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Quale centrosinistra a Molfetta? Apriamo il dibattito
15 gennaio 2005

Caro direttore, esprimo solidarietà a te e alla redazione per la difficile situazione nella quale vi trovate a operare; credo che la sopravvivenza di “Quindici” sia un'opportunità per tutti e non vorrei che ci si trovasse, come spesso accade, nella situazione di doversi amaramente accorgere dell'importanza di qualcosa solo quando non c'è più. E' il caso di dire: “resistete”, e nella consapevolezza che “Quindici” ha una sua ragion d'essere nella società molfettese, mi permetto di proporre a te e alla tua redazione alcune riflessioni, che spero non cadano nel vuoto. Prendo spunto dalla cortese risposta dell'amico Mino Salvemini per avanzare qualche altra considerazione sulle future scadenze elettorali amministrative, nella speranza che il centro-sinistra possa avere per tempo programmi e candidato. Mi rendo conto che i partiti sono interessati di sapere come andranno a Molfetta le prossime regionali, per poter far pesare sull'accordo possibile delle comunali il valore di quelle percentuali, ma sono altrettanto convinto che abbiano chiara consapevolezza che per poter mandare a casa questa coalizione è necessario un lungo, tenace e persuasivo lavoro. Sì, persuasivo soprattutto, perché il centro-sinistra deve recuperare fiducia e credibilità, convincendo a tornare a votare se non tutti, almeno una parte di quella quasi metà di aventi diritto al voto che si sono astenuti alle ultime provinciali. Né ci si può esimere dall'interrogarsi sull'ampia dimensione dell'astensionismo nella convinzione che alle comunali le cose vanno diversamente, giacché un malessere esiste e se il centro-sinistra non è capace di capirne le ragioni e di dare delle risposte convincenti, credo che difficilmente potrà riconquistare il governo della città, a meno di accettare transfughi e voltagabbana, nei confronti dei quali bisognerebbe avere finalmente non il coraggio, ma il buon senso di dire “non ci interessa”. Non mancano però, in certi settori del centro-sinistra, acuti ragionieri della politica, i quali sostengono che transfughi e voltagabbana portano voti e quindi per vincere bisogna imbarcare tutti. Per la buona salute del centro-sinistra, direi per la sua salvezza, bisogna fare in modo che questa tentazione pericolosa non diventi tragica decisione, e potrebbe diventarlo con l'avvicinarsi della scadenza elettorale, se vi si giungerà con affanno e senza le idee chiare. Di conseguenza è possibile evitare che il centro-sinistra rimanga contaminato da questo malanno, solo se si realizzano due condizioni: innanzi tutto se è capace di elaborare -con la più ampia possibile partecipazione di associazioni, gruppi, singoli cittadini- un programma convincente, che lo renda riconoscibile perché palesemente “diverso” da quello degli avversari, in modo tale da assicurarsi il consenso dei molfettesi e non dei portatori di pacchetti di voti: se cioè è capace di fare opinione, di avere idee valide, giacché i portatori di pacchetti di voti solitamente non sostengono idee ma affarismo e clientele; poi se ha il tempo necessario per farlo conoscere capillarmente. Per fare tutto questo, è necessario muoversi subito. Io non so se i partiti si stiano già incontrando, né, se fosse così, quali siano i contenuti dei loro colloqui. Ritengo tuttavia abbastanza sterile e improduttiva siffatta dinamica, se non si attiva subito un'ampia e precisa disamina, nelle forme prima suggerite, sullo stato della città, per individuare priorità e definire chiare e precise proposte di intervento e di programma. Non si tratta di riproporre meccanicamente l'esperienza del Percorso, che ormai appartiene ad un contesto molto diverso, bensì di tentare di ricreare quello spirito di partecipazione, di cui il centro-sinistra ha tanto bisogno per tornare ad essere protagonista ascoltato. E' necessario convocarne al più presto gli stati generali, almeno per discutere approfonditamente delle emergenze e concordare gli indispensabili punti programmatici, che nell'insieme devono concorrere al conseguimento di una più dignitosa qualità della vita. Penso alla questione del traffico, alla definizione dell'ultima trincea nella salvaguardia dell'ambiente, al governo e alla gestione del territorio, che negli ultimi tempi è stato gravemente aggredito e sacrificato sull'altare della mitologia delle magnifiche sorti e progressive, che non poco ha ubriacato ampi settori del centro-sinistra: la foto di copertina pubblicata su Quindici di novembre lo dimostra chiaramente. E si sappia che questo è solo un minimo segno rispetto a quello che “si vedrà” quando la vicenda del porto si completerà con annessi e connessi. Sicché, mentre altrove, anche non molto lontano da noi, come nel Salento, lo sviluppo economico è stato legato alla salvaguardia intelligente dell'esistente (ambiente e patrimonio culturale), oltre che alla valorizzazione dei prodotti di nicchia, a Molfetta si è pensato bene di legare lo sviluppo al cemento e alla industrializzazione, in una fase storica di deindustrializzazione, distruggendo migliaia e migliaia di ulivi e preoccupandosi di conservarne la memoria nelle aiuole (stupisce che non si sia pensato ancora di progettare un museo degli ulivi!). Qualora fra vent'anni (se tutto va bene) accadesse che le aziende sorte lì dove prima c'erano gli uliveti chiudessero i battenti, i molfettesi non potrebbero neppure tornare a coltivare la terra. Il centro-sinistra molfettese deve sentirsi chiamato, dopo aver partecipato acriticamente alla ubriacatura della mitologia del progresso a qualsiasi prezzo, ad una revisione delle proprie istanze culturali e a farsi portatore di nuove idee. Questo dovrà essere, a mio parere, l'elemento discriminante di una coalizione che miri al reale cambiamento. Se non saremo capaci di elaborare proposte convincenti in questo senso, non riusciremo a distinguerci molto dagli avversari e allora le tentazioni di imbarcare i voltagabbana e i transfughi diventeranno molto pericolose. Penso che “Quindici” possa contribuire a questa necessaria e indifferibile battaglia politico-culturale con la sua autonoma iniziativa, sempre che ne condivida la validità e il senso. Credo che tutti convengano che bisogna prepararsi per tempo ed evitare la poco favorevole situazione che si è venuta a creare per la regione, nel cui contesto nei mesi trascorsi ho avuto la sensazione che qualcuno nel centro-sinistra lavorasse, non saprei dire quanto inconsapevolmente, per il re di Prussia. Spero che a Molfetta si sia tutti più accorti, a meno che qualcuno, per realizzare recondite strategie, non remi contro. Diciamolo solo per scaramanzia. Auguri di cuore. Arcangelo Ficco
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