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Un'americana a Molfetta: docente e giornalista studia la nostra scuola
15 ottobre 2010

Senza dimenticare il suo essere molfettese, ha scelto consapevolmente di essere un’americana DOC. Mariangela Musson, docente universitaria e giornalista statunitense è venuta a visitare il liceo classico Leonardo da Vinci di Molfetta, per avere modo di operare un confronto tra il sistema scolastico italiano e quello americano, offrendoci una interessante opportunità di discussione e arricchimento. Mariangela si presenta subito molto gioviale e ci parla con grande cordialità della sua esperienza di emigrata. Di origini molfettesi, anche se nata in Argentina, ci racconta di essersi trasferita ad otto anni ad Hoboken, nota comunità di italiani emigranti in America. Tuttavia non era questo surrogato dell’Italia il posto dove desiderava vivere, ma voleva piuttosto sentirsi totalmente americana, figlia della sua terra. E’ a questo punto che i suoi genitori decidono di farle conoscere l’Italia, per inculcarle l’orgoglio della propria nazionalità. Mariangela ci racconta allora commossa di aver scoperto solo in questa occasione la sofferenza della condizione dell’emigrante, costretto per pure esigenze lavorative a lasciare i propri cari e a rifugiarsi in piccole comunità di italiani per sentirsi un po’ meno emarginato. Mariangela ha dunque intrapreso gli studi universitari, in un college di cui ci parla con un entusiasmo contagioso: Penn State. Situata nella città di Philadelphia nello stato di Pennsylvania Penn State è la classica università statunitense: un’immensa distesa di prati, una marea di diverse attività, un enorme squadra di football e una vastissima offerta formativa, che attrae studenti anche da altri continenti soprattutto per la fama della facoltà di Scienze Agrarie. Insomma, è un sistema scolastico estremamente dinamico quello che viene offerto ai nostri occhi dal racconto di Mariangela: di fronte all’appassionata descrizione di questo e di molti altri college, di una politica che mette in primo piano la formazione dei giovani, tanto da destinare una somma di almeno 500 dollari per ogni cittadino, anche senza figli, alle tasse scolastiche, diventa difficile non sentirsi da meno per le nostre carenze, per un ministero il cui compito sembra essersi ridotto a tagliare, per le forti avversità economiche che molte scuole si trovano ad affrontare. Anche un altro problema, quello del mancato ricambio generazionale dei docenti universitari, non sembra toccare il sistema statunitense: Mariangela ci racconta di aver realizzato il suo sogno, insegnare all’università, all’età di 25 anni appena, dopo essersi laureata in comunicazione generale (laurea che prevede lo studio di cinema, pubblicità, public speaking, giornalismo ecc). Infatti i suoi genitori avrebbero desiderato che provasse a insegnare qui in Italia, ma Mariangela, resasi conto della condizione delle scuole italiane, ha preferito rimanere negli Usa. Qui ha potuto intraprendere una carriera che l’ha portata anche a vertici molto alti, fino ad arrivare a posti direzionali, occupandosi in particolare di promuovere e coadiuvare la produzione di film, programmi radio, giornali e altre iniziative oppure di tenere corsi anche per i professori stessi. Nel frattempo ha lavorato molto attivamente come giornalista, un lavoro indispensabile,come ci rivela, per poter mantenere il posto di insegnante universitaria (insieme ad esso è però fondamentale la popolarità presso gli alunni, tenuta costantemente sotto controllo attraverso dei test di valutazione che vengono presi in grande considerazione) ma che comunque difficilmente può essere sufficiente per mantenersi in quanto anche negli USA i giornali funzionano per volontariato, forse ancora più che in Italia. E’ però proprio in funzione di giornalista che ci è venuta a trovare a Molfetta, che anzi ci torna regolarmente. I numerosi articoli di costume che produce nel corso di ogni suo viaggio, riscuotono enorme successo negli Usa. Anche se americanissima, ogni volta che torna in Italia non si sente neanche italiana, ma proprio molfettese e porta dunque con orgoglio un pezzo della nostra città, dalla bancarella della frutta alla festa patronale, in un mondo totalmente diverso ma curioso di assaporare “Una giornata a Molfetta”.

Autore: Giulia Maggio
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