Quindici - goal. Un grande allenatore
Non serve avere un curriculum ricco di trofei per poter essere un grande allenatore, soprattutto quando non si ha mai avuto la possibilità di allenare squadre attrezzate per vincere qualcosa. E’ il caso di Claudio Ranieri, allenatore della Roma, vero e proprio match winner del derby che assegna alla capitale targata gialorossa, l’etichetta di favorita per la vittoria del Campionato.
La sua grandezza la si nota ad inizio secondo tempo quando, per cercare di recuperare una partita dominato fino a quel momento della Lazio, sostituisce i due simboli della Roma, Totti e De Rossi, per Taddei e Menez i quali, non a caso, diventano a fine partita i migliori in campo.
INTER - JUVE – Partita equilibrata per 30 minuti, poi una sciocchezza di Sissoko le assegna un finale scontato, perché se già è difficile tener testa alla corazzata neroazzurra in parità numerica, figuriamoci con uno di meno.
Doveva essere la gara dell’orgoglio juventino, e così è stato. Se tale atteggiamento ed approccio alla partita fossero stati messi in campo per tutto il campionato, a quest’ora staremo parlando di una classifica diversa, classifica che invece si fa sempre più triste per la vecchia signora, che ormai rischia persino l’accesso in Europa League.
Finalmente decenti le prestazioni di Cannavaro e Grosso, di buon auspicio per un Mondiale sempre più vicino.
Per L’Inter, invece, grande merito di aver sfruttato al meglio la superiorità numerica regalatagli da Sissoko, giocando costantemente sulle fasce, con ripetuti cambi di gioco, ideali per mettere alle corde una squadra in inferiorità numerica, e ciò gli ha permesso di creare ripetute azioni da goal, concretizzandone due.
BARI – Risultato scontato contro un Napoli arrabbiato, alla caccia di tre punti vitali per i sogni di quarto posto. Ora bisognerebbe già a concentrarsi sul prossimo campionato, cercando di rimpiazzare al meglio le partenze di Ranocchia, e molto probabilmente di Bonucci, oltre ai vari Barreto e Almiron, in con proprietà con Udinese e Fiorentina.
MILAN – Sempre più evidente il problema difesa, oltre quello ormai noto di nome Nelson Dida. I rossoneri giocano meglio dopo essere rimasti in dieci, sfiorando più volte il vantaggio. Ancora evidenti gli errori dell’allenatore rossonero, che lascia in campo per 90 minuti un certo Clarence Seedorf, inguardabile, che sbaglia tutto quello che può: stop, passaggi elementari, perde palloni semplici a centrocampo per eccessi (ad es. colpi di tacco inopportuni), che ormai non gli appartengono più.
Dopo gli errori commessi in passato di nome Gilardino e Gorcuff, il Milan rischia di commetterne un altro molto grave, di nome Flamini, prossimo alla partenza, perché ormai stufo delle troppe, ingiustificate panchine a danno di gente come Gattuso e lo Stesso Seedorf, diventati solo un peso per questa squadra.
Ciò potrebbe rappresentare la perdita di un altro giovane talento, e tutto ciò per l’ennesima volta a carico di persone che non possono rappresentare il futuro di questa squadra.