Travolta da un treno una donna di 76 anni a Molfetta
MOLFETTA – 27.11.2003
“Dateci un telo, c'è il corpo di una donna sui binari”. Il capotreno di un convoglio in transito si rivolge all'uomo che risiede con la famiglia nella casa cantoniera nei pressi del passaggio a livello di via Fontana a Molfetta, in contrada Grangitiello alla periferia della città. L'uomo si precipita in casa prende un lenzuolo e accompagna il ferroviere sul luogo dove ci sono i resti della donna. E qui fa l'atroce scoperta: quella donna, i cui resti sono stati scaraventati per 400 metri dal treno che l'ha investita, è sua madre (la riconosce dai vestiti che indossa), Giovanna Del Vescovo di 76 anni, che viveva con lui, sua moglie e sua figlia.
La donna è stata investita da un treno che ha continuato la sua corsa, senza accorgersi dell'incidente, che sarebbe avvenuto tra la mezzanotte e le sei di ieri mattina. Per questo la Polizia ferroviaria ha avviato ricerche per risalire al convoglio investitore e ascoltare il personale alla guida del treno. La circolazione ferroviaria ha subìto ritardi di oltre 3 ore per permettere la rimozione del cadavere e tutti gli accertamenti dell'autorità giudiziaria.
Disgrazia o suicidio? Gli inquirenti propendono per la seconda soluzione, anche se i dubbi restano. L'anziana signora soffriva di crisi depressive, si alzava presto al mattino, ma pur essendo malata, era autosufficiente. Potrebbe anche essersi avvicinata troppo ai binari, scivolando e non riuscendo più a rialzarsi, prima dell'arrivo del treno. La sua morte resterà un mistero.
Giovanna, una vita passata fra i binari accanto alla sua casa che condivideva con il marito, custode del passaggio a livello, morto qualche tempo fa. Lì aveva cresciuto il suo figliolo, al quale è toccata la terribile sorte di riconoscere sua madre nella sconosciuta travolta dal treno. E i binari sono stati l'ultima tappa di una vita passata sentir passare i treni, giorno e notte, quel rumore era diventato una musica quotidiana come quello del vento o della pioggia. E lì, fra quelle rotarie, si è compiuto il suo destino.
Adelaide Altamura