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Primo passo verso il Partito Democratico a Molfetta Ieri sera direttivo congiunto di Margherita e Democratici di Sinistra
06 luglio 2007

MOLFETTA - Ci sono momenti che nel loro piccolo possono essere definiti “storici”, categoria in cui si situa la riunione congiunta dei direttivi cittadini di Margherita e Democratici di Sinistra, svoltasi ieri sera, in vista della costituzione dal basso del Partito Democratico. Perché sarà pur vero che la candidatura di Walter Veltroni alla segreteria ha dato impulso alla costruzione della nuova formazione politica, ma in vista delle primarie del 14 ottobre e di quel che accadrà ancora dopo, è necessario che il matrimonio, se si vuol chiamarlo così, si consumi anche nelle più sperdute periferie. La sede scelta per il primo mescolarsi di organi dirigenti, iscritti, idee, iniziative è stata quella della Margherita in Piazza Cappuccini. Tutti coloro che fra gli intervenuti hanno parlato lo hanno fatto a partire da una premessa, che per il Partito Democratico non ci sarà futuro e possibilità a Molfetta di ridare slancio al centro sinistra, se non si aprirà ai cittadini, agli ancora scettici, a chi ha voglia di buttarsi ed aspetta un nuovo progetto, alle associazioni, ai singoli, a tutti coloro che potranno trovarsi a loro agio in questo nuovo partito riformista, e aprirsi vuol dire rinunciare ad essere semplicemente la somma di Ds e Margherita. Ma nei fatti, l'iniziativa parte da questi due partiti, ieri lì ad annusarsi, a provare a capire com'è stare assieme, ad inventarsi un nuovo lessico, che ogni gruppo ha i suoi modi di dire e bisogna metterli in comune o escogitarne dei nuovi se si vuole parlarsi e soprattutto capirsi, belli attenti a mescolarsi, come alle feste in cui si va per gruppi e, volendo fare nuove amicizie, ci si obbliga a non sedersi accanto ai propri. Riunione assai affollata, che in pochi hanno voluto o dovuto mancare, aperta da Mimmo Cives, padrone di casa in quanto segretario della Margherita, oltre che consigliere provinciale e in pratica anche consigliere comunale, seguito a ruota dal segretario diessino Mino Salvemini; con i primi momenti passati a scrutarsi, a conoscersi o semplicemente a riconoscersi, perché è un dato di fatto che per molti si tratta solo di ritrovarsi, dopo aver fatto assieme un buon pezzo di strada nella politica cittadina, durante le campagne elettorali, nei movimenti, in partiti che hanno vissuto per una breve stagione, a cui aggiungere pezzi della ex Dc e pezzi di altre cose e gente che fa politica da un anno e che in fondo si sentiva del Partito Democratico prima che il PD esistesse. Dibattito che alternativamente ha spinto sul pedale del “che fare” e subito pure – il gruppo consiliare unico, una manifestazione cittadina, forse la festa dell'Ulivo – e del “chi siamo”, con il richiamo alla necessità di definire la propria identità politica di progetto nuovo, nei contenuti e dei metodi, su cui coinvolgere i cittadini. L'assessore regionale Guglielmo Minervini (nella foto assieme a Cives e Salvemini) ha chiamato tutti a vivere questo momento “come se se fossimo nel cuore dell'inizio di una nuova grande narrazione”. Per poi tornare subito a terra, assieme agli altri, considerando quanto c'è da fare in poco tempo. A breve si formerà un comitato organizzativo cui andrà il compito di programmare iniziative pubbliche, avviare una campagna di informazione, rispettare le scadenze poste a livello nazionale. Bisognerà pensare subito dopo, con il massimo coinvolgimento, a dar vita al Comitato costituente per il Partito Democratico. Nel frattempo, per abituarsi all'idea che ancora ci sono, ma nei fatti Margherita e Democratici di Sinistra non esistono già più, via a direttivi aperti permanenti, per decidere del gruppo consiliare unico, di un'eventuale Festa dell'Ulivo, della sede unica, per convincersi che non si tratta di una medicina confezionata altrove da ingoiare, ma di una svolta politica, per usare un'altra parola grossa, “epocale”, da concretizzare anche a Molfetta, periferia dell'impero.
Autore: Lella Salvemini
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Vi giro una lettera di un mio amico a Veltroni Caro Walter, Mentre, Mercoledi, eri alle prese con l'apoteosi della tua carriera politica, vedevo, qui in Gran Bretagna, un Tg sulla BBC One dove c'era un signore, piu o meno tuo coetaneo, che era alle prese con una valigia marrone, di notevoli dimensioni, e, di corsa e un po' sudaticcio con cravatta al vento e un familiare che lo aiutava, completamente da solo con la moglie e i figli, si affrettava a prendere un treno che stava per partire. Questo treno, da li' a poco, lo avrebbe riportato a casa, qualche centinaio di miglia da Londra dove, sempre questo signore, aveva trascorso i suoi ultimi dieci anni di vita. Questo signore, la cui eta' e' tradita solo dal biancore dei pochi capelli rimasti, e' passato quasi inosservato nella affollata stazione ferroviaria. In fondo era come tutti i presenti. Un semplice cittadino che prendeva un treno. Mi dirai, cosa c'entra questo signore con te? Con te non c'entra molto, almeno per il momento, ma delle cose in comune con te ce le ha. Questo individuo, intento a svolgere una attivita' normale, negli ultimi dieci anni e' stato uno degli uomini piu' potente del mondo, Tony Blair. Non aveva scorta, non aveva macchine blu e per tornare a casa sua ha preso un semplice treno, in una stazione affollatissima, dove l'unico pericolo per lui era di perdere il treno. Qualche ora prima, era stata nella famosa House of Commons (Il Parlamento Inglese) dove, rispettosamente, dopo aver salutato Sua Maesta', era andato a salutare i suoi ormai ex colleghi parlamentari che, tutti e dico TUTTI, anche dopo anni difficili, di battaglie dure e di contrapposizioni anche velenose, lo hanno salutato in piedi e con un applauso infinito. Del resto, qui' in Gran Bretagna, quella di lasciare la carica occupata dopo due legislature, non e' una novita' e non importa che carica occupi. Mentre tu parlavi, Tony dava una lezione di civilta' a tutto il mondo ma sopratutto ai meschini politici Italiani che per il potere venderebbero le loro madri. Tony ha molti piu' nemici di Massimo, di Silvio, di Clemente e ma mentre in italia si spendono milioni di Euro per le vostre scorte, macchine, benefici, stipendi, pensioni, Tony si e' preso il suo stipendio di un anno da Primo Ministro di Sterline 150.000 (circa Euro 220.000), ha preso la SUA macchina, vi ha caricato la sua famiglia, piu tardi ha pagato il biglietto di un treno e insieme ad altri normali cittadini, se ne e' tornato a casa sua, senza scorta e senza leccapiedi a fargli da balia. Propri come in Italia vero? BEH cosa dire forse da questo bisogna cominciare per costruire il partito democratico preso il suo stipendio di un anno da Primo Ministro (ripeto, piu' potente del mondo) di Sterline 150.000 (circa Euro 220.000), ha preso la SUA macchina, vi ha caricato la sua famiglia, piu tardi ha pagato il biglietto di un treno e insieme ad altri normali cittadini, se ne e' tornato a casa sua, senza scorta e senza leccapiedi a fargli da balia. Propri come in Italia vero? Caro Walter, visto che vi riempite spesso la bocca di Inglesi e Americani, di democrazia, di civilta': Questa di Tony e degli Inglesi, e' civilta'. La civilta' e' anche avere le palle democratiche (scusami il termine) di non scegliere candidati a tavolino e fare congressi di partito pre-confezionati, dove i delegati votano quello che volete voi. Scusa...hai ragione...in Italia nemmeno i candidati normali li scelgono i cittadini….. BEH cosa dire forse da questo bisogna cominciare per costruire il partito democratico



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