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Premio Bertolucci e spettacolo con Isabella Ragonese per la chiusura del Festival di Teatro civile Alle ore 19 la premiazione del concorso nazionale di drammaturgia alla Fabbrica di San Domenico con Concita De Gregorio, Lucilla Albano e Graziano Graziani. Alle 20.30 lo spettacolo African Requiem con Isabella Ragonese in Piazza delle Erbe a ingresso libero
26 luglio 2015

MOLFETTA - Si conclude stasera il festival Il teatro o è civile (o non è) con l'attesa premiazione del concorso nazionale di drammaturgia Giuseppe Bertolucci, grande maestro di cinema e teatro scomparso nel 2012 a Diso nel Salento, istituito dal Comune di Molfetta quale contributo allo sviluppo e alla valorizzazione della drammaturgia civile contemporanea e alla promozione della cultura teatrale.?

Sono pervenuti complessivamente 133 elaborati da tutta Italia. Alle ore 19 la premiazione del concorso nazionale di drammaturgia alla Fabbrica di San Domenico con i vincitori sarà presente la giuria, composta dalla giornalista e scrittrice Concita De Gregorio, il critico teatrale Graziano Graziani e da Lucilla Albano, moglie di Giuseppe Bertolucci, con loro ha analizzato i testi pervenuti anche lo scrittore Nicola Lagioia vincitore del Premio Strega 2015.

Per lo spettacolo finale alle 20.30 calcherà le scene di Piazza delle Erbe Isabella Ragonese con African Requiem, scritto e diretto da Stefano Massini.
Lo spettacolo parte dall’atmosfera incerta e nebbiosa della Mogadiscio descritta da Ilaria Alpi, che l'attrice interpreta sul palco in un reading di luci ed ombre, dove una partitura di voci si amalgama continuamente alla musica.
Siamo nei dieci secondi successivi all’omicidio: un bagliore di luce, poi il caos di una faticosa presa di coscienza. Isabella Ragonese è un’Ilaria Alpi appena uccisa, che si desta come da un improvviso letargo e ripercorre la propria vicenda in un susseguirsi di saette di memoria.
Ne nasce una carrellata di tredici frammenti, incursioni spietate nella ferita ancora sanguinante di una Somalia contraddittoria, terra di torbidi compromessi e nefandi accordi mascherati dietro l’alibi di una beffarda cooperazione. In un vortice di evocazioni e di opposti stati d’animo, fra tesissime ascese e discese vertiginose, la tela del calvario si tesse e ritesse da sola, componendo un puzzle inaudito.

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