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Piazza Paradiso, raccolta-firme per ricolonizzare il qasba del degrado della puzza e dell'illecito
15 luglio 2012

Una raccolta-firme per Piazza Paradiso. Alcuni commercianti della zona stanno rilanciando una nuova e autonoma idea urbana per l’area: la vecchia pagoda con box di frutta, verdura e pesce per ricreare quel polmone di sporcizia e cattivi odori, aria maleodorante e frastuoni, degrado e desolazione, smantellato nel 1992 su provvedimento esecutivo della magistratura. Insomma, il ritorno della “terra di nessuno” in cui la criminalità notturna germogliava e si sviluppava a ritmi sostenuti. A quanto pare le firme raccolte sarebbero parecchie. In alcuni supermercati e negozi del posto, soprattutto al momento di ricevere lo scontrino, l’acquirente sarebbe addirittura stimolato a firmare la petizione per riaprire il «florido e conveniente mercato ingiustamente chiuso» negli anni ’90. Un intento egoistico e forse anche pilotato da particolari interessi, che riporterebbe in quell’area, ma soprattutto nell’intero quartiere il degrado urbano, sociale e ambientale a discapito della vivibilità e della comune volontà cittadina. Un’altra vergogna per Molfetta. Un primo deciso tentativo nel 2001, quando il Piano Triennale delle Opere Pubbliche (era commissario la dott.ssa Antonella Bellomo) prospettava un nuovo asset urbanistico per la piazza: 27 posti auto interrati e 20 box in superficie da destinare a mercato. A giugno 2001 la proposta di project financing dell’impresa Samarelli Luigi, accolta a fine ottobre 2001 dall’amministrazione di centrodestra di Tommaso Minervini, che aveva furbescamente bypassato il parere dei residenti. Costituito un comitato di quartiere, con la collaborazione del consigliere di Rifondazione Comunista Antonello Zaza, gli stessi aderenti con una comunicazione al sindaco diffidavano l’impresa dall’iniziare i lavori, poi bloccati. L’attuale petizione sembra, invece, proprio la diretta discendente del Piano del Commercio su aree pubbliche varato e approvato dalla sola amministrazione Azzollini, autrice dell’invenzione normativa del “mercato diffuso” che sta trasformando Molfetta in un immenso qasba arabo (postazioni abusive di frutta e verdura e di rivenditori di frutti di mare sorgono ogni giorno in più punti della città, senza che siano assunti e applicati sanzioni e provvedimenti restrittivi). Sono queste pericolose iniziative, espressione di un certo modo personalistico di concepire il bene pubblico, la conseguenza di una certa politica del lassismo e del libertinaggio diffuso inaugurata dall’ultimo decennio amministrativo, dove la politica si è appoggiata a certi meccanismi sociali, economici e commerciali. Tra l’altro, non è mistero che attorno a Pazza Paradiso ruotino forti interessi, rappresentati da alcuni politici locali e dalle loro promesse più o meno ufficiali in campagna elettorale. Imbarazzi politici e difficoltà amministrative sorgeranno quando la petizione sarà protocollata e consegnata al sindaco pro tempore, forse Antonio Azzollini o il suo successore. Infatti, secondo lo Statuto comunale i cittadini possono rivolgere, singolarmente o in forma associata, petizioni al Consiglio Comunale e alla Giunta Comunale (sottoscritte da almeno mille cittadini o da un Comitato circoscrizionale), poi sottoposte dal Sindaco o dal Presidente del Consiglio all’esame del Consiglio comunale nella prima seduta utile(entro 60 giorni la motivata decisione). Una vera e propria grana, la cui soluzione dovrebbe ispirarsi al buon senso socio-politico, ma soprattutto alle normative vigenti. In particolare, il Prgc inserisce Piazza Paradiso nella zona omogenea A/1 in cui gli interventi devono tendere alla conservazione e alla riqualificazione urbanistica ed edilizia, mediante un insieme sistematico di interventi pubblici e privati per dotarla di servizi individuali e collettivi (piano/piani di recupero anche integrati di iniziativa pubblica o privata). In mancanza di piani di recupero, sono ammessi solo interventi di manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo. Ma anche in presenza di normative e strumenti urbanistici, una simile richiesta potrebbe passare, come accaduto in altre occasioni negli ultimi anni, creando un nuovo scandalo a Molfetta. Sembra che si stia per riaprire un altro torbido capitolo su Piazza Paradiso, come se questi 20 anni non fossero mai trascorsi. Ci auguriamo che questa iniziativa non sia un escamotage concordato con l’amministrazione comunale di Azzollini per giustificare un vergognoso provvedimento di riapertura della piazza al commercio, dopo i soldi pubblici dei contribuenti spesi per risistemare l’area, dopo anni di vita selvaggia e senza regole.

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