MOLFETTA – “Onestà intellettuale e correttezza istituzionale, sono questi i due principi fondamentali cui si deve ispirare l’attività politica”, a dirlo sono i partiti dell’opposizione di centrosinistra Pd, SeL e Rifondazione Comunista, che sembrano essersi svegliati da un lungo torpore, reagendo con «sconcerto e indignazione» alla nota stampa diffusa dall’Amministrazione comunale di Molfetta, nella quale si legge che «lo stanziamento di 300 mila euro per il recupero del motopesca “Francesco Padre”, inabissatosi nelle acque dell’Adriatico in circostanze mai chiarite nel novembre del 1994, è stato approvato, in sede di approvazione dell’assestamento del Bilancio di previsione 2010, “a maggioranza dal Consiglio Comunale con il voto contrario delle opposizioni”.
E’, questa, un’affermazione grave, gravissima, che non esitiamo a definire meschina – aggiungo i tre partiti - perché distorce la realtà e la piega alla più inaccettabile propaganda pre-elettorale.
Sarebbe proprio il caso che qualcuno spiegasse al Presidente della Commissione Bilancio del Senato, Antonio Azzollini, che l’assestamento è uno strumento giuridico e contabile previsto dal legislatore per aggiornare il bilancio di previsione annuale alle nuove esigenze economico-contabili che possono essere insorte successivamente alla sua approvazione. E’, quindi, un atto eminentemente politico che contiene al suo interno le scelte discrezionali e strategiche che un’amministrazione compie, scelte già criticate in precedenti bilanci.
E’ del tutto evidente, quindi, che l’opposizione non poteva che votare contro l’assestamento di bilancio nel suo complesso, avendo espresso il proprio parere sfavorevole al bilancio di previsione 2010, logico presupposto dell’atto approvato lo scorso 27 novembre.
E’, quindi, pretestuoso e scorretto cercare di diffondere in città la falsa convinzione che il centrosinistra possa essere contro il recupero del relitto del “Francesco Padre”.
Da sempre reclamiamo verità e giustizia per quella tragedia, e non tolleriamo che qualcuno, oggi, dopo anni di silenzio e di inerzia, confezioni uno spot elettorale a proprio uso e consumo, speculando ancora una volta, miserevolmente e al solo fine di racimolare qualche voto, sulla memoria di cinque concittadini morti in circostanze misteriose, ben sapendo (tra l’altro) che i 300.000 euro stanziati non basteranno certamente per recuperare il motopeschereccio affondato.
Azzollini farebbe bene, piuttosto, a dare un senso alla sua presenza in Parlamento, chiedendo l’intervento sulla tragedia del “Francesco Padre” del Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, perché solo lo Stato può farsi carico di quel recupero e solo il Presidente del Consiglio può rimuovere il “segreto di stato” laddove necessario per scoprire la verità.
Chissà, magari tra un festino “selvaggio” e l’altro, il Cavaliere potrebbe anche dargli ascolto».
Fin qui il comunicato di Pd, Sel e Rifondazione comunista, dai quali ci si augura - visto che la propaganda serva di Azzollini e del suo ignorante scudiero tornato a fare il megafono rotto del sindaco-senatore, ci definisce “foglio di partito della sinistra locale” – nei prossimi mesi un’opposizione più serrata contro un’amministrazione decadente che ricalca quella altrettanto fallimentare di Silvio Berlusconi, ormai alla fine, e soggetta alla derisione e allo scherno internazionale.
Anche a Molfetta la propaganda del Pdl, affidata ad un impresentabile personaggio della commedia dell’arte che cerca faticosamente di mettere insieme alcune frasi nel suo italiano incerto, si sforza di accreditare false informazioni sui propri inesistenti successi e sulle deficienze dell’opposizione. E quando qualcuno non si adegua, si ricorre alla fabbrica dei veleni, col il metodo Boffo, brevettato da Vittorio Feltri (per questo episodio sospeso dalla professione per tre mesi dall’Ordine dei giornalisti) per diffamare qualcuno o qualcosa.
E’ quello che è successo con il reparto di chirurgia, oggi fiore all’occhiello dell’ospedale di Molfetta, che, invece, per bocca di una giovane e inesperta consigliera comunale Angela Latino, viene disegnato a tinte fosche, talmente false da risultare incredibili. A lei, visto che il Pdl a Molfetta non esiste come partito, viene affidato il compito dell’ariete, per demolire verbalmente la struttura sanitaria, assegnandole un comunicato, scritto da altri, da leggere in consiglio comunale. E la ingenua consigliera di primo pelo si trova involontariamente coinvolta in un attacco politico diffamatorio senza precedenti.
Quindici si accorge della manovra e la segnala ai cittadini i quali, indignati, attraverso i loro commenti, concordano nella condanna di questa operazione di sciacallaggio, che, come molte azioni politiche del Pdl, finisce per danneggiare l’immagine della città (ricordiamo le performance televisive del sindaco). Purtroppo l’opposizione di centrosinistra in consiglio comunale, non reagisce subito a questo attacco diffamatorio, perdendo l’occasione per dimostrare di avere carattere.
Scoperti con le mani nella marmellata, e rossi di vergogna, gli ascari del Pdl, per difendere la Latino e quindi se stessi, reagiscono nell’unica maniera che ha insegnato loro il padrone Berlusconi (oggi anch’egli in disgrazia e prossimo alla sua fine politica): offendere gli altri, spargendo fango e letame. E affida il gioco sporco alla solita comica macchietta dell’avanspettacolo politico che si agita scompostamente e si affanna a definirci la “Pravda” locale, involontariamente, nella sua ignoranza, facendoci un complimento, perché “Pravda” significa “verità”. Ed è proprio la verità che noi abbiamo pubblicato, lasciando il re nudo.
Purtroppo, ci dispiace che il buffone di corte trovi ascolto e spazio in alcuni organi di informazione locale che, ignorando etica e regole professionali che non conoscono, pur di attaccare la concorrenza, si trasformino in ascari del Pdl, copiando e incollando le veline del potere (forse, senza neanche leggerle), nascondendosi dietro la falsa obiettività della foglia di fico del “riceviamo e pubblichiamo”. E così, magari, in mancanza di notizie, coprono un altro giorno.
E, parafrasando, proprio il comunicato del Pdl in difesa della Latino, possiamo ben dire, come nel primo editoriale di “Quindici”: per fortuna siamo diversi.
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