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Proteste degli studenti a Molfetta: il sindaco Natalicchio scrive loro una lettera aperta
10 dicembre 2013

MOLFETTA – Giornata di proteste oggi a Molfetta, oltre agli operai, ai camionisti e a qualche facinoroso, all’insegna del “movimento dei forconi”, sono scesi in campo gli studenti preoccupati per il loro futuro.

A loro, il sindaco Paola Natalicchio ha indirizzato una lettera aperta:

«Lettera aperta agli studenti delle scuole di Molfetta

Cari ragazzi,

stamattina ho saputo che alcuni di voi sono scesi in piazza, confondendosi alle proteste del cosiddetto "movimento dei Forconi". L'ho rispettato, come sempre. Come ho chiesto, per anni, che le istituzioni rispettassero le mie, di proteste.

Sono stata negli anni Novanta nel coordinamento del locale Movimento studentesco. Ho organizzato scioperi e assemblee, battendomi per i miei diritti e per il loro rispetto insieme ai miei compagni del Liceo Classico “Da Vinci” e ai compagni degli altri istituti. Abbiamo contestato le riforme scolastiche degli anni Novanta, che hanno innestato la marcia indietro di un sistema scolastico sempre più avvilito da tagli e incuria. Abbiamo rivendicato un'edilizia scolastica più dignitosa e sicura. Abbiamo chiesto programmi di studio moderni e aperti alle nostre passioni e ai nostri bisogni di collegamento con la realtà e con il mondo del lavoro.

La libertà di manifestare il proprio pensiero e il proprio dissenso è sacrosanta e mostra una tensione spesso positiva verso il cambiamento e il bisogno di trasformare in meglio le cose. Tra chi sta protestando in queste ore ci sono tante categorie sociali pesantemente avvilite dalla crisi economica e dalla recessione, a cui esprimo la mia vicinanza di amministratore e di cui provo ogni giorno ad ascoltare e comprendere le difficoltà. Dobbiamo essere solidali con chi cerca una strada per migliorare le cose e per far sentire la propria voce. Su questo sentimento, su questo tentativo, su questo desiderio sono con voi.

Non sono con voi, invece, quando si confonde la protesta come lo spazio indifeso dove liberare il disprezzo per le regole più basilari della convivenza civile. Non sono con voi quando, come è accaduto stamattina davanti alla caserma dei Carabinieri, lasciate che alcuni vostri compagni circondino o aggrediscano la piccola autovettura di una anziana signora di ottant'anni, facendola vibrare di spavento e inquietudine, minacciandone la libertà e la serenità. Non sono con voi quando irrompete nelle aule di una scuola del centro, interrompendo l'attività didattica di chi non la pensa come voi. Non sono con voi quando le vostre rivendicazioni sacrosante si mescolano a una protesta confusa e indistinta, che si è tinteggiata di atti vandalici diffusi e gravissimi, che è arrivata nel pomeriggio a indurre alla chiusura le grandi realtà industriali e commerciali dove forse, tra qualche anno, troverete un dignitoso posto di lavoro anche voi.

Cari ragazzi, perché non insorgete davvero in un moto di collettiva indignazione? Perché non prendete le distanze, subito, da chi lascia che la violenza si infiltri tra le vostre speranzose battaglie? Perché non protestate a mani alzate, con la forza delle vostre parole e delle vostre idee, contro chi vuole barattare a basso prezzo le rivendicazioni pacifiche e nonviolente con una rivolta facinorosa in cui ogni richiesta si perde e ogni giusta rivendicazione si trasforma in ingiusta prepotenza? Fino a volervi confondere con chi rischia di passare facilmente dalla parte del torto?

Non voglio colpevolizzare una minoranza che, forse in buona fede, si è lasciata trascinare e prendere la mano. Voglio però sapervi complici nel costruire percorsi cittadini di nonviolenza e nuova convivenza civile partecipata.

Le istituzioni di questa città sono aperte a un dialogo franco, permanente e sincero su quello che serve alla vostra generazione a per fiorire nella libertà e nel cambiamento. Non lasciatevi tentare dalla scorciatoia del dissenso cieco e rabbioso.

Mi fido di voi.
E mi affido a tutti i colori dei vostri sogni, così lontani dal bianco e nero di alcuni scatti di inciviltà delle ultime ore.

Paola».

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