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Polizia Municipale di Molfetta, servono più uomini e più risorse
26 gennaio 2004

MOLFETTA – 26.1.2004 Il Corpo della Polizia Municipale di Molfetta ha festeggiato la ricorrenza del patrono San Sebastiano con una messa in Cattedrale, officiata dal vescovo mons. Martella. Alla cerimonia hanno partecipato anche gli uomini delle Polizie Municipali di Ruvo, Terlizzi e Giovinazzo con i rispettivi Comandanti. Subito dopo la messa il responsabile della Polizia municipale di Molfetta, Ten. Vincenzo Zaza ha svolto la relazione annuale. “La Polizia Municipale è sicuramente una delle strutture più complesse dell'Amministrazione Comunale – ha detto Zaza - con competenze, attribuzioni, funzioni assai articolate che toccano tutti o quasi gli aspetti del vivere civile. Ad essa quotidianamente il cittadino si rivolge chiedendo servizi, protezione, sicurezza, rispetto della legalità e delle regole di convivenza civile, chiedendo sostegno nelle più disparate situazioni e condizioni o semplicemente segnalando problemi, esigenze, disagi, comunque in ogni caso pretendendo delle risposte sempre più efficaci e tempestive. Non temo di cadere in una retorica a buon mercato se affermo che dal livello quantitativo e qualitativo dell'attività della Polizia Municipale dipende, in buona misura, la qualità della vita in una città e la stessa immagine esterna dell'Amministrazione Comunale. Se quanto detto è vero, occorre allora che gli interventi, le azioni ed i servizi della Polizia Municipale debbano assumere spessore ed essere operativamente e concretamente risolutivi. L'O.P.M. deve quindi acquisire una nuova disponibilità al cambiamento passando dalla iper-specializzazione alla cultura della “Diversità”, intesa come capacità di assumere ed assolvere funzioni e compiti diversi. Ma vi è un altro “Cambiamento Culturale” necessario, al quale, peraltro, personalmente ascrivo un particolare significato, quello legato al rapporto con il cittadino-utente. Ma come può essere effettivamente conciliabile il dover imporre sanzioni con l'esigenza di modificare un rapporto distorto con la gente ed offrire, quindi, un'immagine positiva nell'opinione pubblica? Una ulteriore complicanza, in tal senso, è costituita dalla mancanza di chiarezza sul ruolo della Polizia Municipale, non solo nella collettività e nell'Amministrazione pubblica, ma tra gli stessi operatori. Vi sono ancora oggi tanti modi di intendere il ruolo del vigile e tanti modi diversi di fare il vigile, i messaggi che riceve l'utenza risultano, così, contraddittori e, tutto ciò crea disorientamento e confusione. Non siamo capaci “di vendere“ la nostra immagine, il nostro prodotto. L'arte della comunicazione e la gestione dell'immagine, da sempre, rappresentano per la Polizia Municipale un problema grave ed intimamente deprimente: non solo non siamo capaci di comunicare all'esterno ma, addirittura, talvolta, non c'è nemmeno la piena consapevolezza, all'interno di una struttura di Polizia Municipale, di tutto ciò che in realtà si fa. Poniamo in essere migliaia di interventi, tuttavia nessuno si accorge di nulla, l'operato della Polizia Municipale passa quotidianamente sotto silenzio, salvo essere sporadicamente additata dal giornalista di turno – magari a corto di argomenti – per discutibili illazioni e critiche distruttive e poco concrete. La gente non percepisce lo sforzo che si compie per migliorare la qualità della vita e ci giudica alla stregua di macchine portatrici di incassi per l'Amministrazione Comunale. La collettività, di conseguenza, non si sente rappresentata né tutelata. E' stato acutamente osservato, in un recente seminario, quanto i nostri giovani troppo spesso sembrano appiattiti su comportamenti stereotipati, imposti dalla mentalità diffusa dai mezzi di comunicazione, talvolta al limite della legalità, come può essere circolare senza casco, bere alcolici, usare linguaggi e gesti aggressivi, deturpare strutture e beni pubblici; in segno di chiara sfida alle istituzioni. Dobbiamo far loro intendere che la vera sfida si vince recuperando comportamenti corretti, isolando così i facinorosi, che invece si alimentano della nostra indifferenza come voraci vampiri. Occorre, insomma, creare occasioni per favorire la coesione tra generazioni, ceti sociali, culture ed etnie diverse, liberando dalla debolezza dell'emarginazione i segmenti più deboli e attaccabili della comunità. La Polizia Municipale in questo contesto da sempre svolge un ruolo primario, fortemente ed efficacemente impegnata sia nella necessaria azione di educazione stradale, prevenzione degli illeciti, tutela ambientale, ordine pubblico; che nell'azione di contrasto ad un'utenza automobilistica paranoica e dissennata, ai facili abusi edilizi, alle piccole e grandi concessioni che i cittadini si fanno, noncuranti delle regole normative e comportamentali. Per fare tutto questo serve investire in risorse umane e in quelle finanziarie – ha concluso Zaza -; non è possibile continuare a far fronte ai gravosi ed innumerevoli impegni soltanto facendo appello alla disponibilità al senso del dovere ed all'abnegazione degli Operatori di Polizia Municipale”.
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