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Piscina, un bando nebuloso. Il rischio di nuovi contenziosi a danno delle tasche dei cittadini
15 settembre 2009

Il bando di gara della piscina contiene alcuni punti che non sembrano molto chiari e che andrebbero esplicitati meglio per evitare confusioni e possibili ricorsi al Tar che, come sempre a Molfetta, finiscono per pesare sulle tasche dei cittadini. Quanto costano ai molfettesi gli errori della giunta di centrodestra che governa la città (sarebbe un bel calcolo da fare per le opposizioni)? Quindici, perciò, aggiunge alle osservazioni di Giovanni Abbattista del Pd, altri interrogativi ed esprime alcuni dubbi. Sarebbe opportuno, da parte dei tecnici comunali e degli amministratori, offrire maggiori chiarimenti al fine di una maggiore trasparenza e soprattutto proporre bandi meno nebulosi, per evitare nuove spese legali che, alla fine, arricchiscono solo gli avvocati e impoveriscono i cittadini. Ecco le osservazioni di Quindici: A livello di requisiti non si capisce come mai, pur essendoci una Legge Regionale sullo Sport (la n. 33 del 2006) che disciplina le modalità di affidamento della Gestione di Impianti Sportivi Pubblici, e i requisiti dei soggetti che possono concorrere, il Comune di Molfetta chieda altri requisiti. Infatti, nel bando viene chiesto che ci sia, tra i concorrenti partecipanti, una Ditta iscritta alla CCIA (Camera di commercio) per la gestione di impianti tecnologici. Una prescrizione che la legge non prevede, e che soprattutto, escluderebbe dalla partecipazione al bando le ASD, Associazioni Sportive Dilettantistiche (si chiede infatti l’iscrizione all’albo CONI che è solo riservato ad ASD), Enti di Promozione Sportiva o comunque soggetti giuridici che svolgano attività sportiva di nuoto e affini. Nessuno di questi soggetti può essere Ditta iscritta al CCIA. Perché è stata scelta questa formula, fortemente limitativa? Poi viene richiesto di garantire la rioccupazione dei lavoratori esistenti, senza precisare quanti siano e quali contratti abbiano. Si chiede, inoltre, che ci sia anche un istruttore per la formazione dei subacquei, senza che siano previste le relative tariffe. E’ previsto anche uno spazio eccessivo da concedere al CONI e alle sue Società Sportive. C’è da chiedersi: e se a Molfetta si costituissero altre 3, 4 Società Sportive di nuoto oltre all’unica attuale (la “Molfetta Nuoto Srl”), ci sarebbe la corsa selvaggia a dividersi gli orari perché è tutto gratis? L’utilizzo della piscina e dei suoi servizi, sia essa attività agonistica o non agonistica e promozionale, può essere agevolata, ma non completamente gratis; si rischia di utilizzare due pesi e due misure dal momento che altri impianti comunali affidati con bandi di gara (vedi i campi di Viale Gramsci) sono comunque a pagamento per le Società Sportive che svolgono attività di calcio e tennis. Ci sarebbero tante altre osservazioni da fare e che fanno presagire la sospensione e la revisione di un Bando che appare nebuloso e poco chiaro che forse potrà essere impugnato sia dalle Associazioni Sportive interessate, che dalle forze politiche siano esse di maggioranza o di opposizione. C’è, infine, da chiedersi: la legge 626/94 prevede che prima della consegna dell’impianto devono essere garantite tutte le condizioni di sicurezza per i lavoratori: è stato fatto? A questo punto, forse, sarebbe meglio che la piscina continuasse a tenerla il Coni. Non vorremmo che, come avvenuto per il porto, le condizioni del bando consentissero ad una sola società di partecipare alla gara. Quindici si augura che questi dubbi vengano sciolti e che gli interrogativi trovino adeguate risposte. Ma dubitiamo che gli amministratori, come in passato, vorranno essere trasparenti con la stampa e quindi con l’opinione pubblica che essa rappresenta. Del resto i cattivi esempi che vengono dal premier Berlusconi non favoriscono una diffusione della cultura della democrazia anche a Molfetta.

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