai visti, conosciuti, frequentati fino ad oggi. Un vicenda che rispecchia quella nazionale, con un numero dei tesserati magicamente lievitato in prossimità della scadenza congressuale in maniera assolutamente sproporzionata rispetto agli ultimi risultati elettorali ed alle logiche politiche, al punto tale da far affermare al ministro Rosy Bindi: “Una cosa è sicura: non si può fare un congresso se non c'è totale certezza sulla legittimità democratica della nostra base”. Questa certezza, evidentemente, manca anche a Molfetta, almeno stando a quanto si legge in una lettera che il coordinatore cittadino, Cosimo Altomare, figura storica di questa formazione politica, ha inoltrato agli organi dirigenti regionali e nazionali del partito. Una missiva in cui Altomare esprime “grave disagio mio personale e di molti altri dirigenti e aderenti della mia città per la brutta vicenda delle tessere “false” nel nostro partito”. Tanto più, rincara Altomare, alla luce di due dati: la sospensione per “un supposto – banale – errore formale”, di ben sessanta iscritti, veri, visti circolare in carne ed ossa nella sede di Piazza Cappuccini ed impegnati attivamente nelle ultime competizioni elettorali, mentre sono state accettate senza troppi cavilli altre iscrizioni “pervenute a Roma da circoli inesistenti per impegno politico sul territorio e partecipazione alla vita del partito cittadino, quando non costituiti in maniera del tutto strumentale”. La denuncia di una situazione grave. In pratica, nell'imminenza del congresso cittadino, che precede quello nazionale, i dirigenti locali si sono trovati di fronte alla moltiplicazione dei circoli molfettesi – ben nove – di cui non s'era mai saputo nulla anche in periodo di importanti decisioni politiche e di campagne elettorali, ed allo spuntar come funghi di tesserati, di cui ben 51 che non dichiarano l'appartenenza ad un circolo del territorio nazionale o che risultano iscritti in altre città, come i 15 nostri concittadini che hanno aderito addirittura ad un circolo di Sassari. Scrive il coordinatore cittadino nella sua lettera a Francesco Rutelli: “I dati complessivi convalidati a Roma segnalerebbero una situazione di adesioni irrealistica e priva di riscontri effettuali, tanto più che per quasi tutti i circoli non è nota né l'esistenza (figuriamoci l'attività politica!) né il/la portavoce”. Per di più, se per gli iscritti a Sassari ed altrove non ci sono state obiezioni,“ho dovuto –continua Altomare - infatti, apprendere – e, in questo caso, con amara sorpresa! – che risultano sospese, perché “fuori termine”, 60 (sessanta!) adesioni agli unici due circoli cittadini -“SOLIDARIETA' E SVILUPPO” (ID 31100219) e AGRICULTURA” (ID 080203113) - di cui questo coordinamento cittadino può documentare l'effettiva esistenza e l'attività politica, nell'ultimo triennio che ha visto il partito coinvolto in ben cinque competizioni elettorali (europee e provinciali nel 2004, regionali nel 2005, politiche nazionali e comunali nel 2006)”. Sono considerati irregolari, per capirci, proprio quelli che, continua il coordinatore cittadino: “Hanno retto nei fatti il partito a Molfetta in questi anni”. Hanno piena legittimità, invece, per gli organi nazionali, preposti al controllo del tesseramento gli altri sette circoli cittadini della Margherita di cui gli stessi dirigenti locali fino alla comunicazione ricevuta alla vigilia del congresso non sapevano nulla. “Esclusi i due citati circoli (“Solidarietà e Sviluppo” e “Agricultura”) – afferma ancora Altomare nella sua missiva - per tutti gli altri non se ne conosce l'esistenza in città (ignoti persino i nomi dei portavoce!) ovvero non se ne conosce attività a favore di DL-La Margherita”. E poi c'è la questione Lillino di Gioia, più volte sollevata dopo le regionali del 2005 e l'appoggio ad una candidatura diversa da quella ufficiale della Margherita di Guglielmo Minervini e con le primarie per l'individuazione del candidato sindaco di centro sinistra, dove Di Gioia fu in competizione con lo stesso Altomare. Infatti, fra i circoli cittadini, pieni zeppi di tesserati tutti considerati regolari, compare infatti, tanto per citarne uno, anche il Riscatto delle città, movimento storicamente facente capo a Di Gioia, con ben 50 tesserati, mentre “Solidarietà e sviluppo”, quello in realtà conosciuto da tutti come circolo della Margherita ne conta 39. Una vicenda per la quale Altomare ricorda di aver presentato “ricorso al Collegio regionale dei Probiviri” aggiungendo, ci pare con una certa amarezza, “le ambiguità di ordine politico non sono state mai rimosse, mentre ora (con la forza dei numeri) se ne pretende il superamento con la formalizzazione di un'iscrizione al partito, effettuata volutamente omettendo qualsiasi tipo di comunicazione all'organismo direttivo del partito”. Difficile pensare che si possa procedere al congresso cittadino prima che vengano sciolti questi nodi.
Autore: Lella Salvemini
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