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Sud a caro prezzo, edizioni la meridiana, domani presentato alla libreria Laterza di Bari il libro di don Tonino Nel quindicesimo anniversario della morte Interverranno il vescovo di Acerenza, Giovanni Ricchiuti e il sociologo Franco Cassano
15 aprile 2008

MOLFETTA - Il 20 aprile ricorre il quindicesimo anniversario della morte di don Tonino Bello (1935-1993) che è stato, tra l'altro, l'ultimo grande riformatore sociale del Mezzogiorno. Con grande sensibilità ha misurato la fatica del cambiamento prima sui problemi concreti, tangibili, dalla casa al disagio, e poi sulle cose immateriali, come la cultura e le coscienze. Per questo la casa editrice la meridiana ha deciso di ricordare don Tonino con la presentazione di “Sud a caro prezzo. Il cambiamento come sfida”, pubblicato nella collana paginealtre. All'incontro che si terrà domani, mercoledì alle 19, nella libreria Laterza, interverranno il vescovo di Acerenza, Giovanni Ricchiuti, il sociologo Franco Cassano (autore della postfazione al volume) e il presidente di Confindustria Bari, Alessandro Laterza. L'introduzione dell'incontro è affidata a Elvira Zaccagnino, presidente della casa editrice. Le conclusioni a Guglielmo Minervini, direttore editoriale. Don Tonino, scrive Guglielmo Minervini nell'introduzione, non ha più di fronte il Sud contadino e immobile di Dorso, Scotellaro e Salvemini. La sua Puglia appartiene a un Mezzogiorno sospeso tra passato e futuro, tra immobilismi e dinamismi, conservazione e innovazione, retaggi e modernità, quindi tra inerzie e slanci. Inoltre, nel tempo di cerniera che attraversa, la fine degli anni '80 e l'inizio degli anni '90, il potere non ha più la forma beffarda, sfuggente e intangibile descritta da Sciascia ma al contrario appare precario e fragile. Eppure molti nodi del Sud, continua Minervini, non si sono ancora sciolti e don Tonino sperimenta sulla carne la tensione tra la debolezza e le potenzialità. Essere vescovo al Sud è difficile. I problemi sono più complessi, profondi, aggrovigliati. I tempi sono lenti, i passaggi lunghi e contorti. La normalità confina strettamente con l'eccezionalità e, talvolta, invade l'eroismo. Così, se vuoi incidere, devi dotarti di pazienza storica, sguardo esteso e simboli efficaci. Don Tonino lo sa. E lo impara, come testimoniano queste pagine nelle quali sono raccolte, per la prima volta, riflessioni ancora oggi di straordinaria lucidità sulle più significative esperienze in cui si è imbattuto. Come vescovo. Di un Sud non solo pensato ma anche agito. Di un Sud che riesci a pensare compiutamente solo quando entri dentro le sue viscere, lo urti. Di un Sud necessario, come dice Franco Cassano, nella sua Postfazione: “Il sud, come gli ultimi, in don Tonino è necessario. Gli ultimi saranno i primi, e la salvezza per tutti verrà solo dalla capacità di rovesciare la serietà feroce delle gerarchie in un gioco tra pari…Solo partendo dagli ultimi si imbrocca la strada giusta. Per questo il sud ha un ruolo cruciale, per questo don Tonino ci ha insegnato la necessità del Sud. Non solo nessuno potrà abolire il Sud, ma tutti, anche coloro che non sono meridionali, dovranno cercarlo per potersi salvare”.
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