Un arco di onda in onore dei marinai
Il monumento inaugurato dal presidente del Senato, Mancino
Un arco di onda nella sua massima altezza, cavalcato da una barca sospesa in bilico sulla quale una figura protende lo sguardo verso l’orizzonte. E’ questa l’emblematica rappresentazione che il Monumento al Marinaio - scultura interamente in bronzo, realizzata dal maestro napoletano (milanese d’adozione) Giuseppe Maraniello - regala alla città. “Un simbolo conflittuale tra l’uomo e il mare; un omaggio al marinaio e a tutti gli uomini che, per lavoro o per amore, hanno un forte legame con il mare”, recita la relazione dell’autore.
In una cornice degna dei grandi eventi, alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose, nonché di tutto l’associazionismo marinaro locale, è stato il presidente del Senato, Nicola Mancino (presente a Molfetta in occasione di un forum internazionale sui bambini), a inaugurare la scultura, nel pomeriggio di giovedì 4 novembre. Sullo sfondo, il porto di Molfetta.
Non altrettanto copiosa, si direbbe, la partecipazione della gente comune, forse anche a causa della giornata lavorativa. Non era difficile, del resto, scorgere - proprio durante la cerimonia - alcuni motopescherecci che lasciavano il porto per un’altra nottatata di lavoro.
“E’ un simbolo espressivo dell’identità della nostra città”: sono state le parole con cui il sindaco, Guglielmo Minervini, ha presentato l’opera. “Un inno alla pace”, ha chiosato la seconda carica dello Stato.
Sicuramente un’opera che si attendeva da anni. “Una vicenda - ha ricordato il sindaco durante una conferenza stampa - che risale a trent’anni fa”.
“Era una mancanza grave, per una città a così forte vocazione marinara - gli ha fatto eco il Comandante della Capitaneria di Porto, C. F. Sciarretta - non avere un simbolo dedicato alla vita sul mare”.
Così adesso, la scultura fortemente voluta dall’Associazione nazionale marinai d’Italia (Anmi), sarà lo specchio di una città che deve tutto al mare e che, peraltro, non dimentica le sue vite ad esso sacrificate.
Cosimo de Gioia