Recupero Password
Un'assicurazione marittima del 1581
15 ottobre 2010

Nei tempi passati, quando il trasporto di merci di notevoli quantità era fatto per via mare e si navigava a vela, molti erano i rischi a cui soggiacevano armatori, marinai, mercanti, ecc. Per coprire alcuni rischi, come incendio, tempeste e il sempre incombente pericolo di assalto di fuste barbaresche, si provvedeva ad assicurare o la sola nave o il carico o ambedue. Nella documentazione locale pochi sono i contratti rinvenuti in diversi archivi su questo tema; quello che presentiamo, che risulta essere il più antico e il primo in assoluto, riguarda un carico di olio di proprietà dell’Università di Molfetta. Era comune consuetudine, nei tempi passati, pagare le tasse in natura con una merce non facilmente deperibile. L’olio si prestava a tale uso, per cui molti proprietari, al posto della moneta corrente o in mancanza di liquidità, versavano nelle casse comunali l’olio in proporzione alla dovuta imposizione. In conseguenza di ciò l’Università di Molfetta nel 1581 si trovò nella necessità di vendere una partita di olio raccolto in diverse collette. L’olio raccolto, caricato sopra la marciliana di padron Nicolino de Nicolino di Rovigno (Istria) fu di 82 salme e 1 stara; fu posto in 15 botti contenenti olio chiaro e in 11 botti quello mosto. L’olio fu poi scaricato a Venezia. Riportiamo una sintesi del contratto di assicurazione stipulato sulla piazza di Bari da Alessandro Passari, uno dei due sindaci della città, con alcuni assicuratori il 7 ottobre del 1582 s.u. (1581). Al nome d’Idio bon viaggio et salvam(en)to Il m(agnifi)co Alesandro Passaro di m(olfe)tta per nome e parte della m(agnifi)ca Un(iversi) tà di m(olfe)tta et come sindaco di quella et dep(uta)to in ciò da detta Un(iversi)tà e di qualsivoglia altro a chi spettasse e pertinesse e fusse inter(essa)to in tutto e in parte se fa assicurare sopra sal(me) di oglio chiaro et sal(me)……………. refinato e reposti in botti………… ben condicionate caricate nel porto di detta città di m(olfe)tta in nome di detta m(agnifi)ca Un(iversi) tà sopra la m(arcilia)na patronizata per Nicolò Nic(oli)no de rovigno o che per altro che la patronizasse et venesse a patronizare in qualsivoglia partita o da partire dal porto di detta città di m(olfe)tta per lo viaggio proximo dalla p(er) volano o la ponta di goro et dalla p.libi per V. et lo detto si fa assecurare solamente p(er) la somma di d(uca) ti mille et cinquecento della moneta corr(en)te del pr(esen)te regno spacciati in barca et cossi da accordo valutati fra il detto assecurato et gli infrascritti assecuratori tutto il detto oglio a ragione di d(uca)ti………… p(er) ciascuna salma da tutti cosi risichi et pericoli che in qualsivoglia modo fussero intervenuti intervenessero e potessero intervenire in detti ogli di fuoco mare nu(bifrag) i troni sacite tifi e getti e da corsari così amici come inimici et di ogni caso risico e pericolo pensato e non pensato così divino come humano et vole che li assecuratori se pongono in suo proprio solo et correre tutto quel risico et pericolo che detto magnifico Alex(andr) o ……… ……….. havesse corso corresse o potesse correre in detti ogli come se assecurato non fussero incominciando la ditta securtà così p(er) convencione hav(u)ta espressam(en)te fra il detto m(agnifi)co Alex(andr)o et gli infrascritti m(agnifi)ci assecuratori da l’hora che detti ogli s’incominciono a caricare sopra detta m(arcilia)na in detto luoco e porto et duri sin tanto che detta m(arcilia)na se giunta in V(eneti) a a bon salvam(en)to et che detti ogli siano scaricati in terra ben condicionati all’hora s’intenda esser finito il risico et pericolo et guadagnata la pr(esen)te securtà et vole che detto patrone o chi per lui fusse possa mutare marinai et compagni et sostituire altro in suo loco quante volte li piacerà et parerà e possa navigare à tutta sua voluntà a destro et a sinistro andare innansi et tornare adietro in camino e fuor di camino una e molte fiate tanto voluntario come forzato e che possa fare tutte quelle scale tanto in porto quanto in viaggio et in quelli et ciascuno di quelli stare sorgere caricare et discaricare tanto quanto a lui piacerà e parirà et altro accadendo ch’Idio non voglia che detti ogli fussero in qualsivoglia modo persi o se perdessero per ca(usa) di corsari fortuna di mare e tempesta de mare o di danni che facesse detta m(arcilia)na o per qualsivoglia altra sua et modo in tal caso li as-securatori siano tenuti pagare al detto m(agnifi) co Alesandro ………. ……… quello che haverà assecurato a quella parte che li sarà dom(anda) ta et secondo che mancarà da là duoi mesi computandi dopo che sarà havuta la vera nova in pace et senz’altra ecceccione dilacione et reale et realis(sim)a et de ragione in qualsivoglia modo a loro ispet(io)ne che non possano fare questioni liti contradiccioni ne litigio alcuno giusto seu ingiusto se p(rim)a non haveranno integram(en)te pagato et servato le cose p(rede)tte p(er) loro promesse et voleno et convengono che possano essere costretti d’avante d’ogni corte foro e consolato dove al detto m(agnifi)co Ales(andr)o piacerà e parerà dal giud(izi)o di quelli tante in s(ente)ntia come inrivisione non ne possano appellare ne reclamare p(er) qualsivoglia sua e ragione et accadendo et succedendo alcuni casi in detti ogli ch’il pat(ro)ne et merc(an)te o chi per lui fusse possa spendere e recattarli convenire pattuire et accomodare senza consulta et scienza de li assicuratori et fare tutto quello che li paresse utile e beneficio per recuperaccione de detti ogli a danni e spese interessi de li detti assecuratori restando sempre la p(rese)nte securtà in suo ……….. et efficatia sino all’integra esecutione et osservaccione dele cose p(rede)tte reservate però nella p(resen)te securtà truffa de patroni p(er) conto de la quale li detti assecuratori non vogliono essere tenuti in cosa alcuna renuntiando detti assecuratori privilegij beneficij guidatici salvicondotti moratorie dilaccioni assoluccioni et abilitaccioni di giuram(en)to et a qualsivoglia altro benchè di rag(io)ne a loro favore allegare potessero con la p(resen)te securtà giurando a Sacri dei evangelia observare inviolabilmente qua(n)to in la p(resen)te assecurtà si contiene alla pena di onze cinqua(n)ta p(er)loche ne antepongono tutti loro beni co(n) cond(icio) ne precarij et pacto de cap. in ampla solita et consueta for(m)a. Noi Francesco de la Pigna assecuramo p(er) d(uca)ti cinquecento sopra la detta ma(rcilia)na et ne habbiamo hav(u)to il pagam(en)to che Dio lo ma(n)di a salvam(en)to. Io Valentino de Marchesi assecuro d(uca)ti tricento et ne ho havuto il pagam(en)to che Dio la mandi salva. Io Giovanni Zazzarone assecuro p(er) d(uca)ti tricento et ne ho ricevuto il pag(amen)to che n(ostr)o Sig(nor)e la conduchi salva (per) tutto. Io Marco de Gello assecuro p(er) ducati quattro cento et ne ho havuto il pagam(en)to che Dio lo mandi a salva. Anno D(omin)e 1581 die vero 7 ott(obre) X ind(izione) in Bari sop(rade)tti m(agnifi)cus de lu Pigna, Valentino de Marchesi, Giovanni Zazzaronus et Marcus de Gello assecuratore have assecurationem et p(rop)riis manibus subdicatium ratificationem et declaratium fuisse integre satisfactionis p(romittio)nis earet o(m)nia ……… co(n) te(n)ta observare iux(t)a sui seriem et tenore sub oblatione et hipotecum ……………… ecc.1. L’olio a Venezia fu venduto a diversi mercanti e lì cessarono i rischi coperti dall’assicurazione. Se questo contratto andò a buon fine, non così si risolsero altri due contratti assicurativi relativi sempre a Molfetta. Il primo riguarda un carico di due botti di olio chiaro e lampante appartenente a Ferdinando Passari che nel 1637 le aveva caricate sulla barca di Vincenzo Penzi di Chioggia per Venezia; Francesco Antonio lo Vicario aveva assicurato il carico. La barca naufragò nelle acque di Cherso. L’agente assicuratore loVicario risarcì il danno subito dal Passari in 75 ducati e 79 grana2. Il secondo contratto di assicurazione, stipulato nel 1647, ci informa che Giulio Michiello e Giulio Porticella spedirono una partita di olio, caricata sulla barca di padron Graziuso Giovine, per Sebenico. L’olio fu assicurato a Bari dall’agente assicuratore Vincenzo Seregatti per 400 ducati. Durante il viaggio la barca fu intercettata e depredata da una fusta barbaresca. L’equipaggio fu fatto schiavo in Dulcigno e così andarono perduti la barca e il carico.

Autore: Corrado Pappagallo
Nominativo
Email
Messaggio
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""
Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2024
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet