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Quando Scalfaro fu costretto a dare l'incarico a Berlusconi
15 febbraio 2012

In occasione della scomparsa dell’on. Oscar Luigi Scalfaro, già presidente della Repubblica, l’ex parlamentare molfettese sen. Enzo de Cosmo, ci ha inviato un ricordo dell’uomo politico novarese, protagonista di una stagione difficile del nostro Paese, che seppe reggere con fermezza e correttezza morale e politica. Il ricordo contiene una notizia inedita che volentieri rendiamo pubblica e che aiuta a comprendere la stagione politica successiva, terminata ingloriosamente qualche mese fa, con le dimissioni di Berlusconi e l’arrivo del governo tecnico di Mario Monti. Se l’on. Segni avesse accettato l’incarico di presiedere il governo, la storia avrebbe avuto un corso diverso e forse migliore. Ma la storia non si fa con i “se” e questa testimonianza resta solo un ricordo che però spiega l’avvio di una stagione politica, dei cui errori stiamo pagando oggi le conseguenze. La scomparsa del Presidente emerito della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro, illustre Costituente e Presidente della Repubblica nel periodo difficile del “passaggio dalla prima alla seconda Repubblica” tra il 1992 e il 1999, mi spinge doverosamente a qualche riflessione, meglio, a riportare alcuni ricordi storici, per il Suo collegamento anche con la nostra Città ed in qualche modo con la mia persona quale ex parlamentare. Non posso, peraltro non sottolineare la Sua coerenza di vita di fermo e convinto statista laico cattolico nonché di ferreo e rigido politico chiamato proprio dal Parlamento italiano nel 1992, (e ne fui suo “grande elettore” così come lo fui per Pertini nel 1978), ad essere il Presidente della Repubblica. I miei rapporti con Scalfaro, dopo alcuni contatti politici con la sua persona in congressi nazionali della Dc, quando fui consigliere nazionale agli inizi degli anni ‘70, si ebbero ufficialmente alla Camera dei Deputati quando fui eletto per la prima volta nel 1796: in una delle prime sedute d’Aula di quella Legislatura nelle quali da componente la Commissione Finanze e Tesoro (Presidente della Commissione l’on. Giuseppe D’Alema, padre di Massimo) fui incaricato a relazionare su provvedimenti importanti finanziari e tributari, dovevo spesso collegarmi - appunto quale Relatore - con la presidenza dell’Aula stessa. Un giorno, mentre presiedeva l’on. Scalfaro, nella sua veste di Vice Presidente della Camera, mi portai presso il suo scranno di Presidente di turno allo scopo di raccomandarmi con Lui sui tanti emendamenti sui quali dovevo dare il mio parere: nell’avvicinarmi alla sua poltrona e nel dargli il “Lei”, notai che non mi guardava e non rispondeva alle mie osservazioni o richieste di chiarimenti circa l’ andamento dei lavori dell’Aula; alle mie insistenze Scalfaro mi chiese se avessi letto bene il Regolamento della Camera e, dopo qualche mia perplessità, mi disse che se non gli avessi dato del “tu” - così come vigeva, d’obbligo, nel Regolamento parlamentare - non mi avrebbe risposto! Così fui costretto a fare! Successivamente, quando il “Tu” era diventato ormai una consuetudine..., lo invitai, nel 1984, quando - dopo le mie 2 legislature da Deputato - fui eletto Sindaco di Molfetta, a visitare la nostra città, nella sua veste di Ministro dell’Interno: lo ricevetti ufficialmente insieme alla Giunta Municipale, in una rapida visita mattutina (la sera precedente fu invitato da Mons. Antonio Bello a tenere in Cattedrale una interessante conferenza sulla Madonna della quale era devotissimo!) presso il Municipio, prima di accompagnarlo quale Docente universitario a Bari presso la vecchia sede della Facoltà di Economia dove insegnavo e nella cui Aula Magna tenne una conversazione con Docenti e Autorità sul ruolo dei Comuni e degli Enti locali. Ricordo che, al riguardo, l’ex Commissario prefettizio Dottor Vittorio Iannelli, che era stato nei mesi precedenti Amministratore straordinario della città, mi pregò di essere presentato “calorosamente” a Scalfaro in quanto ambedue di Novara: così fu; alcuni anni dopo il bravo Iannelli fu nominato Prefetto di Novara e successivamente, nel 1992, Consigliere del Presidente Scalfaro al Quirinale. Nel 1992, quando ritornai in Parlamento con la mia elezione a Senatore cella Repubblica, ci fu, dopo la strage di Capaci, l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, nella persona dell’Onorevole Oscar Luigi Scalfaro: ricordo che la sera di quella elezione avvenuta alla Camera mi portai, come facevo spesso dopo le giornate intense di lavori parlamentari, a cena in un ristorante siciliano nei pressi di Piazza Montecitorio. Il ristorante, quella sera, insolitamente, era vuoto e il titolare, dopo aver permesso soltanto a me e a qualche altro parlamentare e giornalista di accomodarci, riferì che aveva ricevuto prenotazione per la cena privata del neo Presidente Scalfaro e di sua figlia Marianna. Così fu che, dopo gli applausi d’obbligo, andai ad ossequiare gli illustri ospiti e Scalfaro mi invitò ad essere con Lui al suo tavolo: con garbo rifiutai, lo ringraziai assicurandogli che al termine della cena avremmo “brindato” insieme. Non potrò dimenticare, inoltre, quando successivamente, nel periodo nel quale fui Presidente della Commissione Industria al Senato, durante i Governi Amato e Ciampi, il Presidente del Senato On. Giovanni Spadolini, indisposto, mi delegò a rappresentarlo ufficialmente in una manifestazione al Quirinale per la cerimonia di consegna delle onorificenze ai nuovi Cavalieri del Lavoro: portatomi quella mattina, credo nel 1993, al Quirinale fui obbligato a sedermi al lato del Presidente della Repubblica Scalfaro mentre all’altro suo lato era seduto il Presidente della Camera l’On. Giorgio Napolitano, attuale Presidente della Repubblica. Non posso concludere questi miei cari ricordi senza menzionare la fine anticipata di quella Legislatura nel 1994, con la consequenziale fine della cosiddetta “Prima Repubblica” (fine dalla Dc e di altri partiti democratici!) quando mi portai al Quirinale, accompagnato dal Consigliere Iannelli, questa volta per ossequiare il Presidente Scalfaro, prima dello scioglimento anticipato della Camere, avendo deciso di non più ricandidarmi alle successive elezioni politiche e di tornare all’insegnamento universitario a tempo pieno! Nel colloquio con il Presidente presso la sua biblioteca, Scalfaro mi disse che “avendo proposto informalmente a Mario Segni, vincitore del noto Referendum elettorale, di valutare positivamente un eventuale incarico per la formazione del nuovo Governo, ed avendo ricevuto la sua indisponibilità in quanto non se la sentiva, sarebbe stato costretto a dare l’incarico a Berlusconi!”. Così iniziò la cosiddetta “Seconda Repubblica”, oggi al termine!

Autore: Enzo de Cosmo
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