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Rifondazione: addio spiagge libere, quasi tutto il litorale ai privati
17 dicembre 2003

MOLFETTA – 17.12.2003 Allarme spiagge libere, a lanciarlo è Rifondazione comunista con un manifesto con cui denuncia il piano delle coste che permetterà ai privati di costruire nuovi lidi balneari. Ecco il testo del manifesto di Rifondazione: “Per quest'anno non cambiare stessa spiaggia stesso mare” Non rimarrà che un ritornello musicale, soltanto, per i molfettesi che vorranno utilizzare liberamente le spiagge (nella foto quella di Torre Gavetone) la prossima estate qualora dovesse essere approvato dal Consiglio Comunale, che lo sta discutendo, il Piano delle Coste, presentato dall'Amministrazione Minervini. Tale Piano anziché attrezzare dignitosamente le spiagge libere e porre freno alla privatizzazione della costa, prevede invece nuove e ampie fasce del nostro litorale da concedere ai privati per la costituzione di lidi balneari. Poco importa al sindaco, se i molfettesi saranno costretti ad abbandonare le spiagge frequentate liberamente fino ad oggi e a spostarsi nelle città vicine in cerca di un pezzo di spiaggia libera. Con questo Piano, l'Amministrazione ha deciso di concedere ai privati il 40% della costa, il massimo concedibile previsto dalla Regione Puglia, e solo il 20% per le spiagge libere attrezzate. In questo modo, a levante della città (dove ci sono le spiagge migliori), solo la Prima Cala e parte di Torre Gavetone saranno destinate a spiagge libere attrezzate. Perfino la spiaggia adiacente agli uffici INPS (Lungomare Colonna, altezza ex lido "Franzese"), frequentata da molte mamme con figli a seguito, perché facilmente raggiungibile anche senza auto, si trasformerà in lido balneare privato. La maggior parte delle spiagge libere è prevista (guarda caso...) a ponente della città: a Cala S. Giacomo, dove attualmente è vietata la balneazione e nella zona di Torre Calderina dove, a causa della costa rocciosa alta fino a 3 metri, è difficile accedere al mare. Per questo, è necessario opporsi all'approvazione del Piano delle Coste. Per evitare l'ennesima beffa ai danni di cittadini costretti a dover andare a mare solo nei lidi privati e pagando cifre esose, senza poter continuare a frequentare le spiagge libere. PER QUESTO CHIEDIAMO ALL'AMMINISTRAZIONE COMUNALE - che le spiagge destinate a uso pubblico siano individuate nelle zone balneabili, senza inserire fra queste le zone vietate alla balneazione (ad es. Cala S. Giacomo); - di garantire, con il Piano, la libera ed effettiva fruizione della spiaggia ai cittadini.
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