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Scritte nazifasciste alla sede della Casa dei Popoli di Molfetta Un fenomeno che desta preoccupazione
15 maggio 2007

MOLFETTA - Ci sarebbe da chiedersi cosa sta accadendo a Molfetta, chi ci sia dietro – esaltati, provocatori, poveri di spirito? - questa battaglia combattuta non con la dialettica delle parole o con il confronto delle azioni, ma imbrattando i muri, con scritte senza senso, perché tali le ha giudicate la storia, e simboli carichi di morte. Dopo i palazzi a caso nella città, dopo la sede di Rifondazione Comunista tocca ora a quella della Casa dei Popoli in Via Sergio Pansini, dai cui responsabili riceviamo il seguente comunicato stampa: “Una mattina come un'altra, svegliarsi a Molfetta, città di Gaetano Salvemini, è trovare nuovamente delle scritte inneggianti al nazifascismo, con croci celtiche e svastiche. Nuovamente perché è da tempo che scritte simili volgarmente imbrattano i muri della nostra città e di quelle limitrofe. Risvegliarsi è notare che le ultime vergognose scritte compaiono sulla sede di un partito e su quella dell'Ass. Casa dei Popoli, associazione di assoluta stima e riconoscibilità in città e non solo. L'obiettivo di queste scritte è anche quello di provocare una delle realtà che da cinque anni agisce sullo scenario culturale della città. In questi anni di attività numerose sono state le iniziative, organizzate con grande fatica ma anche con impegno ed energia, indirizzate a sensibilizzare, diffondere e riflettere sulla storia nazionale, e della nostra città in particolare, e sui valori dell'antifascismo, fondanti della nostra Repubblica. Da sempre, la Casa dei Popoli ha mostrato il coraggio di non nascondere nella penombra il proprio volto e la propria identità antifascista realizzando una lotta quotidiana e alla luce del giorno: prova ne sono le differenti edizioni del "Giorno della Memoria", di "Senza Memoria non c'è Futuro" e, non ultime, le iniziative in occasione dell'anniversario della morte di Gramsci. La Casa dei Popoli alle "risate" di questi anacronistici esaltati fascistoidi da sempre risponde con i propri "sberleffi" culturali, con l'arte, la musica, il teatro, la cultura che integra e non esclude, la cultura del rispetto delle differenze sociali e razziali, la cultura "colorata" che non si fa intimidire o zittire. Pertanto, la Casa dei Popoli si rivolge apertamente alla società civile e per tali attacchi non chiede una semplice solidarietà, quanto un fronte comune, il più vasto possibile, delle realtà sociali, politiche e culturali cittadine e una presa di distanza che avvenga pubblicamente soprattutto da parte delle istituzioni comunali, Sindaco in primis, al fine di evitare che tali fenomeni continuino a ripetersi in una città che storicamente si dichiara antifascista”.
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Quanta indignazione per un cretinetto. La città è piena di scritte che ingannano l'intelletto umano. Per esempio, tempo fa si fece innalzare un cartello “Molfetta città della Pace”. Le premesse c'erano tutte, il richiamo alle radici tracciate da don Tonino furono da subito chiare. Qualcuno si lamentò perché avrebbe gradito altre scritte, del tipo “Molfetta, città dell'olio buono”, “Molfetta, città del pesce fresco”…ecc… Bene qualcuno finalmente ha avuto un briciolo di iniziativa privata e con uno spray economico ha deciso di dire la sua. Il messaggio è bello forte. Onestamente speravo che l'iniziativa privata fosse volta a messaggi più classici come “w la f…” o “Maria ti amo” . Le mura della Casa dei Popoli e della sede di RC saranno sembrate troppo malinconiche e il bravo artista ha deciso di rendere omaggio con una sua opera che fosse dura, vigorosa e irriverente. Ogni scritta ha il suo reflusso polemico e nel giro di poche ore la cittadinanza ha espresso il suo sentimento, contestando l'artista il quale, dal canto suo ha deciso di chiudersi in un mesto silenzio. Chi lo conosce bene sa che l'artista è comunque gratificato per aver creato cotanto clamore e questo gli renderà grande dignità per il principio “molti nemici molto onore”. Personalmente, negli ultimi tempi a dignità sto messo male, io che sono un uomo semplice, umile ed onesto riconosco che questo strumento può rappresentare una via d'uscita. Domani voglio prendere il mio uniposca e fare il giro della città, scegliermi gli angioletti migliori per lasciare la mia scritta “Molfetta, la città delle belle donne”. Una scritta la faccio sul muro della sede di Quindici, così mi garantisco il minimo sindacale della celebrità, l'altra la ricopio sul muretto del Gavetone dopotutto lì di belle donne se ne vedono parecchie e l'ultima sulla banchina San Domenico a monito per tutti i marittimi molfettesi. Prima di concludere a giustificazione della mia perduta dignità vorrei spiegarvi quanto mi tocca sentirmi in imbarazzo tutti i giorni, per tutto il tempo, per essere il bastian contrario di una città che non si indigna per una marea di gesti volgari ed ignoranti dei suoi cittadini però fa un gran fracasso per la scritta di un demente. Saluti




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