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Studenti in sciopero contro gli esami di riparazione
15 novembre 2000

Che la scuola non sia per tutti un piacere ma bensì un dovere è ormai un dato di fatto. Che poi questo dovere debba essere sempre più appesantito da quelli che sono i naturali cambiamenti dovuti al succedersi dei governi e al mutamento delle idee alla base della guida di uno stato, questa è un'altra storia. Nei giorni di ottobre gli studenti di tutte le scuole molfettesi hanno deciso di unirsi e scioperare contro quella che è sembrata loro l'ennesima ingiustizia: la reintroduzione degli esami di riparazione. In realtà non vi è stata alcuna effettiva reintroduzione degli esami di riparazione ma solo una riformulazione delle modalità e dei tempi per il recupero dei debiti formativi: il giovane che ha avuto un debito formativo deve recuperarlo entro il 31 agosto, o si rischia la bocciatura. Con questo provvedimento si ha una certezza più sicura del superamento del debito da parte del povero studente che dovrà frequentare corsi di recupero potenziati durante l'anno ed anche durante l'estate, per evitare la bocciatura. Saranno le scuole a farsi carico di organizzare corsi a sostegno di chi già all'inizio dell'anno dimostra di avere insuffi cienze in alcune materie scolastiche. Utilizzando questo metodo sia ha la possibilità di facilitare il raggiungimento della maturità, senza che la formazione dello studente sia piena di lacune e mancanze. Per chiarire meglio la situazione a livello locale, abbiamo ascoltato alcuni presidi di scuole superiori molfettesi: il prof. Sabino Fasciano dirigente scolastico dell'Itcgt “Gaetano Salvemini”; il prof. Pellegrino de Pietro, dell'Ipssar e la prof.ssa Maria Depalma, del Liceo classico “L. da Vinci” e del liceo scientifi co “A. Einstein”. Gli alunni dell'Itcgt hanno partecipato alle contestazione nazionali, ponendosi contro la decisione di reintrodurre gli esami di riparazione. Il preside Fasciano racconta che il livello di “debiti scolastici” all'interno dell'istituto è nella media nazionale: 20-30% in italiano, 50% in matematica e 40% in lingue straniere. L'istituto, però, sta portando avanti dal 24 settembre dei Corsi I.D.E.I, in modo che i ragazzi che non hanno superato il debito l'anno precedente, abbiano la possibilità di frequentare dei corsi propedeutici in orario extra curriculare. La situazione dell'Ipssar (Istituto professionale di Stato per i servizi alberghieri e della ristorazione) è un po' più particolare e critica: la scuola sollecita le esperienze lavorative e lo stesso preside de Pietro conferma la diffi coltà che molti studenti avranno per recuperare il debito seguendo corsi estivi, sacrifi cando così o il lavoro o lo studio. L'istituto continuerà a sollecitare i giovani allo studio e adempirà alla legge ammonendo chi non cura il recupero, essenziale per una formazione completa ed omogenea. La preside Depalma preferisce non pronunciarsi sull'argomento fi no a quando non ci saranno delle certezze. Gli studenti dei suoi due istituti hanno comunque partecipato massicciamente alle contestazioni nazionali, manifestando anche a Bari con il resto degli studenti della provincia, mostrando quindi il disappunto per una situazione che non sembra giocare a loro vantaggio. Solo con il passare del tempo si potrà avere la certezza di quali saranno le conseguenze di questo nuovo provvedimento nazionale riguardo l'istruzione. Gli studenti italiani diventeranno davvero più volenterosi e studiosi o quello degli esami di riparazione resterà solo l'ennesimo spauracchio che dovrebbe terrorizzare gli studenti?
Autore: Alina de Gennaro
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