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Sei medaglie per i molfettesi del taekwondo Una scuola locale insegna il combattimento coreano col piede
15 febbraio 2002

Lontano dai riflettori, dai fasti e dalle polemiche che accompagnano gli sport più noti, nascono e si sviluppano molte discipline, sbocciano dei veri e propri campioni. E' il caso, nella nostra città, del taekwondo, un tipo di combattimento di antica origine coreana praticato già dal I secolo a.C. come arte marziale. Letteralmente il termine taekwondo [che si pronuncia “Tecondò”] deriva dal coreano Tae (“colpire con il piede”), Kwon (“pugno”) e Do (“arte”), una sintesi perfetta dei colpi che si utilizzano nel combattimento. A partire dalle Olimpiadi di Sidney 2000 il taekwondo è stato inserito come sport olimpico ufficiale. Gli atleti sono divisi per categorie di peso (otto), indossano la tradizionale divisa bianca (dobok) con cintura (che indica il grado di preparazione), sono muniti di protezione (corpetto e casco) e si affrontano su un quadrato di 8 metri di lato all'interno di un'area di sicurezza di 12 mt. x 12. I colpi possono essere diretti solo sul tronco e sul volto dell'avversario usando il piede, mentre se si usano i pugni l'unico bersaglio valido è il tronco. Le protezioni, oltre ovviamente a proteggere i due atleti, servono anche per evidenziare, grazie al rumore prodotto nell'impatto, i colpi e dunque per stabilire con più precisione il punteggio. Il combattimento, della durata di tre riprese di tre minuti ciascuna, è diretto da un arbitro centrale coadiuvato da tre giudici d'angolo e dal direttore di campo. Vi sono delle tecniche assolutamente proibite, che sono punite con una immediata sottrazione di punti, quali spingere il proprio avversario, colpirlo al viso con un pugno, colpirlo con una ginocchiata. Da circa dieci anni il maestro Giuseppe Dellino con fatica insegna questa disciplina a Molfetta e, sebbene sia sconosciuto ai più, cominciano ad arrivare dei risultati importantissimi sia a livello nazionale che internazionale. I suoi ragazzi hanno partecipato e vinto moltissimi tornei. A novembre 2001 nell'Open Internazionale di Schio (aperto sia alle squadre nazionali che ai club) ci sono stati tre ragazzi sul podio: nella classe cinture nere juniores, categoria di peso –78 kg, Felice Magarelli si è aggiudicato il secondo posto; stesso risultato per Pasquale de Palma, cintura nera juniores, categoria di peso –59Kg; primo posto per Dario Tamborrino, cintura nera senior, categoria di peso –59Kg. Ma è nel mese di gennaio di quest'anno durante l'Open di Varese che la squadra di Dellino ha realmente dimostrato tutte le sue incredibili capacità piazzandosi al quinto posto come team e vincendo 3 medaglie d'oro, 1 argento e 2 bronzi. Pasquale de Palma, Marco Aruanno e Carlo Petruzzelli sono saliti sul gradino più alto del podio nelle loro rispettive categorie, Felice Magarelli si è aggiudicato un secondo posto, bronzo invece per Antonio Memeo e Dario Tamborrino. I loro impegni agonistici per quest'anno sono solo all'inizio. Il 17-18 marzo a Lecce è fissato il Campionato Italiano juniores, una data fondamentale per molti degli atleti. A chi scrive non resta che fare a tutti loro un immenso in bocca al lupo e sperare che possano tornare a casa, dopo aver passato delle grandi giornate di sano agonismo, con un palmares arricchito. Serena Adesso
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