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Preoccupazioni a Molfetta per la pioggia che mette a rischio la processione dell'Addolorata
18 marzo 2016

MOLFETTA – Preoccupazione a Molfetta a causa della pioggia, per l’uscita della processione dell’Addolorata a cura dell’Arciconfraternita della Morte, prevista per questo pomeriggio.

Questa processione nel corso degli anni non ha avuto molta fortuna proprio a causa delle cattive condizioni atmosferiche. Anche per il pomeriggio è prevista pioggia, ma i molfettesi sperano che le previsioni siano sbagliate e che la situazione meteo possa migliorare.

Intanto ammirate la bella foto di Mauro Germinario, che trovate con altre immagini della Settima Santa nelle pagine fotografiche che la rivista mensile “Quindici” dedica alle processioni pasquali nel numero di questo mese, che sarà distribuito sabato.
In attesa di leggere sul prossimo numero della rivista “Quindici” anche un articolo storico di Corrado Pappagallo sulle processioni pasquali, riportiamo una bella pagina del dott. Francesco Stanzione che descrive questo evento religioso.

«Il Venerdì antecedente la domenica della Palme, un tempo chiamato di Passione, e che in Spagna viene definito Viernes de Dolores, dalle sei del mattino fino alle undici, nel Purgatorio vi sono S. Messe ogni ora; generalmente la S. Messa delle 10,00 viene celebrata dal Vescovo.

A mezzogiorno la chiesa viene chiusa e si procede alla preparazione della Sacra Immagine dell’ Addolorata per la processione. Altro rituale, in chiesa e davanti a tutti, che vede il cambio del velo con quello della processione (anche in questo caso è il Priore che decide quale) ed il cambio dello stellario e dello spadino in argento con quelli in oro, prelevati il giorno precedente dalla Curia Vescovile, dove sono depositati durante il resto dell’ anno, e custoditi provvisoriamente in casa del Priore fino a conclusione della Settimana Santa. Anche la “sindone” viene sostituita con un’ altra.

Anche queste operazioni vengono svolte non sempre con una certa celerità, quanto mai opportuna, visto che mancano solo poche ore allo svolgersi della processione; infatti alle ore 15,30 finalmente il portone viene spalancato per dare inizio al tanto atteso evento.

Precedono tre giovanotti in frak chiamati Stradari: essi aprono il sacro corteo. Segue il palliotto, che è l’ insegna dell’Arciconfraternita della Morte, nero con stelle in oro, indi la Croce con a latere i due fanali; questi simboli vengono retti da alcuni giovani confratelli incappucciati.

Subito dopo si colloca lo stendardo della Associazione Femminile, quindi le Socie ed i Confratelli; tutti reggono un cero.

Gli Stradari sono preceduti dal un quartetto di musicanti che esegue una antichissima melodia avente un motivo orientaleggiante, in cui il rullo del tamburo, intervallato dal colpo ritmico della grancassa, fa da accompagnamento al flauto; alla fine di questo motivo, vi sono gli squilli di una tromba, quelli che costituiscono il cosiddetto “ti – tè”.

Intanto la banda, prendendo posto di fianco alla chiesa del Purgatorio, esegue nella mezzora che precede l’ uscita della Madonna, le marce funebri “I funerali di A. Manzoni” e “Jone”.

Poco prima delle 16,00 viene portato fuori il baldacchino, sorretto da otto confratelli, da sotto il quale, dopo essere stato innalzato, passerà il simulacro della Addolorata, portata a spalla da quattro confratelli incappucciati. Le note della marcia funebre “Sventurato”, del molfettese Vincenzo Valente, accompagnano l’ uscita della Vergine.

La processione si dirige subito in Molfetta Vecchia, uscendone dall’ Arco, per proseguire il suo lungo itinerario, che si svolge comunque tutto nella parte più antica della città.

Tutto terminerà intorno alla mezzanotte, dopo otto ore di processione, quando la Madonna rientra in chiesa con le note dello Stabat Mater.

E’ importante rilevare che durante l’ itinerario, vi sono molti punti fissi in cui vengono suonate sempre le stesse marce funebri, come ad esempio “Fatalità” quando la Madonna esce dall’ arco della città vecchia, “U’ Conza Siegge” in via Sigismondo, il “Triste Tramonto” al largo Domenico Picca”, lo “Stabat Mater” in via Annunziata ed alla ritirata, il “Simon Boccanegra” in piazza Cappuccini, il “Palmieri” ed il “De Candia” in via Margherita di Savoia e così via».

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