Tanti auguri Molfetta, per tornare ad essere comunità
Piazza Paradiso ieri sera
MOLFETTA - Il 2018, per Molfetta, doveva concludersi in Piazza Paradiso, con concerti e festa di fine anno. Dopo gli eventi degli ultimi giorni, con una sparatoria, agguati ed eventi che portano a pensare che la criminalità a Molfetta sia tornata a proliferare, riempire la piazza sarebbe stato forse un segnale importante. Se, però, il dispiegamento delle forze dell’ordine è stato fortissimo, non altrettanto importante è stata la partecipazione della cittadinanza. A questo hanno concorso sicuramente diversi fattori: il freddo ingente, la campagna allarmistica messa in moto da alcuni, ma anche, sicuramente, la paura di quella piazza. Nonostante il dispiegamento di forze, nonostante fosse pressoché blindata.
Questo deve forse indurci a fare alcune considerazioni. Gli eventi criminosi che hanno riguardato Molfetta negli ultimi giorni hanno certamente a che fare con la sicurezza, su questo non c’è dubbio. Ma c’è forse un fattore ulteriore da considerare: la vivibilità dei luoghi dipende anche dall’orizzonte di relazioni che in esso si costruisce, da come le persone creano un orizzonte di senso in cui sia possibile sentirsi a casa, vivere liberamente, programmare il proprio futuro.
Ieri il presidente Mattarella ha messo al centro del proprio discorso il valore della comunità. C’è forse l’impressione che questo tema, a Molfetta, si riveli di particolare urgenza. Si assiste, infatti, ad uno svuotamento di senso dei luoghi condivisi, in cui prevale la dimensione privata e viene meno l’orizzonte della vita in comune. In maniera sempre più ingente, quando si esce dal privato si preferisce spostarsi verso i centri commerciali, al di fuori della città. Qui, invece, l’unica forma di relazione rimasta è quella costituita dalla movida, che si concentra per lo più in alcuni locali, nei pressi del porto.
I luoghi comuni, insomma, sono sempre meno vissuti dalla comunità, e divengono spazio privilegiato per il degrado e la criminalità, o al più dell’isolamento. A venir meno in questo quadro, è la dimensione comunitaria stessa. Le relazioni che si esprimono nei centri commerciali, oppure nella movida serale, hanno il carattere dell’estemporaneità e dell’immediatezza. Viene meno la dimensione del confronto, della progettualità collettiva, svanisce quel terreno di radicamento su cui una comunità può costituirsi, scontrarsi, incontrarsi, appropriarsi della città, aprirsi all’alterità e contaminarsi con la diversità.
È forse necessario, allora, affiancare alla sicurezza una riflessione seria su come ridare vita alla città, costruendo i presupposti perché si possa tornare ad essere comunità. La sicurezza è fondamentale, ma anche la libertà ha il suo peso: libertà di desiderare, di creare, di essere in comune. Può forse essere questo un buon proposito per Molfetta per l’anno che sta iniziando. Auguri Molfetta.
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Autore: Giacomo Pisani