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Tre donazioni alla novella Parrocchia del S. Cuore di Gesù
15 novembre 2021

All’inizio della sua attività, la Parrocchia Sacro Cuore di Gesù a Molfetta – eretta canonicamente nel 1916 e consacrata nel giugno 1932 – ricevette alcune donazioni, da parte dei fedeli, come si desume da documenti custoditi nell’Archivio Centrale dello Stato1. A) Un primo legato fu disposto dall’Arcidiacono Mons. Felice Carabellese, con testamento olografo del 30 novembre 1934 in atti notar POLITO, e consisteva nella nuda proprietà di tre versure di terreno alberato – sito in tenimento di Trani, contrada Casa Rossa – con riserva d’usufrutto vitalizio a favore della sorella Elisabetta e con determinati e perpetui oneri di culto ossia l’obbligo della celebrazione di 50 messe piane (senza parti cantate e con un rituale semplice). In data 08 gennaio 1936 Mons. Salvucc i, Vescovo di Molfetta, rivolse istanza (scritta, come sembrerebbe, da mano altrui su carta bollata di lire 8) al Prefetto di Bari per ottenere l’autorizzazione sovrana ad accettare il legato stesso. Il 26 marzo successivo il Prefetto di Bari la inoltrò al Ministero dell’Interno/ Dir. Gen. dei Culti rilevando che ‘‘il fondo descritto nella perizia giurata redatta dal tecnico Patimo Mauro in data 25 gennaio 1936 è stato valutato in Lire 27.820” e che “da informazioni assunte la perizia é attendibile e che il legato è ritenuto valido e senza opposizioni e che non vi sono eredi legittimi e riservatari, oltre quelli contemplati nel testamento”. Nel proporre l’accoglimento aggiunse, a mo’ di precisazione, “che l’Ordinario Diocesano non ha potuto iniziare la pratica pel riconoscimento civile della nuova Parrocchia, data la insufficienza della dotazione disponibile”. Dopo qualche mese Vittorio Emanuele III, con decreto reale dato il 7 agosto a S. Anna Valdieri2 (controfirmato da Mussolini e registrato alla Corte dei conti il giorno 08 settembre 1936), autorizzò il Vescovo ad accettare il legato nell’interesse della erigenda Parrocchia. Sulla minuta del provvedimento (foto n. 1) vi è l’annotazione: ‘‘Richiamasi attenzione – Parrocchia erigenda”. Il 12 settembre il decreto fu trasmesso in 1 - Cfr. A.C.S., Ministero dell’Interno, Direzione Generale Affari di Culto, busta 1379, fascicolo 27579. Numerose donazioni sono brevemente elencate nell’opuscolo “Vita Parrocchiale” (Tipografia Minervini, Molfetta, 1956, nn. 9-10) dedicato alle “Nozze d’argento sacerdotali di don Giovanni Capursi” alla pagina 17 sub “Accrescimento di dote” della Parrocchia. 2 - Frazione della Valle Gesso (Cuneo), nel Parco delle Alpi Marittime, dove in estate soggiornavano il Re e la consorte Regina Elena. copia dal citato Ministero al Prefetto di Bari, per l’esecuzione, con la seguente avvertenza: “Resta inteso che allorquando la Parrocchia del Sacro Cuore sarà canonicamente eretta e sarà riconosciuta agli effetti civili, il Vescovo pro tempore dovrà fare cessione gratuita dell’immobile legato alla Parrocchia stessa con atto pubblico notarile”. * * * B) Quasi nello stesso periodo, il 31 ottobre 1936, con lettera autografa su carta bollata da lire 6 (foto n. 2) il Vescovo Salvucc i così si rivolse al Ministro dell’Interno: ‘‘Premesso che il compianto Gr. Uff. Sergio Panunzio (Presidente di Corte di Appello, n.d.r.) fu Giuseppe, con testamento olografo in data 7 novembre del 1935, depositato presso questo ill.mo Notaio dott. Nicolò De Sario il 2 settembre 1936, ha legato a favore della Parrocchia del S. Cuore della città di Molfetta (già eretta canonicamente con decreto dell’Autorità Ecclesiastica in data 30 dicembre 1916 e in attesa di chiedere, appena i fondi di dotazione richiesti saranno sufficienti, il riconoscimento dell’autorità civile, un titolo di rendita del 5% (1935) del capitale del valore nominale di lire 15.000 (quindicimila) da acquistarsi dall’erede e consegnarlo alla detta Parrocchia del S. Cuore, il sottoscritto (?) fa istanza all’E.V. perché voglia concedere l’autorizzazione necessaria, a norma di legge, per l’accettazione di detto legato da parte dell’erigenda parrocchia del S. Cuore di Molfetta. Acclude all’uopo copia della parte del testamento relativa al legato di cui sopra e un foglio di carta da bollo di lire 12 per il Regio Decreto. Con profondo ossequio (…)”. La predetta lettera fu trasmessa, con parere favorevole, dal Prefetto di Bari al Ministero mediante nota raccomandata del 19 febbraio 1937, facendo presente che: a) il titolo di rendita sarebbe stato acquistato dall’erede e intestato alla Parrocchia con l’onere della celebrazione di cinque Messe annue; b) dalle informazioni assunte, il legato era ritenuto valido e senza opposizione; c) non vi erano eredi legittimi o riservatari oltre quello contemplato nel testamento. Il 28 aprile 1937 – con decreto del Re Vittorio Emanuele III (dato a Roma, controfirmato da Mussolini e registrato alla Corte dei conti in data 04 giugno 1937) – Mons. Salvucc i fu autorizzato ad accettare il legato, con determinati oneri di culto. Copia del provvedimento fu mandata l’11 giugno dal Ministero dell’Interno al Prefetto di Bari con la precisazione che “Allorquando la Parrocchia S. Cuore di Gesù sarà canonicamente eretta3 e sarà riconosciuta agli effetti civili, il Vescovo pro tempore consegnerà alla Parrocchia stessa il titolo di rendita per la somma legata”. * * * C) Altra donazione4 risale al 14 luglio 1948. Redatta dal notar Onofrio Polito fu Giovanni (con studio in via Margherita di Savoia, n. 82), su foglio bollato da lire 40, al n. 7362 di Repertorio – alla presenza dei testimoni “idonei” sig.ri Bini Antonio fu Vitantonio, bottaio, e Tridente Sergio di Marco Vito, sarto (entrambi nati e domiciliati in Molfetta) – recepiva la volontà della signora Azzollini Anna fu Giovanni, vedova Salvemini, donna di casa, nata e domiciliata a Molfetta, di donare al Sacerdote Capurso5 Giovanni di Pietro, Parroco pro tempore, la nuda proprietà dello ‘‘stabile’’ acquistato in data 1° luglio 1938 (rogato dal notaio Nicolò De Sario in Molfetta e trascritto il 7 luglio 1938 sotto il n.19629) riservandosi l’usufrutto “vita natural durante”. L’atto era registrato a Molfetta il 3.8.1948, al n. 88, vol. 17, atti pubblici, a firma del Procuratore dott. Savino Liodice (forse Loiodice ? ndr). Lo “stabile” consisteva in un intero fondo rustico6 di are 36,30 – reddito dominicale £ 617,10 e agrario £ 65,34 – situato nel tenimento di Molfetta, alla contrada Torre Paventa, la cui rendita doveva servire per celebrare sante Messe di suffragio7. La relazione di perizia già effettuata il 15.12.1947 (e asseverata il 18) dal geom. De Gennaro Antonio, di anni 3 - Trattasi verosimilmente di una “svista” poiché la Parrocchia era stata già eretta canonicamente nel 1916. 4 - Nell’intestazione dell’atto si legge “non accettata”. Infatti, in base all’art. 782 c.c., “L’accettazione può essere fatta nell’atto stesso o con atto pubblico posteriore. In questo caso la donazione non è perfetta se non dal momento in cui l’atto di accettazione è notificato al donante (…)”. 5 - Così anche in qualche altro documento. Il cognome esatto è, però, Capursi. 6 - La perizia parla di fondicino rustico in Catasto alla partita 7659, foglio 17, particella 58, superficie are 36,30, reddito dominicale lire 326,70, agrarie lire 49,00 (cifre inferiori a quelle dichiarate nell’atto notarile, n.d.r.) avente natura colturale a uliveto, con alberi di mandorle e qualche albero di frutta. Dista poco dal centro abitato e ha una figura quadrangolare quasi regolare. Terreno buono alla parte del fondale (sic!), discreto alla sommità. Non affaccia su strade pubbliche ma gode della servitù di passaggio a schiera sul fondo di De Musso Domenico. Confina da tre versanti con De Musso Domenico e a levante con l’Ing. Mastrorilli. 7 - Per le anime del marito Salvemini Sergio fu Michele (deceduto in Molfetta il 4 novembre 1944), della nipote AZZOLLINI Anna di Salvatore (deceduta in Molfetta l’8 gennaio 1945) nonché negli anniversari dopo la morte della donante medesima. 43, su incarico del Parroco del S. Cuore8, aveva determinato il valore reale del fondicino in lire 75.000 con stima piuttosto comparativa e non per affitto essendo i canoni ancora bassi per capitalizzarli. Il successivo 02 dicembre 1948 il Vescovo Salvucc i, su carta intestata, scriveva di proprio pugno: “Visto l’atto notarile (…); considerato che detta donazione non porta alcuna alterazione dello stato patrimoniale della parrocchia del S. Cuore; udito il parere favorevole del Consiglio Amministrativo Diocesano e del Capitolo Cattedrale; concediamo al Sac. D. Giovanni Capurso, nella sua qualità di parroco pro tempore del S. Cuore di Gesù in Molfetta, la facoltà di accettare la predetta donazione’’. Il 10 gennaio 1949 don Giovanni Capursi presentava istanza su foglio bollato allo Spett.le Ministero dell’Interno - Dir. Gen. Culti (foto n. 3) perché ‘‘sia data autorizzazione ad accettare la donazione fatta alla Parrocchia del S. Cuore in Molfetta (Bari), dalla sig.ra Azzollini, di un fondo rustico con obblighi di Messa, giusta art. 17 del Codice Civile9. Se ne attende il relativo decreto autorizzativo. Con stima’’. La domanda era trasmessa, con parere favorevole, il 23 giugno per via gerarchica dalla Prefettura di Bari al Ministero dell’Interno puntualizzando che “La donante si è riservata l’usufrutto, vita natural durante. La liberalità di che trattasi é stata effettuata volontariamente, né risultano in merito opposizioni di eventuali eredi. Sul valore del fondo donato, stabilito dalla perizia giurata (…) nulla ha trovato da eccepire il Genio Civile. L’ordinario Diocesano, con sua lettera del 2.12.1948 ha autorizzato il Parroco su nominato ad accettare la donazione in parola. Per quanto precede, si esprime parere favorevole per l’accoglimento dell’istanza, e si trasmettono gli atti.” Dopo circa tre mesi il Ministero, con raccomandata al Prefetto di Bari del 16 settembre 1949, rinviava il riassunto dello stato patrimoniale intestato alla Parrocchia “perché venga sostituito con altro riflettente esclusivamente la Chiesa omonima (?) interessata alla donazione (?)’’. Chiedeva, tuttavia, di far conoscere ‘quale sia l’effettiva destinazione che la predetta Chiesa intende dare all’immobiridiche – di chiedere l’autorizzazione governativa per l’acquisto di beni immobili oppure accettare donazioni o eredità ovvero di conseguire legati. le formante oggetto della liberalità. Poiché, peraltro, esso non ha ricevuto una specifica destinazione dalla volontà della donante, converrà fare presente al legale rappresentante dell’Ente l’opportunità di destinarlo a smobilizzo per il tempo in cui l’usufrutto sarà consolidato con la nuda proprietà’’. Il 22 novembre il Prefetto – nel trasmettere altro esemplare dello stato patrimoniale – rispondeva che “il titolare della Parrocchia in oggetto, opportunamente interpellato, ha fatto presente che, come risulta dall’atto di donazione stessa la donazione fu fatta dalla Azzollini alla Parrocchia del Sacro Cuore di Gesù in Molfetta, e poiché per Parrocchia si intende generalmente Ente Chiesa Parrocchiale non è da farsi distinzione fra Parrocchia e Chiesa. Per quanto poi riguarda la effettiva destinazione dell’immobile donato, il Parroco ha fatto presente che, avendo la donante destinata la rendita alla celebrazione delle Messe in suffragio, dopo morte, dell’anima sua e dei suoi defunti, il fondo (stesso, ndr) andrebbe ad aumentare la dotazione del beneficio parrocchiale dopo la morte della donante, che si è riservata l’usufrutto vita natural durante’’. Il 24 dicembre 1949 il Ministero – manifestando perplessità per il profilo giuridico – replicava che ‘‘il termine Parrocchia non costituisce una entità giuridica a sé stante ma, per il suo significato generico, può riferirsi tanto alla Chiesa quanto al relativo beneficio. Ciò posto (.) è da esaminare se la donante abbia inteso beneficiare la Chiesa oppure il beneficio. Non sembra dubbio a questo Ministero che alla liberalità debba ritenersi intestata la Chiesa parrocchiale la quale se ne avvantaggerà, se non direttamente, con l’incremento al culto che alla Chiesa deriverà al culto dato che la rendita dell’immobile formante oggetto della donazione dovrà essere tutta spesa per la celebrazione annuale di messe di suffragio, mentre estraneo ai fini voluti dalla donante appare il beneficio parrocchiale il quale, com’è noto, serve essenzialmente al sostentamento dell’investito. Avuto, peraltro, riguardo al fatto che l’immobile non ha ricevuto una specifica destinazione dalla volontà della donante, la quale ha invece imposto all’ente destinatario l’onere di erogare le rendite per la celebrazione in perpetuo di messe di suffragio, converrà far presente all’opportunità di smobilizzarlo per il tempo in cui l’usufrutto sarà consolidato con la nuda proprietà. Inoltre si rinvia l’unito riassunto dello stato patrimoniale intestato alla parrocchia perché sia sostituito con altro riflettente esclusivamente la chiesa parrocchiale’’. Chiesti e ricevuti chiarimenti, il Prefetto comunicava al Ministero che “il titolare del beneficio ha dichiarato che, poiché la donazione (?) è da ritenersi fatta a vantaggio della Chiesa Parrocchiale del Sacro Cuore, si impegna a smobilizzare il piccolo fondo donato, all’epoca del consolidamento dell’usufrutto’’. Tenuto conto di ciò, con decreto del Presidente della Repubblica Einaudi – dato a Roma il 24 aprile 1950, registrato alla Corte dei conti il 27 maggio – la Parrocchia era finalmente autorizzata “ad accettare la donazione disposta da Azzollini Anna, con determinato e perpetuo onere di culto e con riserva d’usufrutto a proprio favore“, fermo restando l’obbligo di alienare l’immobile “per il momento in cui si verificherà il consolidamento dell’usufrutto con la nuda proprietà (?)”10. Il 1° giugno 1950, copia conforme del provvedimento era tra- 10 - Circostanza verificatasi nel febbraio 1956 (morte della donante). smessa dal Ministero dell’Interno al Prefetto di Bari “per il corso ulteriore” e la vicenda poteva dirsi conclusa.

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