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Processo “Mani sulla città”, il sindaco Natalicchio annuncia: il Comune di Molfetta si costituirà parte civile: offesa l'intera città «Abbiamo riportato legalità e rigore nel settore urbanistica di questa città e ne siamo orgogliosi e fieri. Sul resto, dirà il processo che inizia il prossimo 28 aprile in cui ci costituiremo, energicamente e convintamente, parte civile. Non è solo il Comune a essere parte offesa per quanto accaduto, ma l'intera città. Una pesante eredità che ci è stata lasciata. Oggi urbanistica del rigore»
29 marzo 2015

MOLFETTA – Il Comune di Molfetta si costituirà parte civile nel processo per lo scandalo edilizio “Mani sulla città, che vede coinvolto l’ing. Rocco Altomare, suo figlio Corrado, suo fratello Donato, alcuni esponenti del suo studio professionale altri imputati.
Lo ha annunciato il sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio: «Sono arrivate le richieste di rinvio a giudizio per "Le mani sulla città". Raccontano con una certa precisione di un ufficio tecnico inquinato dai conflitti di interesse e dall'illegalità. Per anni. Lo abbiamo denunciato senza sconti nella campagna elettorale del 2013. Poi qualcuno ci ha risposto che "era tutta una bolla di sapone". Che bisognava andare avanti e che quella urbanistica era il modello da seguire e proseguire. Pare di no.
Vorrei, adesso, capire cosa ne pensano i professori della buona urbanistica, i predicatori da pulpiti improbabili e improponibili, quelli che hanno attaccato la nostra gestione del Territorio basata sulla trasparenza, sulla legalità, sul controllo rigoroso e su una gestione responsabile del Piano regolatore e di tutte le complessità legate alla sua attuazione.
Dopo mesi a sentirsi dire che loro "sbloccavano" e noi "blocchiamo". A sentirsi dire che loro erano "gli esperti" e noi quelli che non sanno fare le cose. Abbiamo riportato legalità e rigore nel settore urbanistica di questa città e ne siamo orgogliosi e fieri. Sul resto, dirà il processo che inizia il prossimo 28 aprile in cui ci costituiremo, energicamente e convintamente, parte civile.
Non è solo il Comune a essere parte offesa per quanto accaduto, ma l'intera città. E a quelli che dicono "scordiamoci il passato" rispondo invece che dal passato dobbiamo imparare e che questa è l'eredità che ci ha lasciato chi c'era prima e ha il coraggio di metterci i voti ogni giorno: dopo il Porto delle nebbie, l'urbanistica delle infiltrazioni, delle violazioni e dei veleni. Queste le ferite, questi gli inganni.
Rispondiamo ogni giorno con l'urbanistica del rigore, del rispetto della legalità e della tutela del paesaggio, che fa bene alla nostra terra e anche alla parte sana delle nostre imprese edilizie, quella che sa che dietro a un permesso a costruire concesso nelle regole c'è maggiore sicurezza e serenità anche per la propria impresa e per i propri clienti. Ripartiamo da questa consapevolezza forte e sul resto capiremo nel dettaglio in sede processuale. Intanto, consentitemi, caliamo un velo pietoso
».

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