Tredici ospiti ucraini in fuga dalla guerra a Molfetta: missione compiuta
MOLFETTA – «Grazie a tutta l’Italia, all’Europa, al Mondo per l’aiuto al nostro Paese»: queste le prime dichiarazioni di Tamara, una delle 45 persone che sono riuscite a lasciare l’Ucraina grazie all’iniziativa di don Gino Samarelli.
Il pullman è giunto dinanzi al Duomo San Corrado intorno alle 18.15, dopo un lungo viaggio che da Leopoli li ha condotti in Italia, con diverse tappe, da Trento a Bologna, da Spinea (città metropolitana di Venezia – ndr) a Foggia. «In molti hanno abbracciato parenti e familiari o amici in tappe intermedie» ha sottolineato don Gino. Proprio nella provincia della Daunia, ad esempio, sei adulti non vedenti hanno trovato ospitalità nel centro don Orione. Del gruppo giunto a Molfetta, tredici rifugiati saranno ospiti «in alcune comunità parrocchiali e nell’affetto di questi luoghi».
Toccanti i loro racconti: la vita che cambia all’improvviso, l’incessante suono degli allarmi antiaerei, la paura dei bombardamenti, la corsa verso i rifugi, la fuga, il timore per i genitori, i parenti, gli amici lasciati ancora al di là del confine. Ma oltre alle parole, ad esprimere le emozioni contrastanti sono gli sguardi: occhi gioiosi nel rendersi conto di essere in un posto sicuro per sé e per i propri figli; gli stessi occhi che si velano di emozione nel ricordare cosa si sono lasciati alle spalle e nell’incertezza del futuro.
Ad accoglierli, l’assessore Gianna Sgherza, operatori del SerMolfetta e rappresentanti delle parrocchie che ospiteranno i rifugiati e il sindaco Tommaso Minervini, il quale, tra l’altro, ha dichiarato a Quindici che «Molfetta è nel centro delle emozioni e dell’accoglienza in questa assurda guerra. … abbiamo già accolto alcune famiglie ucraine la scorsa settimana»
Esauste ma soddisfatte la cardiologa Paola Coluccia e l’infermiera Anastasia Lombardi. Quest’ultima ha dichiarato: «Grazie all’associazione SerMolfetta e a don Gino che ci ha permesso di partecipare è andato tutto bene, siamo stati veramente felici di vedere l’emozione negli occhi delle persone che abbiamo osservato, sia piccoli, sia grandi soprattutto con la speranza di ricominciare una nuova vita lontano dai bombardamenti e soprattutto la speranza di rientrare nel proprio territorio».
Alcuni nuclei familiari sono stati condotti a Martina Franca. Del gruppo, infatti, facevano parte alcuni italiani che avevano famiglia e lavoro in Ucraina. In tarda serata si è avuta la conferma del loro arrivo a destinazione.
Ora si può dire che la missione è conclusa.
Ulteriori approfondimenti e dichiarazioni sul prossimo numero di Quindici in edicola il 19 marzo.
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Autore: Isabella de Pinto