Sara Allegretta: fallimentare il forum della cultura, meglio contatti one to one. Maggiore spazio alle Associazioni
Con il vice sindaco e assessore alla Cultura, Affari Generali e Istituzione, Turismo, Sara Allegretta, in questa intervista a “Quindici”, ci siamo confrontati in particolare sul rapporto fra l’amministrazione e i soggetti culturali cittadini. Nel programma elettorale, infatti, si faceva riferimento all’esigenza di creare un modello di governance che permettesse ai soggetti culturali di essere protagonisti della programmazione culturale. Al momento, sembra piuttosto emergere la volontà, da parte dell’assessore, di affidarsi al confronto diretto con gli operatori, al di là di un dispositivo di partecipazione pre-determinato. Quali saranno i punti cardine della programmazione culturale a Molfetta con l’amministrazione Minervini? «Partiamo da quello che abbiamo trovato: una situazione abbastanza piatta, vuota. Era necessario ricreare un’idea di cultura in questa città. Proveniamo da un lungo commissariamento e questo ha fatto sì che le associazioni si allontanassero dall’idea di fare cultura qui in città. Il primo passo è stato quello di ricontattarle. O, meglio, loro hanno chiesto continuamente degli incontri. Abbiamo cercato di capire da quali progetti volessero effettivamente ripartire. A partire da ciò abbiamo cominciato a concordare una programmazione, perché è chiaro che non puoi fare convergere tutto nello stesso periodo. Belli sono stati gli incontri con tutte le associazioni, ricchi di scambi e di idee. Una parte di me ragiona come operatore culturale, quindi è stato facile trovare punti di contatto. Ognuno di loro si è sentito compreso. Ciò che a loro è mancato in passato, durante il commissariamento, è stata proprio la considerazione, nonché l’idea di progetto. Su questo stiamo lavorando in modo molto sereno, cercando di rispondere alla necessità di ciascuno di essere valorizzato. Al di là di questo, non vogliamo solo recepire istanze ma proporre iniziative. Ci saranno due importanti eventi nel mese di ottobre con due commemorazioni: i 250 anni dalla nascita di Luigi Capotorti e poi il sessantesimo anno dalla morte di Gaetano Salvemini. Si tratterà di due programmazioni separate che convergeranno nel mese di ottobre per una prima fase, ma poi si svilupperanno successivamente. Per la prima volta avremo un concorso pianistico internazionale, collegato con la commemorazione di Capotorti, che porterà centinaia di iscritti al concorso, con una importante commissione. Al convegno su Gaetano Salvemini parteciperanno numerosi accademici, e sarà presentato anche il libro su Salvemini di Marco Ignazio de Santis. Questa è solo una prima parte delle celebrazioni, che proseguiranno anche nel 2018. Inoltre, cultura non è solo relazionarsi con le associazioni ma valorizzare i luoghi storici che abbiamo. Siccome c’era un bando della Regione per la valorizzazione delle biblioteche, siamo riusciti ad avviare la procedura per poter festazione di interesse per individuare i progettisti e la parte gestionale del progetto. Proprio in questi giorni stanno arrivando le domande e partirà la valutazione. Questi canali sono i soli per avviare questi progetti. Questo progetto permetterebbe la ristrutturazione della biblioteca. Mi fa particolarmente piacere perché la procedura per ottenere i finanziamenti è difficile, bisogna avviare molte attività per raggiungere l’obiettivo, infatti molti Comuni hanno desistito. Noi siamo riusciti a presentare il progetto in tempi strettissimi». L’amministrazione Natalicchio inaugurò un forum della cultura, per dare la possibilità alle associazioni e agli enti presenti sul territorio di partecipare alla progettazione culturale in città, in continuità con l’elaborazione dell’assessorato alla cultura partecipata, costituitosi in contrasto con il modello culturale che era stato proprio di Azzollini. Il forum della cultura non è stato però messo in condizione di incidere sulle scelte dell’amministrazione, ed è rimasto un progetto monco. Pensa di riprendere quel progetto, o comunque di attuare dei dispositivi per consentire la progettazione partecipata della cultura in città? «Ho già parlato con l’80% delle associazioni, e tutte hanno ritenuto fallimentare quella esperienza, mentre hanno gradito molto questo contatto “one to one”, ovvero un contatto diretto con l’assessore, che non passasse attraverso quel grande calderone in cui tutti hanno detto di tutto. Io ho recepito la voce delle associazioni in questo senso. Sono andati via tutti molto soddisfatti da questi incontri. Le associazioni non sono state costrette al confronto, eppure hanno trovato da sole il modo di riorganizzarsi. Noi parliamo, dialoghiamo, decidiamo insieme il percorso per ognuno di loro, che rientra comunque in una programmazione, senza chiedere alle associazioni di mettersi insieme necessariamente. Ci sono arrivate da sole, ad esempio nel rapporto con le scuole. Abbiamo deciso concordemente che possono elaborare una programmazione unica e presentarla a tutte le scuole. Il rapporto diretto sta riuscendo a mettere tutti d’accordo. Le associazioni non erano invece soddisfatte del forum. Certo, di trattava di un’idea nuova e c’era la necessità di un cambiamento, in una città che non aveva mai avuto un assessorato alla cultura. Io uso un altro metodo, vedremo col tempo. A me ha dato già ottimi riscontri. Per il momento nessuno sente l’esigenza di un dispositivo alternativo al forum, e ognuno ha trovato nel confronto diretto con me il proprio percorso programmatico. Il dialogo che si crea è molto interessante e costruttivo. Una parte di me ragiona come amministratore, un’altra come operatore culturale che conosce benissimo le esigenze di chi fa il loro mestiere. Anzi mi rendo conto che a volte sarebbe più facile contribuire alle loro iniziative nelle vesti del privato, che è più veloce rispetto al pubblico, ma riusciremo a farcela. Mi confortano i primi progetti che stiamo portando avanti». Può la cultura essere motore dello sviluppo a Molfetta, stimolandone la vocazione turistica? In che modo pensa di intervenire su questo fronte? «Dobbiamo lavorare, siamo molto in ritardo su questo, fermi da tutte le vicende che conosciamo. Immediato è stato il contatto con lo IAT, l’ufficio di promozione turistica del nostro territorio. L’hashtag che tutti vedete, “#Molfettatiaspetta”, è stata una mia creazione che ho ceduto molto volentieri allo IAT. Abbiamo creato un video sia in italiano che in spagnolo, avvalendoci, per la creazione dei testi, del contributo del progetto Erasmus di Molfetta. Abbiamo la necessità di promuovere Molfetta, eravamo stati dimenticati da tutti. Il video ha avuto un grandissimo successo di visualizzazioni. Dobbiamo tornare ad esserci, ad occupare i nostri spazi. Anche lo stesso concorso pianistico porterà tanta gente a Molfetta. Proprio adesso mi ha chiamato Franco Punzi, il presidente del Festival della Valle d’Itria, per portare il prossimo anno degli eventi del festival a Molfetta. Ho debuttato con tantissime opere al Valle d’Itria, adesso molti legami artistici si stanno traducendo in collaborazioni a livello amministrativo. E’ arrivato il momento di andare oltre il colore politico, Molfetta deve tornare ad essere Molfetta». Quali sono le altre funzioni del suo assessorato? «Per quanto riguarda la delega agli affari generali, ci stiamo confrontando con il segretario generale che è il referente. Tutte le figure dirigenziali stanno scomparendo, il Comune è cresciuto tanto ma dal punto di vista amministrativo con il pensionamento le figure apicali iniziano a scomparire. E’ necessario ricreare questa classe dirigenziale». Lei è entrata in politica candidandosi alle elezioni amministrative. Come nasce questo ingresso diretto in politica? «Ho rappresentato Molfetta nel mondo ma ho visto, con gli anni, Molfetta cadere nel dimenticatoio. Io, insieme a Fabio Mastrangelo, sono l’insegnante di canto più famosa in Russia. Ho deciso di mettere le mie competenze a disposizione della città, guardando al futuro dei miei figli. E’ stata un’esigenza nata dal cuore, dal desiderio di non continuare a vedere Molfetta dimenticata. L’idea era di seguire Tommaso sindaco. Sono passata attraverso la campagna elettorale. Mi conosceva una élite, buona parte della città non mi conosceva, quindi mi è servita per confrontarmi con la gente e conoscerne le esigenze. Riguardo all’identità politica della coalizione, vedo che anche in altre realtà comunali si sta convergendo verso l’idea del civismo prima del partitismo. C’è una crisi dei partiti e forse ci si rivolge più facilmente all’idea di un progetto civico al di fuori dei partiti. Quanto al futuro, cercherò di conciliare l’attività amministrativa con il mio lavoro di insegnante di canto».
Autore: Giacomo Pisani