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Porto, cronistoria di bugie e responsabilità, mentre la situazione si aggrava giorno dopo giorno
15 novembre 2015

FINALMENTE LA VERITA’… E’ questo l’incipit dell’articolo comparso nella pagina del quotidiano di ‘QUINDICI on-line’, il 5 novembre 2015. FINALMENTE, diciamo anche noi! c’è stata la necessaria elencazione delle problematiche che l’Amministrazione in carica trova nell’iter di ripresa dei lavori – per il momento di messa in sicurezza della struttura del Porto - e poi, si spera a brevissimo, anche della continuazione e completamento dell’Opera. Desideriamo qui illustrare la ragione di tanta enfasi nel leggere una cronaca che riguarda la vicenda abbastanza nota, ma altrettanto intricata, del Nuovo Porto di Molfetta, all’indomani di una conferenza tenuta dal Sindaco sig.ra Natalicchio, sull’argomento e dopo una precedente conferenza tenuta dal C.D., nella quale ultima ci si lamentava che le cose (i lavori) erano colpevolmente (della Giunta in carica di centrosinistra) fermi! Il tema proposto in quest’ultimo incontro organizzato da un’entità chiamata “OPERA da condurre in Porto” è: La situazione si aggrava giorno dopo giorno! Brevemente, l’antefatto. La costruzione della nuova struttura fu iniziata nel lontano (ormai) 2008 – Molfetta era governata dalla prima giunta Azzollini. Fu data ampia copertura mediatica all’inizio dei lavori. All’epoca, a spese del Candidato alla carica di Sindaco sen. Azzollini, fu messo in circolazione un DVD che, c’è da riconoscerne la qualità e la completezza, descrive l’iter complesso che si era dovuto seguire per ottenere le autorizzazioni necessarie e, di conseguenza i finanziamenti economici. Il Sindaco e Senatore Azzollini, a causa della caduta del 2° Governo Prodi, decadeva da Senatore, essendo stato sciolto il Parlamento. Pertanto, per essere in condizione di candidarsi anche al Senato, rassegnò le dimissioni da Sindaco e quindi decadere la sua Giunta di Molfetta - relativamente da poco insediatasi. Infatti essendo caduto il Governo centrale (premier Romano Prodi) le Camere furono sciolte; per legge il sig. Azzollini Sindaco, non avrebbe potuto ricandidarsi al Senato, allora si dimise, diventando il candidato senatore Azzollini. Riuscì a farsi eleggere al Senato, ed a farsi ri-eleggere Sindaco di Molfetta, alle elezioni amministrative che si celebrarono dopo un breve periodo di commissariamento della Città. Era stato anche nominato, nel frattempo, ‘Presidente della commissione bilancio del Senato’. In questa condizione istituzionale così robusta, forte anche di una maggioranza locale cospicua e di un seguito di sostenitori e cittadini molto ampio, furono appaltati e partirono i lavori per il nuovo porto. C’era però il problema degli ordigni bellici presenti nell’area del nuovo (e, se per questo, anche nell’attuale) porto che, indagini e prospezioni eseguite, aveva evidenziato; cosa che avrebbe dovuto quanto meno suggerire cautela nell’inizio e nell’esecuzione dei lavori. Tutto superato! Si disse. I lavori partirono alla grande. Furono realizzate opere murarie e cantieristiche di notevole entità; la prima, grande draga la Vlaanderen XVI, eseguì il primo dragaggio del fondale melmoso, riversando il materiale dragato nella famosa cassa di colmata che, a lavoro finito avrebbe rappresentato la piattaforma di stoccaggio delle merci in movimento. Mentre proseguivano i lavori con l’impiego di imponenti mezzi e attrezzature, fu effettuato il secondo dragaggio dello strato roccioso, questa volta con l’utilizzo spettacolare della grande draga Machiavelli. Anche il materiale così dragato (contenente inquinanti, come le melme già dragate?) venne riversato nella cassa di colmata. Tutto sembrava procedere a spron battuto. Si incominciava veramente a pensare che il Porto – nuovo – sarebbe stato completato in tempi relativamente brevi. Intanto subentrarono le prime grane: La capo- fila dell’A.T.I. – C.M.C. Ravenna, a causa di ritardi che lamentava, nel rispetto del crono programma (proprio per la presenza di ordigni esplosivi) e non ad essa imputabili, avanzò richiesta di che, dopo breve trattativa, furono liquidati penale in € 7,8 milioni! I lavori ripresero. Nel 2013, alla scadenza naturale dell’Amministrazione di C.D., nuove elezioni amministrative a Molfetta, premiarono una Coalizione di C.S.: fu eletta sindaco la dr.ssa Paola Natalicchio (giugno 2013) che, al ballottaggio, sconfisse il candidato di C.D., avv. Ninnì Camporeale (Azzollini non poté candidarsi anche a Sindaco, in quanto già Senatore in carica). Ad ottobre poi, il colpo di scena! La Procura di Trani – che da anni, avendo acquisito una gran mole di documenti, in precedenti blitz a Palazzo di città, indagava sulle vicende relative all’appalto ed alle procedure per la costruzione del porto, avendo accumulato prove di illeciti (tutti da dimostrare in sede dibattimentale) mise sotto sequestro l’area dei lavori; furono indagati e lo sono ancora molti funzionari e personaggi più o meno coinvolti in quella che la Magistratura definisce come truffa aggravata, occultamento di prove, ecc.. Fu indagato anche il Sen. Azzollini, il quale dichiarò di …”sentirsi sereno ed a disposizione degli Inquirenti, per chiarire tutto!”. Dunque, da ottobre del 2013 le opere sono state bloccate. Da allora, la nuova Amministrazione ha attivato quanto in suo potere, date le circostanze – gli Inquirenti avevano necessità di ponderare bene ed a fondo le prove che avevano promosso il sequestro dell’area e gli avvisi di garanzia ai presunti responsabili dei presunti illeciti – per far riprendere i lavori. In altre occasioni, sia con manifesti, sia con estemporanee conferenze, sia con un battage mai troppo evidente ma molto ficcante, i membri del “partito della ripresa dei lavori” subito e comunque, ha sempre fatto sì che i Cittadini fossero distratti dalle vere ragioni dello stallo; costoro hanno volgarmente strumentalizzato l’indubbio disagio dei Lavoratori che, a causa del sequestro, si sono ritrovati senza mezzi di sussistenza per sé e per le famiglie. Hanno cavalcato la tesi che il sequestro non fosse conseguenza dell’opacità/illiceità – in corso di accertamento – di alcune, molte azioni ed atti degli ‘attori’ (Amministrazione di C.D., Tecnici, Imprese e relativi dirigenti) di questo psico-dramma, ma fosse responsabilità del Sindaco Natalicchio che avrebbe causato l’arresto dei lavori. Da questo,a dare l’impressione che addirittura fosse il Sindaco e la sua Amministrazione a non volere il completamento del nuovo porto, lasciando ai ‘posteri’ l’ennesima cattedrale nel deserto, il passo è breve!.Questi, che potremmo continuare a definire dei mestatori (i membri di tale pseudo-comitato “Opera da condurre in porto”) in molte occasioni hanno preteso che i lavori, in spregio all’inchiesta in corso, fossero ripresi anche dando la responsabilità di ciò, all’Amministrazione. Molti Cittadini, in buona fede, si spera e forse non bene al corrente dei fatti, convinti da queste sirene, continuano ad addebitare alla sig.ra Natalicchio la responsabilità dello stallo, perdendo di vista le vere responsabilità che sono altrove. Come fanno costoro, con quale mancanza assoluta di decenza osano dire e proporre queste cose? La politica è anche l’arte di negoziare l’equilibrio fra diverse tendenze ed esigenze, sempre con l’obiettivo del conseguimento del BENE COMUNE! Per ‘praticare’ quest’arte, moltissime volte si fa ricorso ad azioni non proprio specchiate; le cronache ogni giorno ci raccontano di fatti che molti politicanti, anche per perseguire, non già il bene comune, ma molto più banalmente il bene proprio e dei propri sodali, agiscono illecitamente; queste (male) azioni il più delle volte vengono scoperte, ma raramente punite. Questo a causa della distorsione di meccanismi di auto-protezione (voluti, sì è vero, dai Padri Costituenti) non per la protezione da illeciti a volte conclamati, ma che comunque, non possono essere sanzionati, a causa dello stato di insindacabilità della Magistratura, nei confronti di un Parlamentare, senza l’autorizzazione del Parlamento stesso. Ci troviamo così che il principale, forse – ripetiamo FORSE – l’unico responsabile della drammatica situazione di stallo, per non parlare del resto, non solo non fa nulla per accelerare l’iter giudiziario – ad esempio, presentandosi quando convocato dagli Inquirenti, per chiarire tutto (si ricordi la frase pronunciata quando ci fu l’avviso di garanzia: …sono sereno, sono a disposizione, aspetto di essere ascoltato (dagli Inquirenti) per chiarire tutto!) ma, partecipando al fantomatico comitato finisce addirittura per aizzare la Gente comune, attraverso queste squallide azioni di disinformazione, a mettere pressione indebita sia all’Amministrazione in carica, sia alla Magistratura. Proprio lui che fugge la giustizia e si fa salvare dal Senato che non concede l’autorizzazione al suo arresto, rallentando il lavoro della magistratura e allungando i tempi di conclusione dei lavori del porto.

Autore: Tommaso Gaudio
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