Successo della Mostra “Tracce”
Nella Sala dei Templari di Molfetta
È stata inaugurata il 26 agosto presso la Sala dei Templari la mostra d’arte Tracce a cura di Vincenzo Scardigno. L’allestimento vede esposti quadri dei pittori Natale Addamiano, Fernando De Filippi, Domenico Minniti e Vladana Vujosevic e resterà aperto al pubblico sino alla data del 10 settembre. A introdurre il vernissage è stato, con la consueta doctrina e finezza interpretativa, lo storico dell’arte Gaetano Mongelli, che ha inquadrato le figure nel contesto che le ha viste formarsi e avviare il proprio percorso artistico, connettendo sistematicamente l’esperienza individuale degli autori al panorama culturale di riferimento. L’allestimento è incentrato sull’immaginario legato agli elementi, caro a Gaston Bachelard: aria.acqua.fuoco.terra divengono così i numi tutelari di un sentire che gli artisti hanno declinato nelle modalità a loro più congeniali. Fernando De Filippi rivela subito un gusto scenografico che accompagna tutte le sue realizzazioni. Un’intersezione di arti che insiste sull’elemento igneo, al quale si possono connettere vari significati, da quello di rottura con certi schemi e concetti (vedi Ideologia), ma anche di furore sacro o ancora, paradossalmente, di purificazione. Tra fotografia, installazione, vera e propria scenografia (si veda il lavoro che sceglie come teatro d’ambientazione i trulli), connubio di parola e immagine, De Filippi conduce una ricerca espressiva accattivante. L’opera di Vladana Vujosevic gioca sui cromatismi del mare e dell’oro. Sua tendenza sembra lavorare sulla pittura a rilievo, per restituire l’intensità vivida e il dinamismo delle acque, ma anche i riflessi luminosi che indorano le increspature della superficie. Tra i suoi lavori segnaliamo Intreccio bleu, che colpisce per l’intrico che lo connota, per il dialogo tra cornice e spazio pittorico, per la tensione all’infinito che si fa strada nel garbuglio. Domenico Minniti non manca di cimentarsi col polimaterico e con una luminosa e raffinata pittoscrittura. Lo spazio pittorico si apre alla libertà d’espressione e d’emozione e assurge a luogo di memorie, che, come le parole, s’ingarbugliano con eleganza. Le citazioni colte del “chiaro di luna” ma anche del Sole nero, dalle implicazioni alchemiche non prive di connessioni con l’elemento saturnino, completano il quadro di un prezioso itinerario espressivo. Natale Addamiano offre specimina di temi e motivi cari al suo percorso di artista, privilegiando la pittura a olio. C’è la rappresentazione del mare, vivida nei cromatismi grigio-azzurri che dialogano con i brillii della luce sulle acque. L’elemento marino si apparenta così con i cieli stellati; in entrambi si registra un’armonia tra la tonalità dominante e i chiarori che punteggiano la tela. Lo studio delle variazioni luminose e l’attenzione al fattore atmosferico sono tra i punti di forza dell’artista. Nell’allestimento si registra la presenza anche delle sue gravine, omaggio all’elemento terra; esse si offrono allo sguardo dell’osservatore come distese d’oro dal controcanto floreale, in cui la luce abbacina e dilata gli orizzonti e anche l’ombra rivela, a ben guardarla, una possibilità di fioritura. © Riproduzione riservata
Autore: Gianni Antonio Palumbo