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Un orto sul balcone per un'alimentazione sana e contro lo stress. Se ne è parlato all'Aneb di Molfetta
17 novembre 2014

MOLFETTA - «Noi siamo quel che mangiamo.» asserì il filosofo tedesco Ludwig Feuerbach già nel 1800 ed è proprio in questo modo ed in questi termini che la presidente dell’ANEB di Molfetta, prof.ssa Anna La Candia Minervini, ha voluto introdurre la conferenza tenuta dalla dott.ssa Francesca Petruzzella sul tema: “Metti un orto sul balcone” (Nella foto: La Candia, Petruzzella, Lazzizera).

Cosa ha a che vedere, però, l’orto sul balcone con l’alimentazione? L’argomento non è nuovo per l’associazione, i cui membri hanno perseguito un percorso che ha visto come tema centrare proprio quello dell’alimentazione. Altri relatori, hanno appunto spiegato che mangiare secondo i colori può realmente porre delle fondamenta solide per creare un nuovo stile alimentare basato, non più sui meccanismi industriali che hanno influenzato il nostro modo di mangiare, snaturando l’identità enogastronomica del nostro paese, come ha sottolineato la presidente, bensì sulla stagionalità dei cibi. Gli ortaggi, la frutta e le verdure rispecchiano, infatti, i colori delle stagioni in cui vengono prodotte. D’altro canto, anche un’educazione alimentare ben radicata sin dall’infanzia preparerebbe i bambini a condurre uno stile di vita sano ed equilibrato, ma soprattutto a saper mangiare bene.

E qual è il metodo migliore per ritornare in piccolo alla stagionalità dei cibi, se non provare a creare un piccolo orto sul balcone? Tanti coltivano fiori e piante ornamentali di ogni genere sui propri balconi e da oggi sarà possibile anche dare origine ad un piccolo orto mettendo in gioco solo la propria esperienza e creatività.

La dott.ssa Petruzzella, laureata in Scienze e Tecnologie delle Produzioni Vegetali con il massimo dei voti all’Università degli Studi di Bari, ha spiegato che prendersi cura del proprio orto mostra molteplici effetti positivi. Il primo dal punto di vista della salute fisica. Il World Cancer Research Found (Istituto Mondiale per la Ricerca sul Cancro) e l’Istituto Nazionale Tumori hanno dimostrato, attraverso studi e ricerche approfondite, che uno stile di vita sano previene la formazione di masse tumorali e cancerose. Hanno, a questo proposito, stilato una lista di comportamenti da seguire, tra cui: “mantenersi fisicamente attivi” e “basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale”.

Coltivare il proprio orto quindi, oltre a mantenerci attivi da un punto di vista fisico, apporta benefici anche mentali. Veder crescere una pianta fa bene alla nostra psiche e al nostro umore. In questo modo godiamo sia attivamente che passivamente dei benefici dell’ortoterapia.

Avvalendosi di una presentazione con immagini, la relatrice, ha mostrato come, crearsi il proprio orticello urbano aiuti ad essere coinvolti attivamente nel processo di produzione degli ortaggi ottenendo un prodotto più fresco e nutriente, ad incentivare un uso più corretto delle risorse idriche, a risparmiare sulla spesa e, ovviamente, a migliorare la nostra condizione psicofisica.

Dopo aver dispensato preziosi ed utili consigli su quali vasi scegliere e che tipo di ortaggi e piante aromatiche poter coltivare sul proprio balcone, è intervenuto anche Corrado Lazzizera, laureato in Scienze e Tecnologie Agrarie all’Università degli Studi di Bari ed attualmente assegnista di ricerca presso il gruppo di orticoltura alla facoltà di agraria dell'Università di Foggia, nonché marito della dottoressa, cha ha mostrato, attraverso delle foto, la loro personale esperienza di orto sul tetto di casa. Dopodiché ha interagito con i presenti mostrando loro diversi esperimenti fatti in casa tra cui un vasetto di erba cipollina e delle piantine di cime di rapa germogliate in un contenitore in polistirolo esortandoli a non mollare tutto alla prima difficoltà.

Come ringraziamento per la piacevole ed interessantissima conferenza, Anna La Candia Minervini, ha consegnato alla dott.ssa Petruzzella il gagliardetto dell’Associazione, ringraziandola per gli ottimi consigli ed esortandola a tornare al più presto, magari con un nuovo progetto altrettanto stimolante.

Francesca Petruzzella, oltre ad aver collaborato attivamente in ambito accademico, attualmente lavora presso la Cooperativa Teatro dei Cipis, come referente teatro-scuola e organizzatrice, tiene inoltre laboratori di manualità per bambini a partire dai cinque anni. Nel tempo libero realizza manufatti con materiale riciclabile ed è sensibile ai temi della sostenibilità ambientale e alimentare. Coordina come volontaria, insieme ad altri giovani, il GAS (Gruppo d’Acquisto Solidale) di Molfetta.

© Riproduzione riservata

Autore: Lucia Leovino
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Quando si mangia!!!! Quando invece non mangiamo, cosa siamo? Poi credo poco che "si è quello che si mangia", perchè quello che si mangia dipende molto da quello che si può spendere e comprare. Con i tempi che corrono, con il lavoro che manca e la disoccupazione sempre in aumento, ognuno si arrangia come può e senza pensare a "quello che si è". Forse....forse "come si mangia", ovvero in che modo, se con le mani o con i piedi, con una errata masticazione mangiando rapido e veloce senza assaporare il sapore del cibo, senza pausa e senza respirare, con la testa bassa come un toro infuriato etc., etc.. Meglio sarebbe “dimmi cosa leggi e ti dirò chi sei”: siamo quello che leggiamo!! Qualcuno potrebbe dire: “…e se non leggiamo”? Ancora peggio!! Non leggendo non si conosce il mondo, non conoscendo il mondo non si conoscono i propri simili…..si è simili alle bestie, si vive nell'oscurità più assoluta. Certamente una buona educazione alimentare ci sta bene, onde evitare obsolete deformazioni fisiche e malesseri vari ma……….una con una buona lettura alimentiamo il nostro cervello, allarghiamo i nostri orizzonti, analizziamo meglio e con più responsabilità gli avvenimenti in un mondo e in una società sempre più lontani, sempre meno condivisibile nelle trasformazioni e necessità e desideri sempre più rapidi, sconosciute e sconosciuti anche da chi convinti di “essere” perché si mangiano determinati prodotti non considerando come si mangiano. Possiamo dire allora: una buona, intelligente e sana alimentazione (compresa anche una buona e sana bevuta), seguita da altrettanta buona lettura e riflessioni, prestando bene attenzione a quanto succede intorno a noi tutti, ecco il segreto di “essere”, meno "stressati" ma "interessati".
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