Quale futuro per Molfetta? Il sindaco Natalicchio illustra alla Confartigianato i progetti già in atto
Smentite le voci di “morte dell'edilizia e la mancata assegnazione delle licenze, di ostacoli al completamento del porto, dell'assenza di un piano del traffico
MOLFETTA - “Quale futuro per la città di Molfetta” è il nome e quindi l’oggetto di discussione della conferenza tenuta dalla Confartigianato in Sala Finocchiaro. Ospite fondamentale, nonché controparte del dialogo, è stato il sindaco Paola Natalicchio, accompagnata dall’assessore Tommaso Spadavecchia, che però si è fatta attendere a causa di impegni precedenti. Nell’attesa il presidente provinciale della Confartigianato, Francesco Sgherza, ha esposto i punti d’interesse salienti per la nostra città, come lo sviluppo della fascia costiera per ovvi fini turistici e commerciali; il completamento del porto; l’applicazione del nuovo e già approvato piano regolatore, denunciando “la morte dell’edilizia a Molfetta” e la mancata assegnazione di nuove licenze; una mobilità ecosostenibile, nonché più razionale poiché la nostra sta diventando una città caotica e l’ultimo piano del traffico risale a più di vent’anni fa, al 1990.
Anche l’Albo delle imprese artigiane è vecchio di decenni e va rinnovato, continua Sgherza; il periodo di crisi ha portato l’aggravarsi del fenomeno dell’abusivismo, con un maggior numero di persone che esercita la propria professione in casa e senza licenza, andando contro le norme d’igiene e di sicurezza (la Confartigianato non è ancora riuscita ad ottenere una convenzione contro l’abusivismo); molte imprese inoltre sono costrette a chiudere, ma continuano comunque a lavorare, in nero, per poter andare avanti. Per questo Sgherza ha posto come altro punto quello di aiutare le imprese chiuse o in nero a riemergere. Ma in questa situazione critica capita anche qualcosa di buono, come l’approvazione all’unanimità della legge 180, lo Statuto delle imprese, del 2011, che tutela le piccole e medie imprese e dunque l’impresa artigiana e permette di passare l’attività di padre in figlio, mantenendola in vita e dando così anche un’opportunità ai giovani. “Bisogna tornare a far lavorare le nostre imprese” ha detto il Presidente, per poter creare posti di lavoro e assumere di nuovo. Infatti nel 2013 si sono registrate ben un miliardo di ore di Cassa integrazione, di cui l’80% riguardante le grandi imprese e di conseguenza solo il 20% le piccole e medie imprese. “La città di Molfetta sta morendo”, certo non è solo colpa di quest’amministrazione, ma bisogna intervenire e un bravo sindaco è colui che è capace di programmare la propria città per i prossimi dieci anni; un bravo amministratore deve saper ascoltare per poi dare delle risposte.
La parola è passata poi ad Alessandro Del Rosso, presidente dell’associazione Giovani imprenditori, proprietario di una cereria. Ha riconosciuto che le iniziative da intraprendere sono tante e per attuarle serve l’aiuto dell’amministrazione comunale. Alcuni cambiamenti dovrebbero portare ad una burocrazia più snella, servizi più efficienti, tasse meno onerose e alla costruzione di infrastrutture. Nel bel mezzo del suo intervento finalmente è riuscito ad arrivare l’assessore Spadavecchia, seguito dopo poco dal sindaco, a cui è stato fatto un sunto degli argomenti affrontati fino a quel momento. Del Rosso ha poi continuato proponendo un tavolo con i rappresentanti di categoria e i membri dell’amministrazione per poter discutere dei vari problemi. Strade della zona industriale facilmente allagabili, segnaletica, nuova linfa al centro città, controllo della situazione dei parcheggi a pagamento, chiusura dei negozi cittadini sono tutti altri argomenti da affrontare; ma mancano i fondi per poter cambiare le cose e quindi servirebbe una spending review e un miglior impiego dei fondi europei.
Domenico Petruzzella, vicepresidente dei Giovani imprenditori, presente anche lui alla conferenza, ha ribadito il concetto di crisi delle imprese, dove il numero delle cessazioni è maggiore del numero delle nuove aperture e ha sottolineato l’importanza di queste attività, da cui dipende la ricchezza di ogni paese. Anche lui ha parlato del porto, definendolo “croce e delizia della nostra città”, ponendo l’attenzione sui tempi di realizzazione e sul fatto che da esso dipende il futuro di molti. Ha ricordato inoltre che, sotto l’influsso di tutto il resto, anche la cantieristica navale è un settore in crisi. Più o meno gli stessi concetti della serata sono stati ripresi da vari imprenditori e artigiani della zona (Dora Minervini, Marco Del Rosso, Giuseppe Totorizzo), sebbene rivisti da una diversa prospettiva.
Dopo aver dato voce ad una campana, è arrivata la risposta del sindaco Paola Natalicchio, che ha elencato diverse iniziative e progetti di cui si sta occupando l’amministrazione in questo periodo, smentendo le voci che girano sul suo disimpegno. Ha cominciato annunciando la presentazione del piano sulla mobilità sostenibile in data 16 dicembre. Ha inoltre tenuto a precisare che non ha bloccato i lavori del porto commerciale, blocco dal quale non ne trarrebbe assolutamente alcun giovamento, anzi, la notizia dello stop ai lavori è stato per la Natalicchio, motivo d’ansia e dispiacere. Se portato a termine, il porto, sarebbe la terza opera marittima più grande d’Italia dopo il Mose e il porto di Civitavecchia, con un investimento (tra l’altro ancora in corso) di oltre 120 milioni di euro, a causa di varie questioni da affrontare come il ritrovamento di ordigni bellici tra i materiali di dragaggio, la sicurezza degli operai e le operazioni di bonifica. Per poter risolvere tutto ciò si è tenuto un incontro di due ore con la Marina militare. Mentre nella mattina del 2 dicembre sono state avviate le operazioni di bonifica nella zona di Torre Gavetone, dopo un’attesa di quasi vent’anni. Sempre nella mattina del 2 dicembre sono state apposte le firme per continuare i lavori di messa in sicurezza del porto. In programma anche un cantiere da un milione di euro per il rifacimento del mercato ittico, il cui progetto è passato tre settimane fa; giovedì 27 ottobre è stata approvata la maglia mercato, un gruppo di dieci palazzine, il cui progetto era fermo dal 1991. Ferma dal 2002 è invece la questione del comparto 17, su cui si è tenuta una riunione e del quale è stata già consegnato il piano di lottizzazione.
In pratica, quello si era detto e poco prima alla Confartigianato da parte di Sgherza erano tutte notizie infondate, messe in giro ad arte da chi ha interesse a denigrare l’amministrazione comunale, che invece sta lavorando intensamente per cambiare Molfetta, pur tra mille ostacoli e malgrado i bastoni fra le ruote messi anche da qualche consigliere di maggioranza.
Poi il sindaco risponde direttamente alla richiesta di Dora Minervini, di fare una campagna d’informazione contro l’abusivismo e la concorrenza sleale, per la quale promette di mettere a disposizione gratuitamente le plance del Comune e l’Ufficio Comunicazione. Presto verranno sbloccati nuovi fondi europei, per la realizzazione soprattutto del PUMS, il Piano Urbanistico di Mobilità Sostenibile, che per Molfetta sarà firmato dall’ing. Ciurmelli, occupatosi già dello stesso piano per altre importanti città italiane. Molfetta purtroppo al momento ha un sistema di trasporto pubblico tra i peggiori in Italia, con il solo miglioramento della linea 5, quella che collega la città alla zona industriale e artigianale. Nell’aria c’è anche la proposta di acquistare l’area di parcheggio vicina alla stazione per renderla utilizzabile e snellire così il problema della ricerca di un posto in centro, soprattutto per i commercianti della zona.
Riguardo l’attualissimo discorso dell’eco-sostenibilità si è proposto l’uso di semafori e lampioni a led, poiché convertire in maniera sostenibile vuol dire risparmiare sui consumi energetici; così come servirebbero più palazzine di tipo A, costruite secondo i criteri della bio-edilizia. La Natalicchio ha espresso l’importanza di spogliarsi dai pregiudizi per permettere a Molfetta di volare alto, grazie ad un lavoro continuo.
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Autore: Rossella Petruzzella