Rompe il silenzio l'ex sindaco di Molfetta Paola Natalicchio, ringrazia gli elettori e promette un'opposizione attenta, ma intransigente agli interessi della città
MOLFETTA – Rompe il silenzio post elettorale l’ex sindaco Paola Natalicchio e promette un’opposizione attenta, ma intransigente al falso centrosinistra che piace a Michele Emiliano, ma che è fatto da tutti i pezzi della destra di Antonio Azzollini, dei trasformisti che hanno “tradito” il senatore per saltare sul carro del vincitore Tommaso Minervini per condizionarlo e orientarlo. Vedremo i prezzi che saranno pagati per questo passaggio. Basterà attendere la giunta per capire la direzione di marcia, se prevarranno gli interessi personali o quelli della città. E se il nuovo sindaco sarà capace di essere indipendente o sarà ostaggio di questi personaggi, che ieri, in occasione dell’investitura ufficiale erano tutti presenti: uno spettacolo così politicamente squallido e senza vergogna, non lo si vedeva da oltre 10 anni. Dove stavano certi personaggi in questi anni? A maturare la vendetta e il ritorno dopo la loro emarginazione?
Anche “Quindici” fornirà un’informazione intransigente, contrariamente a quello che crede qualche neofita della politica, che sta ancora studiando e che nelle sue elucubrazioni post sconfitta, ci attribuisce un inesistente appoggio a Minervini. Bastava leggere i nostri articoli, ma forse il neofita deve ancora studiare come si legge un giornale: lo si impara già fra i banchi del liceo. Infatti, siamo stati critici con entrambi gli schieramenti: il ciambotto destracentro e la destra fascista e xenofoba di Azzollini.
Ma veniamo alle affermazioni dell’ex sindaco Natalicchio: «Mi sono regalata alcuni giorni di silenzio – dice Paola -. Ho preferito per qualche giorno non usare la scorciatoia impersonale di Facebook per ringraziare, uno ad uno, i cittadini e le cittadine che mi hanno permesso, con i loro 500 voti a me e 1400 alla lista di Sinistra Italiana, di entrare in consiglio comunale. Un pezzo di comunità molfettese ha ancora una volta voluto fidarsi di me, del nostro partito e dei miei compagni e delle mie compagne di lista. Ci ha detto: andate e difendete la Molfetta che oggi non ha più voce. Andate e ricominciamo da capo. E noi andiamo. Andiamo a ricominciare.
A disposizione di tutti quelli che si sentono dall'altra parte rispetto alla grande famiglia trasformista oggi al governo della città. Testa bassa, carte in mano, idee nella testa, rabbia, orgoglio, determinazione, dignità. Andiamo in consiglio comunale a fare un lavoro umile ma convinto, pallone su pallone. E soprattutto resteremo fuori dal palazzo, per strada, nelle piazze, nei quartieri. A raccogliere i bisogni della città diffusa e non gli interessi di qualcuno contro qualcun altro. Intanto Tommaso Minervini muove i primi passi. Circondato da un club per soli uomini, in cui si intuisce già dalle foto della proclamazione il ruolo che avranno le donne al suo fianco, Tommaso si avvia verso un mandato difficile e brandisce due parole: onestà e competenza. Le sorveglieremo.
Sorveglieremo la vostra onestà. Con intransigenza. E metteremo alla prova la vostra competenza. Provvedimento dopo provvedimento. Attendiamo con ansia la nomina di una giunta di competenti, che non sia la mera spartizione delle promesse pre elettorali, ma che sia composta da assessori capaci e generosi nel dialogo con la città.
Ma ora torniamo al silenzio, lasciamo fare al nuovo sindaco e al "nuovo centrosinistra alla guida di Molfetta", come lo ha chiamato Michele Emiliano. Il centrosinistra di Mariano Caputo, Saverio Tammacco, Ninnì Camporeale, Enzo Spadavecchia. Il carnevale della convenienza di una destra che cambia carro in cerca del vincitore. Forza, a tutti noi. Saranno anni di lavoro controvento. Utili a capire tante cose e a costruirne di nuove».
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