Un tesoro di città: Molfetta a misura di ragazzo con il libro illustrato di Paola de Pinto
De Ceglia, Sollecito, De Pinto, Armenio, Salvemini, don Michele Amorosini
Molfetta, pur non essendo capitale, custodisce tesori, monumenti importanti, talvolta “invisibili”. Nè ai grandi, né ai piccoli è consentito lasciarli inosservati. Per questa ragione nasce “Un tesoro di città”: un’avventura fatta di indizi che vive la dolce Paola insieme a Sara, dietro cui si nasconde nonna Margherita (la nonna dell’autrice), di ritorno da una vacanza a Roma.
«Un libro da amare, da condividere, da sfogliare» ha dichiarato Sara Allegretta, dopo averlo personalmente letto durante la mattinata assieme a suo figlio di otto anni «Molfetta è una città che legge.»
Ma che verrà anche letta grazie all’impegno di Paola de Pinto, affiancata da Barbara Jatta, occupatasi della prefazione, e Gabriella Carofiglio, disegnatrice, per il libro che rappresenta la nostra città a menadito, ma la cui raffigurazione andrà arricchita con il Pulo, in seguito all’impegno dell’Assessore alla Cultura per la valorizzazione dello stesso.
«Un volume che ho visto crescere e che ho atteso molto» ha affermato don Michele Amorosini, che lo ha definito un punto di partenza che spingerà chi si è allontanato a tornare per scoprire, per conoscere. Conoscere Molfetta per amarla, e per farne spunto di didattica negli istituti primari, così come è stato spunto editoriale per il dott. Stefano Salvemini e il dott. Gaetano Armenio dell’azienda editrice “L’Immagine” e spunto di riflessione per l’ing. Sergio De Ceglia del sodalizio, che ha avuto sin dai primordi piena fiducia nella trovata.
«Il testo mette nelle condizioni più favorevoli i docenti per conoscere le bellezze della città attraverso il carattere prettamente autobiografico e l’idea di prova peculiare del romanzo di formazione ottocentesco» ha osservato dal canto suo Michele Sollecito, dottore di ricerca di Letterature moderne comparate.
Ma ad essere messa alla prova non è solo la protagonista del libro: a farle in un certo senso compagnia ci sono i lettori, messi alla prova di pagina in pagina sulle proprie conoscenze riguardanti Molfetta, come è avvenuto durante le tre letture affidate a Corrado la Grasta del Teatro dei Cipis.
Corrado Giaquinto, Gaetano Salvemini, Giuseppe Maria Giovene sono solo alcuni dei nomi citati nel libro illustrato, assieme ad emblematici luoghi come la Villa Comunale, il Porto e lo stesso Museo Diocesano dove la conferenza si è tenuta. E la cui parte più toccante è stata certamente la testimonianza della stessa autrice.
«Tutto nasce dalla mia passione per l’arte e per la cultura, oltre che per i bambini. Senza queste prerogative non sarebbe stato lo stesso, ma non sarebbe stato lo stesso neanche senza la fiducia riposta in me da tante persone. Mi sono messa al lavoro certa che la mia città dovesse essere valorizzata e guardata con occhi nuovi».
Gli occhi sotto cui giacciono sovente inavvertite le cose belle: questo il messaggio che Paola de Pinto mira a comunicare, consapevole di come il motore delle azioni sia la bellezza kantianamente intesa. Quella stessa su cui fare un investimento passionale simile a quello che le comunità, da secoli ormai, fanno per Anna Karenina ed Emma Bovary. Con l’eccezione che in questo caso l’investimento passionale non va fatto per una donna, ma per la nostra cara città.
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