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“Sango mondéle” (Padre Bianco)
15 marzo 2005

La scrittrice molfettese Gianna Sallustio ha trascorso due mesi (giugno-luglio 2004) come volontaria in una missione in Congo. Da quest'esperienza è nato un libro “Sango mondale (Padre Bianco) edito dagli Scaffali “la Meridiana” (pp. 115, 10 euro). Presentiamo una recensione del volume scritta in forma di lettera da Padre Paolo Turturro alla stessa autrice. Volare e atterrare nella povertà di una terra, nella terra della Repubblica democratica congolese, è stato per te, cara Gianna, un'esperienza di novità, di attesa, di ribellione. Meno male che dietro la porta della tua cameretta, dai cotti forati, ti custodiva “Africa” una cagnetta affamata e sicura di protezione. La carità degli occidentali invia pasta, lenticchie, farina in cambio dell'oro, del legno pregiato o di acqua sorgiva per Israele. E' proprio vero: “Tra il popolo ci sono piccoli ladri, in alto i grandi ladri”. Non c'è bisogno, cara Gianna, che te lo insegni Kinshana. I colpi di Stato non sono fatti solo da Kabila o da Mobutu. I colpi di Stato avvengono ogni volta che c'è la rabbia del potente. Avvengono ovunque. Molti hanno sete del potere. E' vero, le madri sentono a distanza il dolore dei figli. Per questo ogni figlio deve essere sereno dinanzi al suo dolore o dinanzi al dolore della propria madre, per non farla soffrire di più. Se Cristo oggi è la forza dei cristiani, è la risposta alle acque putride, alle fogne delle case, alle armi, alle guerre. I missili che portano democrazia e pace sono sporchi di ogni rapina, di ogni droga, di ogni vendetta. No, non è l'apocalisse, una guerra. No, non è l'apocalisse, un tsunami. No, non è l'apocalisse, una nazione che marcisce nei vermi della sua sporcizia. L'apocalisse è la speranza. L'apocalisse è il giorno nuovo della rinascita, della risurrezione. E' vero i dittatori si siedono con natiche di potere sporco sui troni delle democrazie. Anche qui viviamo di solo pane. Lì in Congo lo stipendio è di 25 dollari al mese e un chilo di pane costa un dollaro. Qui è lo stesso, mangiamo solo pane e verdura ( pane e cipolle ). Qui, un chilo di pane costa 2 euro e cinquanta. La verdura, 4 euro al chilo. In totale al mese: 70 euro di pane, 120 euro di verdura. Non si può mangiare altro. C'è la luce da pagare: C'è il telefono da pagare. C'è l'affitto da pagare. C'è l'acqua da pagare. C'è la macchina da pagare. C'è l'immondizia da pagare. Ci sono le medicine da pagare. Ci sono i vestiti da comprare. Ci sono i pannolini da comprare. Ci sono i pannoloni da comprare. Ogni giorno, ogni mese da pagare. Al mese i poveri potessero mangiare pane e verdure, pane e cipolle. I poveri lasciano la città e vanno in campagna a coltivare pane e cipolle. Forse a Kingabwa Cristo cammina ancora: Lì, ci sei tu, c'è padre Bianco, c'è suor Pierina, c'è Armand, c'è Omer, c'è Gorge, c'è Didier, c'è Portar, c'è Shaba, c'è… c'è… la speranza. Qui Cristo si è fermato a Roma, non più ad Eboli. La coscienza non ci stritola troppo dinanzi ai container di collant di lana in una terra con 45° gradi all'ombra. La coscienza non ci stritola troppo dinanzi alla pasta scaduta, dinanzi alle medicine anche aperte. Come è lercia questa nostra solidarietà. Come è fatua questa nostra carità. L'amore è donare liberamente tutto. Blaise ti ha donato tutto ciò che un mango aveva, anche se frutti acerbi, ma donato con amore. Non c'è disagio nello scrivere, mentre altri zappano. Non c'è disagio nel parlare, mentre altri lavano piatti e stoviglie. Non c'è disagio nell'inviare mille e-mail, mentre altri ti spingono al coraggio. Gridare che le dittature creano storpi, ciechi, ammalati di tumori, disabili delle guerre, è a volte la più lacerante fatica dell'uomo. Quanto diversi sono i nostri inginocchiatoi. Sigillati di benefattori. Sigillati di rossa porpora. Sigillati di posti riservati. E tu, a Masina, hai trovato banchi fatti da assi di legno poggiati su mattoni. Dappertutto in Africa, in Asia, in America latina è così. Le parole di don Tonino non sono solo in Africa: “Anche uno straccio di cucina, diventa una tovaglia di altare”. L'Epifania del Futuro è già di casa anche in Africa, in Asia, nelle case di ogni povero. Grazie Gianna, per il tuo coraggio di dire. P. Paolo Turturro
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