Tentata rapina all’oleificio Terra di Olivi di Molfetta. Il colpo fallisce per l’intervento delle guardie campestri
I banditi sparano agli uomini della vigilanza che rispondono al fuoco. Poi i malviventi fuggono a piedi nelle campagne circostanti
MOLFETTA – Cresce l’allarme sicurezza a Molfetta. Ora siamo alle rapine a mano armata, organizzata con impiego di uomini, armi e ricetrasmittenti. A far fallire il colpo è stato il tempestivo intervento delle guardie campestri, che hanno rischiato anche il conflitto a fuoco. E’ avvenuto a Molfetta all’oleificio Terra di Olivi in contrada Mino. Presumibilmente sette banditi armati e mascherati, intorno alle 19 di ieri sera, hanno fatto irruzione nella cooperativa, hanno colpito il guardiano al capo col calcio della pistola e si sono introdotti nella struttura. Poi hanno preso in ostaggio i soci presenti nell’oleificio, bloccando i loro polsi con nastro adesivo.
Nel frattempo, nel normale giro di perlustrazione, sono passati i vigili campestri che si sono subito resi conto della rapina in atto, chiamando i carabinieri.
Alla vista dei vigilantes il bandito che faceva da palo ha sparato in direzione della loro automobile, una delle guardie giurate ha risposto e si è rischiato il conflitto a fuoco. Poi il malvivente, vistosi scoperto è fuggito a piedi allarmando gli altri complici, che si sono dati anch’essi alla fuga per le campagne circostanti.
All’arrivo dei carabinieri non c’era più nessuno: i militari hanno recuperato i walkie talkie dei malviventi, liberato gli ostaggi e tentato di inseguire i rapinatori, che però erano già riusciti a far perdere le loro tracce.
Incredibili le dichiarazioni dell’assessore alla sicurezza Pasquale Mancini che, dopo aver espresso solidarietà alle vittime e apprezzato il lavoro delle forze dell’ordine e delle guardie campestri, ha sostenuto che siamo in una terra di frontiera di zone che hanno fenomeni criminali molto più gravi, quindi sarebbe sciocco pensare di essere immuni al problema. L’assessore ammette che l’allarme sicurezza - come “Quindici” più volte ha sottolineato – esiste ed è concreto. Secondo Mancini, Molfetta isola felice è solo un’utopia, che può divenire realtà recuperando il senso di comunità e attivando i sensori della città per contrastare il malaffare. “Dalla microcriminalità di quartiere agli abusi della quotidianità, dagli incendi delle autovetture alle occupazioni del territorio: nulla deve passare inosservato”, aggiunge l’assessore, sottolineando i fenomeni in atto.
Occorre potenziare il controllo del territorio attraverso telecamere e questo rientra nei programmi dell’amministrazione comunale, come ha detto anche il sindaco Tommaso Minervini a “Quindici” nell’intervista che potete leggere sulla rivista mensile in edicola, ma occorre anche potenziare e soprattutto meglio organizzare la polizia municipale, non armandola, come chiede qualcuno, anche perché occorrerebbe un addestramento adeguato e una scelta di uomini pronti a portare le armi, cosa che per l’età avanzata dei vigili urbani e la presenza di personale non addestrato, finirebbe per diventare un pericolo per loro e per gli altri. Tra l’altro c’è chi ha scelto di indossare la divisa della polizia municipale sapendo di non dover essere armati. Con le armi, infatti, non si scherza e si rischia che ci scappi il morto. Ecco perché riteniamo semplicistica la richiesta di armare i vigili urbani. Per una scelta di questo tipo occorrerebbe un altro tipo di organizzazione e un altro tipo di comando.
L’assessore chiede anche di innalzare il livello di allerta e di attenzione e questo con l’allarme sicurezza, noi lo facciamo. Ma ci dica, di grazia, assessore Mancini, dove ha visto “intervenire, sanzionare, segnalare e recuperare pezzi di territorio”? E’ proprio questo quello che è mancato da quando la città è stata amministrata dal commissario straordinario, che si è limitato all’ordinarietà e questo ha creato spazi per il ritorno alla illegalità diffusa, che l’amministrazione Minervini finora non è riuscita a contrastare. Meno parole e più fatti, assessore Mancini, sappiamo che la determinazione non le manca, ma occorre vedere subito azioni concrete che ancora non ci sono: siamo ancora alla fase delle promesse, ma la campagna elettorale è finita da un pezzo.
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