Troppi manifesti elettorali ma dove sono i programmi?
Da qualche elezione a questa parte il manifesto elettorale pare essere diventato, come lo è stato in tempi passati, un veicolo importante per far giungere i messaggi politici. Un vecchio medium riscoperto, insomma. Da un po’ di giorni la città comincia ad esserne tappezzata di manifesti elettorali con volti, slogan, sorrisi ammiccanti, pose amichevoli, frasi a effetto o singole parole. Manca poco meno di un mese alle elezioni e questa modalità di propaganda di comunicazione politica ha cominciato ad occupare gli spazi consentiti. Foto e slogan ma niente programmi elettorali, nulla di tutto questo è stato diffuso, a quanto pare in questo momento contano meno di una giusta quantità di capelli, forse, anzi molto più importanti per l’immagine di un candidato. Dove stanno invece le proposte necessarie e verificabili? Assistiamo solo ad un dibattito politico fatto non di programmi realizzabili, ma di slogan elettorali. Solo testi e figure in quadricromia. Le prese di posizione chiare, i diritti civili, la difesa della legalità, la “cultura del fare” contrapposta alla cultura “del dire” per i politici si traduce in apparire… perché è forse è quello ciò che premia. Ma la politica ha bisogno di regole oltre che di facce. Da televisione, radio e carta stampata, veniamo “informati” quotidianamente sulle elezioni del consiglio provinciale e del suo nuovo Presidente. Si sa però poco sui programmi dei vari partiti politici. Sarebbe un grave errore presentarsi ai seggi elettorali per esprimere la propria preferenza, senza conoscere, poi, effettivamente cosa “promettono” gli aspiranti governanti. Invitiamo pertanto i candidati a diffondere i programmi e a confrontarsi su questi in maniera civile, chiara in modo da fare sul serio politica e fare in modo che non ci siano analfabeti politici o meglio “partitici”. A nessuno piacerebbe essere definito Analfabeta politico come scriveva Bertold Brecht: Il peggior analfabeta / è l’analfabeta politico. / Egli non ascolta, non parla / né partecipa agli avvenimenti politici. / Non sa che il costo della vita, / il prezzo dei fagioli, del pesce, / della farina, dell’ affitto, delle scarpe / e delle medicine / dipendono dalle decisioni politiche. Un analfabeta politico è tanto animale / che si inorgoglisce e gonfia il petto / nel dire che odia la politica. Non sa l’imbecille che dalla sua ignoranza politica proviene / la prostituta, il minore abbandonato, / il rapinatore ed il peggiore di tutti i banditi, / che è il politico disonesto, / ingannatore e corrotto, / leccapiedi delle imprese nazionali e /multinazionali. Teresa Chiarella