Truck Center, si chiede giustizia
MOLFETTA - "Il 3 marzo 2008 cinque operai della Truck.Center, azienda addetta al lavaggio di automezzi presso la zona artigianale di Molfetta perdevano la vita a causa delle esalazioni di acido solfidrico respirati nella cisterna, in cui avrebbero dovuto lavorare. Benchè siano passati già quattro anni dalla sentenza, non è stata ancora fatta giustizia. Anzi una sentenza assurda e paradossale, ha assolto in primo grado l' Eni, l'azienda produttrice del veleno, che ha causato la strage - dice in un comunicato il Comitato 3 marzo -.
Non conosciamo ancora le motivazioni della sentenza, la pubblicazione è slittata di ulteriori 90 giorni, un assurdità se pensiamo che sono bastati soltanto venti minuti per emetterla. Il Comitato Tre marzo, formato da partiti associazioni e singoli cittadini, consapevole che soltanto quando si mantiene alto il livello di mobilitazione e di attenzione dell'opinione pubblica, è possibile ottenere giustizia, ha nella rottura del silenzio mediatico, che ha caratterizzato tutta la vicenda, uno dei suoi obiettivi principali.
E' questa la logica che ha portato il comitato, all'organizzazione di una manifestazione il 3 marzo scorso in occasione del quarto anniversario della strage. Migliaia di persone sono scese in piazza a Molfetta per rivendicare un bisogno collettivo di verità e giustizia per le vittime della Truckcenter. Ora la vicenda processuale è giunta ad uno snodo cruciale,* venerdì 13 aprile* ci sarà una l'udienza preliminare presso il tribunale per decidere in merito all'eventuale rinvio a giudizio di altre due aziende coinvolte nella vicenda, la Nuova Solmine e Meleam spa. In caso negativo, la morte di cinque lavoratori non avrà alcun colpevole, né il produttore del veleno né il suo acquirente, essendo assolutamente residuali le altre responsabilità accertate. *Per questi motivi il Comitato Tre Marzo organizza il giorno dell'udienza preliminare venerdì 13 aprile alle ore 9 una conferenza stampa,nei pressi del tribunale, in piazza Manfredi,angolo via Fra' Diego Alvarez*
Siamo convinti che la sicurezza sul lavoro non sia un costo o una posta di bilancio qualsiasi ma un diritto inalienabile dei lavoratori,uno dei cardini su cui ogni paese civile dovrebbe costruire la propria società".