TRANI - È iniziato al Tribunale Penale di Trani il processo a carico di Pietro Sorrenti, 51 anni, il legale rappresentante della concessionaria di autoveicoli Dinauto Srl di Molfetta, dichiarata fallita del Tribunale civile di Trani il 21 aprile 2010. Nessuno si è costituito parte civile.
Nel gennaio 2012 Sorrenti fu condannato in primo grado dal Tribunale di Trani, con rito abbreviato, a 3 anni e 4 mesi di reclusione, a 1000 euro di multa e interdetto dai pubblici uffici per 5 anni. La sentenza di condanna fu impugnata dal suo avvocato, innanzi alla Corte d’Appello di Bari, dove si celebra il processo di secondo grado.
Secondo gli inquirenti, Sorrenti avrebbe tenuto «le scritture contabili obbligatorie in modo tale da non rendere possibile la ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari, alla scopo di recare pregiudizio ai creditori e di procurarsi un ingiusto profitto, atteso che non aggiornava le scritture contabili e non le teneva affatto negli anni 2008, 2009, 2010». Inoltre, «mascherava tramite artifici contabili e fittizie operazioni di giroconto la reale situazione debitoria della società che al primo gennaio 2008 aveva un saldo negativo di oltre 1,1milioni di euro».
Tra l’altro, Sorrenti avrebbe danneggiato i creditori della Dinauto effettuando pagamenti a se stesso per 270mila euro quale credito vantato nei confronti della società. Il dissesto sarebbe stato aggravato dall’essersi astenuto dal chiedere l’autofallimento della Dinauto, nonostante già dal 2001 e fino al 2007 la società subisse perdite superiori al capitale sociale.
La procura contesta a Sorrenti anche il reato di non aver depositato i bilanci e le scritture contabili e fiscali obbligatorie entro i 3 giorni previsti dalla scadenza dichiarativa di fallimento.
Il processo è stato riaggiornato al 19 settembre, con l’audizione dei primi testi indicati dal PM.
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