MOLFETTA - Un’eventuale transazione economica con le parti civili interessate, il Comune di Molfetta e Matteo d’Ingeo. Questa la posizione emersa in coda al processo di appello nei confronti di Pasquale Mezzina(ufficiale di Polizia Municipale), Giovanna Anna Guido (rappresentante legale dell’istituto di vigilanza La Securpol) e Pino Amato sui presunti reati contestati dalla Procura di Trani per l’anno 2005, quando Amato, eletto nel partito di Forza Italia, ricopriva la carica di assessore alla Polizia Municipale nella giunta dell’ex sindaco Tommaso Minervini.
Infatti, nell’udienza di ieri, il legale rappresentante di Amato (l’uomo politico che è attualmente consigliere di opposizione Udc), ha presentato alla corte un’istanza di rinvio del procedimento, con l’intento di giungere a una transazione economica. Una richiesta inconsueta, perché nel caso di specie si tratta di un procedimento penale e probabilmente questa transazione potrebbe essere indirizzata a ridurre le parti civili e le accuse, velocizzando il processo.
Tuttavia, secondo indiscrezioni, non solo la richiesta non dovrebbe essere accettata dalle parti civili in causa, ma in particolare il consigliere Amato, che non era presente al processo, pare non abbia condiviso pienamente l’istanza del suo le gale e sarebbe intenzionato a proseguire il processo di appello fino in fondo per dimostrare le sue ragioni e la sua posizione.
Queste vicende giudiziarie sono state considerate da molti come un
accanimento politico contro Pino Amato, come
Quindici ha più volte spiegato in questi anni, sin dal 2010 quando il Tribunale aveva condannato in primo grado Amato a tre anni (pena condonata dall’indulto), la Guido a un anno e 4 mesi e Mezzina a 2 mesi e 20 giorni (concessa la sospensione condizionale e la non menzione della condanna). Infatti, ad oggi, in un periodo caratterizzato da una galassia politica più o meno opaca, Amato risulta l’unico politico di Molfetta ad aver subito una indagine “
personale” e ad essere stato condannato.
A maggio 2010 furono assolti gli altri imputati Gaetano Brattoli, Girolamo Antonio Scardigno, Vito Pazienza, Vincenzo de Michele. Patteggiarono, invece, in udienza preliminare, il tenente Vincenzo Zaza e l’ufficiale Gianfranco Michele Piccolantonio, entrambi nella Polizia Municipale (che beneficiarono dell’indulto perché condannati rispettivamente a tre e un anno di reclusione).
Prossima udienza il 18 febbraio: 4 mesi per definire i termini giudiziari della vicenda. Intanto la corte ha sospeso i termini di decorrenza dei reati contestati ai fini della prescrizione.
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