Pip3, scontro Comune e Regione Azzollini vince un altro round, ma…
E sono due. Il sindaco Antonio Azzollini ha incassato un altro verdetto positivo dal Tribunale Amministrativo Regionale, che ha accolto in pieno il ricorso del Comune in merito alla graduatoria per i finanziamenti destinati alle realizzazione delle infrastrutture dei Piani Insediamenti Produttivi. Per la seconda volta il Comune di Molfetta ha dovuto fare la voce grossa. La prima, quando il suo progetto fu ritenuto “non esaminabile” per un presunto errore nella compilazione nella domanda e poi successivamente valutato. Successivamente la Regione elaborò la graduatoria, naturalmente secondo i criteri di assegnazioni per le varie caratteristiche dei progetti e piazzò quello di Molfetta al 39° posto. In pratica, fuori dal budget di 60 milioni di euro a disposizione del bando. Una collocazione derivante dalla mancata attribuzione del punteggio relativa a infrastrutture per conciliazione e sostenibilità finanziaria, perché il progetto è subordinato al parere dell’Autorità di Bacino. Azzollini, convinto di poter nuovamente smentire i tecnici della Regione, si è rivolto ancora al Tar, che gli ha nuovamente dato ragione. Con ordinanza n.358/2011 il Tar, infatti, ha accolto in toto il ricorso dell’amministrazione comunale. Questo nuovo round delle carte bollate è stato accolto con comprensibile enfasi sia dal sindaco Azzollini che dall’assessore Palmiotti, perché potenzialmente Molfetta è rientrata nel gioco di un finanziamento importante. Se il sindaco non avesse agito, la nostra città sarebbe stata tagliata fuori dal bando. Anche se, è notizia di fine aprile che la Regione ha stornato per il bando altri 40 milioni di euro, per soddisfare gli altri progetti in graduatoria. In una nota stampa Azzollini e Palmiotti hanno voluto andare oltre. A leggere le loro dichiarazioni, questa vicenda, sarebbe l’ennesimo capitolo di una sorta di scontro continuo tra l’amministrazione comunale e la Regione Puglia, velatamente accusata quest’ultima, di un atteggiamento pregiudiziale e avverso alle politiche di sviluppo della città. Secondo noi è una fesseria, che però ci sta martellando, considerando il precedente (PIRP) e che porta a dismettere la giacca della cultura giuridica per indossare quella della demagogia, e magari vendere alla pubblica opinione un prodotto allo stesso tempo parzialmente vero e parzialmente falso. E’ vero, come detto sopra, che il Comune è rientrato nelle potenzialità di un finanziamento, ma è anche vero che potrebbe anche essere revocato. Quindi quando Palmiotti vuol far credere agli imprenditori che i 4 milioni sono spendibili, non fa un’operazione di chiarezza. Anzi, fa il contrario. Diciamo subito che ha fatto bene l’amministrazione comunale a rivolgersi al Tar, però bisogna anche dire che la faccenda sulla realizzazione o meno della nuova Zona artigianale è tutt’altro chiusa. Il nodo centrale è il parere favorevole dell’Autorità di Bacino, senza il quale tutto rimane sulla carta: il progetto, le graduatorie delle imprese, il finanziamento. Su questo benedetto Pip3 e sulle diversità di vedute tra Comune e Autorità di Bacino, molto si è detto e scritto in questi mesi. Per quanto ci riguarda non si può ridurre a tifare per l’uno o per l’altro. Ai cittadini interessa che qualcuno, se mai si troverà qualcuno che certifichi l’effettiva realtà, dica una cosa chiara: il Piano elaborato dal Comune si presta ad un serio rischio idrogeologico, come si evince dal PAI (Piano assetto idrogeologico) elaborato dall’Autorità di Bacino? Fino a quando non si scioglierà questo intricato nodo, si andrà ad ingrossare il fiume carsico di parole e di chiacchiere.
Autore: Francesco Del Rosso