Piacentino: Orgoglioso di essere stato comandante a Molfetta
Dopo due anni al timone del Compartimento Marittimo di Molfetta il Capitano di Fregata (CP) Armando Piacentino lascia la nostra città per un nuovo incarico presso la Direzione marittima di Ancona. Il suo avvicendamento con l’allora comandante Burlando avvenne in un contesto completamente diverso. Come lo stesso egli stesso ha ricordato «Il passaggio di consegne abbiamo dovuto farlo alla presenza di un numero limitato di membri del personale e nessun invitato esterno». Quali ricordi, critici o piacevoli, porta con sé di questi due anni tra- scorsi alla guida del Compartimento marittimo di Molfetta? «Affrontare le criticità fa parte della nostra attività, si ha sempre a che fare con diverse problematiche. Ad esempio, si è presentato il problema dei bassi pescaggi, dovuto all’interramento dei fondali. C’è un unico percorso con pescherecci da un lato e carico di cereali dall’altro, quindi, la situazione ha messo alla prova tanto il settore della pesca quanto quello dei carichi ma abbiamo cercato sin da subito di confrontarci con il Comune e con la Regione per cercare di trovare delle soluzioni. È stata già avviata la gara che consentirà di andare a dragare nei punti critici che si trovano proprio all’imboccatura del porto risolvendo almeno parzialmente i problemi dei pescaggi maggiori. Tra i momenti belli forse proprio questo, un giorno ricco di significati e trascorsi al comando del compartimento marittimo di Molfetta, il culmine di due anni di intenso e proficuo lavoro svolto, che ha consentito di raggiungere gli obiettivi fissati dal Comando Generale. Grazie anche al personale che fino all’ultimo mi ha sostenuto e che ha organizzato la cerimonia, la cui riuscita si deve proprio agli uomini e alle donne della Capitaneria. Sono orgoglioso di essere stato il loro comandante. Il comando è una esperienza che ti arricchisce, che ti forma e che rimane negli anni a venire». Molfetta come città, come territorio quale esperienza le ha lasciato? «Gli anni del mio comando sono stati due anni particolari, segnati dalla pandemia. La cosa più difficile, in realtà, è stata quella. Il Comando si basa su rapporti personali e istituzionali. È mancata la possibilità di conoscere bene le persone, soprattutto a livello istituzionale. Questo si è protratto per tan- to tempo. Di fatto, su due anni di comando, un anno e mezzo è stato caratterizzato da totale chiusura. Non ci sono stati eventi e questo è pesato molto poiché incontrarsi, anche in momenti conviviali, è utile per conoscere le persone e favorisce la sinergia tra varie articolazioni dello Stato. Sinergia che consente di svolgere più efficacemente i propri compiti a servizio della collettività. Molfetta è una città di antica cultura e tradizione marinara, le cui vicende sono da sempre legate al suo porto e al mare. Un profondo legame che ho potuto personalmente sperimentare nel corso di questi due anni». © Riproduzione riservata