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Un giornalista che non gira la testa. Presentato all’Università della Terza Età di Molfetta l’ultimo libro di Felice de Sanctis, “Prima pagina & Dintorni”
Felice de Sanctis con la prof.ssa Eccelsa Spaccavento
13 dicembre 2019

MOLFETTA - Lo definisce un profeta, ma Felice de Sanctis, si schernisce di fronte a questa definizione. Lino Patruno, già direttore de La Gazzetta del Mezzogiorno, suo amico, collega e compagno di tante battaglie, ha consapevolezza di quello che afferma.

Già nel 1992, il dott. de Sanctis, aveva ipotizzato il boom economico della Cina, a seguito di un viaggio cui presero parte solo pochi redattori dei giornali italiani. Aveva, purtroppo, previsto gli effetti della diffusione degli stupefacenti, anche in campo economico.

“Non sono un profeta, sono un buon osservatore”, dice all’Università della Terza Età, presentando il suo libro “Prima pagina e dintorni. Storia di un Paese che non cambia mentre il mondo va avanti”, un osservatore che si è occupato prevalentemente di inchieste economiche. Un osservatore, aggiunge la prof.ssa Eccelsa Spaccavento, che non ha mai celato il suo amore per il Sud, un amore che sfocia in rabbia per le enormi potenzialità non sfruttate in termini di risorse e benefici. La sua, continua la prof.ssa Spaccavento, è una scrittura contrassegnata da ironia ed eleganza, ma senza eufemismi quando si trattava di denunciare senza peli sulla lingua, frutto, altresì, di vicinanza fisica ed elettiva, con un suo grande maestro, Enzo Biagi.

“Bisogna saper scrivere”, dichiara il dott. de Sanctis, è fondamentale ma l’ottima scrittura nulla può se non accompagnata da quella curiosità che rende un articolo particolare poiché permette di cogliere aspetti rimasti inesplorati per altri giornalisti”.

Non si lascia pregare quando gli si chiede di raccontare alcuni aneddoti su come sono nati i suoi articoli più letti. Capì che il Ministro delle Finanze, in un convegno, stava per recarsi alla toilette, poiché lo vide muoversi vistosamente sulla poltrona allestita per la conferenza stampa. Oggi si chiamerebbe sequestro, l’aver bloccato un ministro in una toilette con la promessa di lasciarlo andare solo se avesse risposto alle sue domande.

O quando per poter intervistare il Primo Ministro Giuliano Amato, restio a rilasciare interviste in un momento molto delicato per il Paese, si intrufolò nell’auto ministeriale che lo portava, da Caserta, all’aeroporto di Capodichino.

Articoli antesignani, che rispettano la regola aurea del giornalista e cioè dispiacere anziché compiacere, articoli sempre attuali, alcuni dei quali letti con appassionata partecipazione dalla prof.ssa e attrice Tania Adesso, la cui lettura è esattamente come lei, bella nella sua naturale semplicità.

Forse il dott. Felice de Sanctis dovrebbe convenire con il dott. Lino Patruno, curatore della prefazione del libro, quando dichiara che Felice de Sanctis incarna il civismo del giornalista che non gira la testa.

Lino Patruno ha ragione. E siamo tutti d’accordo.

© Riproduzione riservata

Autore: Beatrice Trogu
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