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Storie di donne, il libro di Cecchini-Gambardella presentato a Molfetta
17 marzo 2013

MOLFETTA - L’8 marzo, tra le mura del museo diocesano, è stato presentato il libro «Storie di donne» di Cecchini Albina e Paola Gambardella. Attraverso la rappresentazione de “Il carro dei comici”, donne molfettesi tra ‘800 e ‘900 sono riaffiorate dal passato per raccontare pezzi di storie ormai scomparse nella memoria ma ancora pullulanti nei vicoli più antichi di Molfetta. Infatti, questo libro s’impregna di preziosità nel far conoscere le storie di donne coraggiose che diventano tasselli e non burattini di un’epoca.
Le descrizioni genuine, croccanti e vivide proiettano i lettori in quell’epoca in cui la donna viveva nascosta all’ombra di una figura maschile costantemente al suo fianco. Dopo una breve introduzione che descrive gli usi e costumi del tempo, il libro apre gli occhi a tre donne che rappresentano l’epoca in cui sono cresciute non per il loro conformismo ma per la forte diversità con cui hanno viaggiato: Angelina Cappelluti, Elisabetta Cozzoli, Rosaria Scardigno.
La storia di Angelina Cappelluti ha risvegliato nelle due autrici il desiderio di parlare di queste donne. Angelina sposò suo zio per non disperdere il patrimonio familiare. Rimasta vedova, si dedicò al commercio diventando una “donna d’affari” e adottando atteggiamenti allora solo permessi ad un uomo. A simboleggiare la grandezza della sua famiglia, incentivò la costruzione del Palazzo Cappelluti, in seguito abbattuto a causa di un amministrazione miope e insensibile al prestigioso valore storico e artistico dell’edificio.
Elisabetta Cozzoli, sorella di Giulio Cozzoli, era una donna alquanto capricciosa e stravagante che si è concessa libertà che farebbero scalpore anche oggi. Tra innumerevoli viaggi per aiutare il fratello in esilio, questa sua personalità forte ma intricata, la profonda fede in Dio, Elisabetta appare come un’altra figura emblematica all’interno di un complesso quadro storico e psicologico.
L’ultima e grandissima donna è Rosaria Scardigno. Giornalista femminista, diffondeva tra i centri culturali del tempo idee di libertà, lavoro, uguaglianza ed istruzione che ruotavano attorno alla figura della donna. Rosaria Scardigno ha combattuto per una causa impensabile ed improponibile per l’epoca ma con coraggio, determinazione, passione ha lasciato impronte di sé tra le pagine dei suoi scritti.
Questo libro ricorda i racconti in bianco e nero che si nascondono tra le rughe dei nonni, colma un vuoto nel parlare di donne eterne nella storia, infonde nel lettore la stessa passione che scorreva nelle loro vene. Un modo degno per ricordare il coraggio femminile, anche quello più piccolo e quotidiano, in memoria dell’8 marzo.
 
© Riproduzione riservata
Autore: Maria Nicola Stragapede
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