“Siamo gli eredi diretti della vecchia Dc”
Così si propone l'Udc in una manifestazione pubblica
Mai viste tante donne ad un incontro politico, giovani con i bambini al seguito, ma anche avanti nell'età, con i vestiti buoni e i colpi di sole fatti in casa che avrebbero avuto bisogno di un ritocco. Non c'è che la chiesa e forse la Dc dei tempi d'oro, capace di tirarle fuori delle case, soprattutto a Molfetta, dove il connubio donne e politica è ancora troppo poco praticato. La manifestazione organizzata dall'Udc, giovedì 9 dicembre, alla Fabbrica di San Domenico, ha unito in fondo questi due richiami, era chiaro fin dal titolo, “Itinerari e sviluppi dell'idea democratico cristiana”, riuscendo a gremire la sala, fino alla necessità di aggiungere altre sedie. Qualche parte deve aver avuto anche la capacità di trascinare di Carmela Minuto, consigliere comunale dell'Udc.
“Oggi rinasce la Democrazia Cristiana”. Questa la dichiarazione d'apertura del neo segretario cittadino, Pasquale Minuto. A dar maggiore solennità all'annuncio, il fatto che sia stato accolto da tutto l'esecutivo del partito, anch'esso di nuova nomina, in piedi, qualcuno anche con la mano sul cuore – stile americano o calciatori prima della partita – ad ascoltare una musica che è poi risultata “Bianconfiore”, inno ufficiale della Democrazia Cristiana.
Nell'incontro s'è discusso proprio di questo, di un partito, l'Udc, che intende accreditarsi come l'unico e il vero di centro, erede della gloriosa Dc. Un'eredità non riconosciuta a quelle formazioni che si sono collocate nel centro sinistra, abbastanza chiaro il riferimento alla “Margherita”, e che, secondo uno degli intervenuti, della sinistra hanno finito con l'essere succubi; non lo sono nemmeno le altre che rientrano nel Polo.
Insomma, se, come detto con un efficace immagine, “la balena bianca s'è frammentata in tanti pesciolini”, l'Udc si propone, passata la bufera degli anni Novanta, di ricomporla quella balena.
L'immagine è stata utilizzata dal preside Damiano d'Elia, chiamato senza troppa fortuna a tenere una dotta relazione sulla storia dell'idea democratico cristiana in Italia, dotta, ma poco interessante per il pubblico: i bambini piangevano, le signore si annoiavano. È dovuto intervenire l'on. Matarrese, vecchio volpone della politica, che lo ha invitato ad affrettare la conclusione, per tornare ad un tono più colloquiale. Anch'egli stupito della folta rappresentanza femminile, ma poco intenzionato ad indagarne le ragioni, non andando al di là della domanda: “Dove sono i vostri mariti?”. Perché naturalmente era impensabile nella vecchia Dc, forse lo è anche nella nuova, che una donna si interessi di politica al di fuori della tutela di un marito.
Anche per Matarrese l'Udc non è altro che una rinata Dc. Ha trovato in disaccordo l'on. De Cosmo, presente fra il pubblico ma, ha tenuto a precisarlo, non tesserato. “La Dc è morta - ha affermato De Cosmo - esistono gli eredi, i cattolici cristiani, che si sviluppano nelle diverse realtà”. E mentre gli altri si dichiarano in attesa del ritorno del proporzionale, De Cosmo ha ricordato che nel frattempo si vota ancora con il maggioritario e che è bene rafforzare la coalizione di centro destra.
Insomma, un incontro in cui, almeno apparentemente non s'è discusso di questioni cittadine, comunque ben presenti sullo sfondo. A leggerlo bene, anche nella sua folta e vociante partecipazione, sì è trattato pure di una prova di forza della famiglia Minuto che, a quanto pare, è riuscita ad egemonizzare il partito: gli altri esponenti locali di un qualche spicco non si sono visti o si sono mimetizzati al fondo della sala, più osservatori, che coprotagonisti.
Lella Salvemini
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