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Piano comunale dell'Agro
15 luglio 2011

Cos’è È uno Studio particolareggiato dell’Agro, spacciato per Piano di Settore delle aree rurali o Piano dell’Agro, (il Prgc prevedeva solo lo studio preliminare particolareggiato). Dovrebbe essere la sintesi progettuale dello spazio rurale agricolo e fondiario-non agricolo, definendo caratteristiche naturali, ambientali, paesaggistiche e fornendo indirizzi, prescrizioni e proposizioni per lo sviluppo del comparto agricolo locale. È assente, invece, qualsiasi progettualità perché i tecnici preposti alla redazione del piano non hanno convocato agricoltori e associazioni di categoria, né condotto studi per monitorare il numero delle aziende agricole, le dimensioni degli appezzamenti e le varie piantagioni. Individua 4 contesti rurali con funzione prevalentemente agricola e limitata frammentazione (CR1), con funzione agricola, limitata frammentazione e potenziale ambientale/paesaggistico (CR2) o con assetti poderali frammentati (CR3), antropizzati e periurbani in evoluzione (CR4). La contraddizione È una variante al piano Prgc, perché prospetta una nuova urbanizzazione nell’agro di Molfetta (incide sul rapporto tra superficie complessiva e volumetrie del costruito, fissato dai piani di settore che predispongono il Prgc). Benché nella delibera di Giunta per l’adozione e in quella del consiglio comunale (n.7/11) si ribadisca che il piano «risponde a quanto previsto dalle Nta del Prgc» e che «le indicazioni non modificano in alcun modo le zonizzazioni previste dal Prgc», si delibera l’adozione secondo l’art.16 della L.R. n.56/80, riferito all’iter di una variante del Piano Regolatore. Le zone incriminate: CR4a di Levante e Cala San Giacomo Il contesto CR4a di Cala San Giacomo, introdotto nella cartina per l’adozione del piano nel consiglio del febbraio 2011, è assente in quella consegnata ai consiglieri di opposizione nel dicembre 2010 e nel piano elaborato dall’Università di Agraria di Bari (mai fornito all’opposizione dagli uffici comunali). Le due aree prevedono una «riqualificazione e ristrutturazione urbanistica» perché territori compromessi o degradati (interventi edificatori): se edificabili, se ne accresce il valore finanziario. In realtà, le zone di Levante (quasi 120 ha) sono aree coltivate da aziende agricole, ma alcuni terreni appartengono a personalità di spicco di Molfetta e ai familiari dell’ing. Altomare, che vi aveva collocato nel 1997/98 il progetto del residence «Gelso Rosso » (bloccato perché antitetico al Prgc). Anche a Cala San Giacomo ci sono terreni di assessori e loro familiari, ex revisori dei conti del Comune di Molfetta e sodali all’amministrazione comunale. Altri volumi in muratura, perché non movibili, sono punti ristoro e bookshop per il recupero e la fruizione dei manufatti storici dell’agro. Inoltre, le CR4a di Levante includono il Parco Urbano di Lama Cupa, previsto dal Prgc, ma non incluso in alcun comparto. Assorbito da questo contesto rurale (come si nota dalla foto del dott. Vito Mongelli), il Parco Urbano diventerà probabilmente area a verde asservita a nuovo comparto del prossimo Prgc (moltiplicazione fittizia delle aree a verde). Speculazione edilizia Nei contesti CR4a non sono previste destinazioni d’uso e gli interventi edilizi non sono soggetti a piano particolareggiato: nessun vincolo all’urbanizzazione, impatto ambientale elevato. Eppure, per la delibera C.C. n.7/11 il piano non implica «previsioni trasformative del territorio» e alcun «effetto riduttivo delle componenti ambientali e paesaggistiche» (giustificata la mancata assoggettabilità alla Verifica Ambientale Strategica, anche se in coda alla stessa si delibera l’invio alla Regione Puglia per l’assoggettabilità). Nelle Nta del Prgc (art.42.1), sono consentite costruzioni «per soddisfare la necessità della produzione agricola» e «edificazione residenziale limitatamente all’abitazione del coltivatore diretto e imprenditore agricolo a titolo principale ». Permessi interventi solo «in rapporto con il territorio extraurbano e agricolo». Intanto, dal 2007, come denunciato dalla Procura di Trani, cisterne agricole sono diventate ville, depositi agricoli ristoranti, ville accatastate come case coloniche, contravvenendo alla delibera G.C. 140/08 in cui si vieta ogni intervento edilizio nell’agro (tranne manutenzioni ordinariestraordinarie). Nella nuova zona residenziale sono stati costruiti edifici a ridosso delle lame, mentre l’art. 49.9 delle Nta del Prgc vieta «edificazioni o alterazioni ambientali permanenti di alcun genere nella parti di territorio interessate da lame o altri solchi erosivi». Differenze dallo studio dell’Università di Agraria Agraria descrive nel dettaglio gli elementi floro-faunistici dell’Oasi di Torre Calderina, normata dal Piano dell’Agro come zona di rifugio e conservazione della fauna. In altre occasioni (adeguamento Putt/p e Piano Regionale delle Coste), l’amministrazione Azzollini ha negato il suo valore paesaggistico. Ampia descrizione del Parco nazionale della Posidonia Oceanica nello studio di Agraria, fondamentale per flora e fauna marina, degradato per modificazioni della costa, molo portuale e scarichi fognari. Rapido il passaggio nel piano del Comune di Molfetta, forse perché il parco è sito nell’area del nuovo porto. Superficiale nel piano del Comune di Molfetta la descrizione delle aree a rischio idrogeologico, soprattutto per Lama Scorbeto e Marcinase interessate dal Pip3 e dal contenzioso con l’Autorità di Bacino. Diversi nei due studi le cartine dei contesti rurali (es. Cala San Giacomo) e gli obiettivi e le previsioni programmatiche per il contesto CR4a: Agraria punta al mantenimento della naturalità, alla salvaguardia idrogeologica e alla tutela-valorizzazione del paesaggio agricolo, Molfetta all’urbanizzazione.

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