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Arrestato il sindaco Minervini. D’Amato (Pd): “Non si può guidare una città dagli arresti domiciliari. Minervini si dimetta subito”
D'Amato in consiglio comunale
06 giugno 2025

MOLFETTA – Cominciano ad arrivare le prime reazioni alla notizia dell’arresto del sindaco di Molfetta Tommaso Minervini, avvenuta questa mattina.
Alberto D’Amato, Consigliere comunale e Segretario del Partito Democratico di Molfetta, Gabriella Azzollini, Consigliera Comunale PD e tutta la comunità del Partito Democratico di Molfetta in un comunicato chiedono le immediate dimissioni del sindaco: «La città di don Tonino Bello, di Gianni Carnicella, di Guglielmo Minervini – una città che nei decenni ha sempre espresso sindaci di altissimo valore politico e morale – oggi subisce l’onta di vedere le sue istituzioni gettate nel fango. È una ferita profonda, che colpisce il cuore della nostra comunità e che non può lasciarci indifferenti.

La notizia che scuote Molfetta è di quelle che segnano una città, una comunità, un’intera stagione politica. Il sindaco Tommaso Minervini è stato posto agli arresti domiciliari con accuse gravissime: corruzione, turbativa d’asta, peculato, falso. Capi di imputazione che delineano un sistema opaco e, se confermato, profondamente marcio nella gestione del potere pubblico.

Ma non è solo il sindaco ad essere coinvolto. Ai domiciliari è finita anche la dirigente comunale Lidia De Leonardis, mentre altri due dirigenti comunali sono stati colpiti da misure interdittive che ne sospendono le funzioni per un anno. È l’intero vertice amministrativo della città a essere travolto da uno scandalo giudiziario senza precedenti.

Oggi la città è di fatto ingovernabile. Tre dirigenti su sei sono stati toccati dalla giustizia: due interdetti, uno agli arresti domiciliari. Come si può pensare che la macchina amministrativa possa funzionare in queste condizioni? È evidente che serve un reset. Serve una nuova fase, fatta di legalità, trasparenza, credibilità. Molfetta ha bisogno di ripartire, e può farlo solo azzerando questo sistema e ricostruendo su basi nuove e pulite.

Di fronte a un simile scenario, non bastano più le parole di circostanza. Serve coraggio. Serve una rottura netta. Serve dignità. Non si può guidare una città dagli arresti domiciliari. Non si può chiedere rispetto per le istituzioni se si è accusati di averle tradite.

La città è ferita, sconcertata, delusa. I cittadini si chiedono come sia stato possibile arrivare a questo punto. E a noi spetta l’obbligo di dire con chiarezza che il sindaco Minervini deve dimettersi. Subito. Senza se, senza ma.

Il segretario del Pd locale e consigliere comunale, Alberto D’Amato, dichiara: “Continuare a restare abbarbicati alla poltrona, anche in queste condizioni, è un atto di arroganza e irresponsabilità. Chi ama davvero questa città non la usa come scudo. Se ne fa da parte.”

Sono anni che denunciamo una gestione personalistica e opaca del potere. Anni che chiediamo trasparenza, legalità, programmazione. Abbiamo spesso trovato porte chiuse, arroganza, silenzi. Ora i nodi sono venuti al pettine.

Oggi chiediamo a tutta la città di alzare la testa. Perché Molfetta merita di più. Merita legalità, merita trasparenza, merita amministratori all’altezza, non inchiodati a gravi sospetti giudiziari.

Questo non è solo il tempo della giustizia. È il tempo della responsabilità politica. È il tempo delle scelte nette. È il tempo della dignità.

Dimissioni subito. Per rispetto di Molfetta. Per rispetto dei cittadini».

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